Che sono pigra ormai lo sanno anche i sassi, perciò non mi ero mai data da fare a ritoccare le foto in vita mia. Alcune erano oggettivamente brutte, ma non me ne ero particolarmente preoccupata (peccato: a pensarci adesso chissà come potevano migliorare). Molte mancano di dignitoso allestimento, principalmente perché quello che cucino finisce dalla padella nella pancia senza passare dal via, quindi è abbastanza improbabile pensare a un allestimento elegante e adatto a essere fotografato. Non solo il moroso non ha molta voglia di aspettare che esca uno scatto dignitoso, prima di darsi da fare con la forchetta, ma sta addirittura cominciando a preoccuparsi delle mie crescenti manie da foodblogger, benché come ripeto, della mensa dei poveri.
Sto divagando. Insomma, ha ragione Esmè quando dice che dovrei curare di più l'allestimento e io stessa lo pensavo, almeno per gli alimenti che lo permettono. Per il resto dovrò studiare meglio la luce e le funzionalità della macchina, facendo magari delle prove preliminari tra casa e balcone per capire cosa può dare il risultato migliore.
Ma cosa fare con le due misere foto (due perché le altre sono state immediatamente cancellate in quanto inutilizzabili) del ciambellone noci e fichi, che rende felici grandi e piccini?
Innanzitutto ho scaricato la versione test di photoshop, che già ha fatto il grosso del miracolo, togliendo l'ittero alle foto (il mio piatto non è giallo!), poi le ho passate a picnik e ora, benché non siano oggettivamente delle belle foto, possono definirsi passabili per questo blog che non si è mai fregiato di foto da primo premio.
Ciambellone noci e fichi
Ciambellone noci e fichi
Ingredienti
220 gr di farina
100 gr di gherigli di noci tritate
100 gr di burro ammorbidito
100 gr di zucchero
3 uova
1 manciata di fichi secchi
1/2 bustina di lievito

Lavorare a crema il burro ammorbidito con lo zucchero e aggiungere i tuorli delle uova a uno a uno, tenendo gli albumi da parte. Aggiungere le noci ben tritate e la farina setacciata con il lievito. Tenete da parte due fichi e sminuzzate gli altri, aggiungendoli all'impasto. Montare a neve fermissima gli albumi e amalgamarli delicatamente all'impasto, facendo in modo che non si smontino.
Imburrare uno stampo da ciambella, tagliare in quattro i due fichi rimasti e disporli a raggiera sullo stampo, dopodiché versare l'impasto nello stampo e cuocere in forno già caldo a 160°C per un'ora. Spolverizzare con zucchero a velo.
Questa è la giornata del grande scorno. Da tempo meditavo di cambiare la macchinetta fotografica che possiedo già da qualche anno e che già di per sé non era un granché. Non sono mai stata appassionata di fotografia, ma è facile vedere l'enorme differenza tra una bella foto professionale e una qualsiasi delle mie, anche in caso di un bel soggetto.
Da quando ho aperto questo blog poi la differenza mi è stata sott'occhio tutti i giorni: in giro vedo ricette bellissime accompagnate da foto ancor più belle, che gridano "mangiami" dallo schermo. Ho letto le istruzioni che sono state pubblicate da blogger brave e pazienti come Paoletta e Staximo e mi sono anche fatta delle domande.
Voglio allestire la casa con luci professionali e pannelli? La risposta è no. Voglio comprarmi una signora Reflex? Anche in questo caso, per una serie di ragioni che esulano tutte dalla fotografia di alimenti, la risposta è no.
Allora, alla fine, cosa volevo? Ho guardato in giro e ci sono delle foto molto belle fatte anche con delle automatiche compatte.
Così mi sono un po' documentata e alla fine mi sono innamorata della Nikon Coolpix S620. Più di tutto mi sono innamorata della funzione Alimenti. Ecco la macchinina che fa per me, mi sono detta.
Tzè, illusa. Ho portato a casa l'agognato acquisto domenica sera e ho fatto poche foto di prova. Poche, perché la scheda di memoria era rimasta nell'altra macchina, dimenticata in ufficio.
Scaricate poi sul pc, il responso è stato: che disastro! Colori pessimi, definizione non superiore a quella della precedente macchina (che ne è stato dei 7 megapixel in più?): foto orribili.
Ma perché? Dove sbaglio?
E' ora di mettersi lì con tanto di manuali, consigli, studi di illuminazione? O forse mi devo comprare una reflex usata da pochi soldi solo per fotografare i miei piatti da mensa dei poveri?
Sono veramente afflitta.
C'è qualcuno che se la sente di darmi qualche consiglio?
La settimana scorsa ho trovato in edicola una raccolta de Il meglio di Sale e Pepe dedicato alla carne in padella, che non ho esitato ad acquistare, visto il mio recente proposito di mettere in tavola qualcosa di sfizioso più spesso possibile.
Per di più sabato al supermercato abbiamo trovato dell'ottima carne in offerta e non mi pareva vero di trovare una maniera originale di sfruttare gli ultimi acini d'uva del graspo acquistato al mercato già qualche giorno fa.
La ricetta è di quelle "vista e scelta": così adatta agli ingredienti di stagione e soprattutto così facile.

Scaloppine all'uva bianca
Scaloppina all'uva
Ingredienti per due persone
2 bistecche sottili di vitellone adulto
2 grosse foglie di salvia
qualche chicco d'uva bianca ancora attaccato al rametto
1 limone non trattato
farina
burro
sale e pepe

Tagliare le bistecche in due e passarle bene nella farina. Far sciogliere il burro in una capiente padella antiaderente e cuocere le scaloppine due minuti per lato. Togliere la carne dal fuoco e mantenerla in caldo, nella padella mettere la salvia e l'uva, rosolare un minuto e aggiungere nuovamente la carne, insieme al limone, precedentemente fatto a fettine.
La ricetta diceva poi di cuocere per altri dieci minuti, a me ci è voluto molto meno.

Sono soprattutto stupita dalla qualità della foto, scattata sul piano di lavoro in quel minuto tra la padella e la tavola, ha però colto un gradevole primo piano dei chicchi d'uva. Chissà, forse la mia vecchia Konica Minolta ha intuito il pensionamento a breve e si è data da fare per farmi cambiare idea. Ma ormai è troppo tardi...
Ieri infatti è arrivata la nuova macchina, che ancora però deve darmi le stesse soddisfazioni, ma di questo parliamo domani.
Ultimamente non riesco a resistere all'acquisto di fichi quando li trvoo al mercato. Venerdì scorso li ha comprati il moroso a un ottimo prezzo e così mi sono trovata a sfogliare vecchie riviste alla ricerca di ricette per impiegarle. In realtà cercavo la vecchia ricetta di un ciambellone che riscuote sempre molto successo. Purtroppo però per farlo servono le noci, che non avevo in casa e, non essendo riuscita ad andare a fare la spesa come ho già raccontato, la ricetta diventava davvero senza senso.
Accanto alla ricetta del ciambellone, in un servizio dedicato tutto ai fichi su Sale e Pepe 2007, c'era un bel risotto con il lardo. Anche il lardo ovviamente non l'avevo in casa, ma mi è sembrato del tutto sostituibile con del comunissimo burro. Va bene, non è la stessa cosa, ma è venuto comunque un buon risotto.
risotto_fichi3
Risotto fichi e rosmarino
Ingredienti per due persone
4 pugni di riso
4/5 fichi neri
mezzo litro di brodo vegetale
1 bicchiere di vino bianco
burro
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
1 cucchiaino di aghi di rosmarino

Fondere il burro con il rosmarino e una volta sciolto farvi tostare il riso. Quando è ben rosolato sfumarci dentro il vino bianco e girare bene finché evapora. A quel punto aggiungere un mestolino di brodo caldo e continuare a cuocere il risotto aggiungendo il brodo quando è assorbito. Sei/sette minuti prima della fine della cottura aggiungere due fichi tagliati a quadratini e proseguire con la cottura. A fine cottura aggiungere il parmigiano, girare bene, spegnere il fuoco e coprire. Tagliare i fichi rimasti a rondelle e rosolarli in poco burro, aggiungerli al risotto già disposto nei piatti.
Buon appetito!
Come forse ho già avuto modo di raccontare, la Pina è una micetta curiosa e mangiona, che reclama cibo a qualsiasi ora, non appena mi vede armeggiare tra lavandino e fornelli, anche se sto facendo qualcosa che non ha niente a che fare con quel che mangia lei: magari sto facendo una torta, sto bevendo un bicchier d'acqua o addirittura sto pulendo gli acciai. Non c'è niente da fare: non appena mi vede lì mi si piazza ai miei piedi col capino in su, miagola e mi si aggrappa addosso. Ora poi che ha anche imparato a saltare fino al piano di lavoro è davvero difficile tenerla a bada.
Quando la vedo così, se posso di tanto in tanto le do qualche piccolo assaggio, altrimenti le intimo: "Questa non è pappa di gattina!", perché sono sicura che non disdegnerebbe un assaggio perfino del detersivo, ingorda com'è.
Al contrario, quando finalmente le riempio la ciotola le annuncio: "Pappa di gattina in arrivo!" e lei si precipita nel suo angolo ad attendere di riempirsi la pancia.
Finora la Pina ha sempre mangiato croccantini (pochi) e cibo per gatti in scatola, selezionato tra le marche migliori, con qualche assaggio di tanto in tanto dai nostri piatti. Se fosse per me le darei solo Almo Nature, ma a lei non sembra gradirlo molto: si vede che il pollo non è molto saporito (il tonno lo preferisce, ma è più difficile da trovare). Non vedo l'ora che sia più grande per abbandonare il cibo kitten e darle finalmente quello adult che presenta molta più varietà.
Sapevo che c'è gente che prepara personalmente il cibo per i propri animali domestici, anche la veterinaria mi aveva dato qualche istruzione di base, ma non mi ero mai avventurata. L'ho già detto che sono pigra? Ehm... quante volte?
Poi però sono finita qui, ho visto le foto dei suoi mici e mi sono innamorata. Ho letto le sue ricette e mi son detta che varrebbe la pena provarci, almeno di tanto in tanto. Così la micia alterna i sapori pur continuando a mangiare sano e io mi sento così soddisfatta se riesco a fare qualcosa da me.

Polpa di manzo e mortadella
pappadigattina
La cosa è nata un po' per caso: ieri stavo facendo le polpette per noi, con manzo tritato, pane ammollato nel latte e pezzetti di mortadella. Ma avevo preparato più impasto del necessario, perciò ho colto l'occasione per preparare una pappa alla Pina. Ho ammollato un cucchiaino di riso in un cucchiaio di latte, affettato un dito di zucchina in pezzetti minuscoli e poi ho bollito tutto quanto insieme con un bicchiere d'acqua. Ho fatto cuocere per un quarto d'ora, di modo che l'acqua evaporasse, poi ho servito la cena alla creatura, che l'ha mangiata con molto gusto, nonostante fosse ancora calda.
E per stasera ce n'è ancora!
Appunto numero uno, per me: forse è troppo squilibrata dal punto di vista carboidrati, la prossima volta se c'è il pane ammollato non ci metto il riso.
Appunto numero due, per i lettori: non ho nuove foto della gatta. Lei detesta il flash e socchiude sempre gli occhi quando sto per scattare, risultando in espressioni diaboliche che non mi sento di pubblicare. Ma non smetterò di tentare di riprenderla.
Questa settimana sono in crisi. Sabato a causa di vari impegni non siamo riusciti ad andare a fare la spesa. Siccome lo sapevo non ho preparato il menu della settimana. Ora ho il panico di "cosa mangeremo stasera?" che solo fino a due settimane fa, prima dell'avvento del menu in casa Charmel, non mi era mai venuto, nemmeno quando il frigorifero era talmente vuoto che pensava stessimo per sbrinarlo.
Mentre stavolta abbiamo una buona provvista di carne in freezer e formaggi e salumi in frigorifero: di fame proprio non moriremo.
In ogni caso qui presento una cenetta della settimana scorsa, realizzata in pochissimo tempo e foriera di enormi soddisfazioni (ecco cosa succede ad avere in casa giusto due ingredienti in più).
La ricetta viene da Sale e Pepe di settembre (quello di ottobre non mi è ancora arrivato, anche se penso sia già in edicola) ed è stata rivisitata secondo le necessità del momento. Tanto per cominciare non è a straccetti come nell'originale perché la carne non si era sgelata bene e non avevo una motosega per tagliuzzarla. Poi, sempre cercando di non usare la panna prevista nella rivista, l'ho sostituita con il latte. La ricetta originale prevedeva anche del brodo, ma avendo usato il latte mi sembrava già abbastanza liquida così.
Fettine alla senape più facile di così non si può
fettina_senape3
Ingredienti per due
2 fettine di carne sottile
mezzo bicchiere di latte
1 cucchiaio di senape
una manciata di olive nere possibilmente kalamata
1 rametto di timo
olio, sale, pepe

Rosolare la carne con l'olio in una padella antiaderente per due minuti. Aggiungere il latte e la senape, creando una cremina che si addenserà con la cottura. Aggiungere le olive e appena prima di spegnere il fuoco, il timo. Regolare di sale e pepe e buon appetito.

Anche la Pina era molto ingolosita dalla preparazione e nonostante avesse la sua pappa nella ciotola continuava a miagolare da sotto il tavolo, finché non ci è saltata in braccio e ha messo il musino nel piatto. Abbiamo pensato: "Facciamole assaggiare la senape: non le piacerà e la smetterà". Invece le è piaciuta eccome, abbiamo fatto una fatica terribile a non farci rubare la cena!
Dopo la torta salata restavano ancora dei fichi per altre preparazioni che esulassero il mangiarseli così, a crudo, aprendoli con le mani (buonissimi comunque eh) e ho voluto provare una delle ricette che si trovano sull'ultimo numero di Sale e Pepe, che dedica un intero servizio ai dolci a base di fichi.
Tra tutte le ricette presenti, sono stata attratta da un abbinamento con il cioccolato, che ho trovato piuttosto insolito, e le mandorle, che obiettivamente vanno bene quasi con tutto.
Il risultato è una bomba calorica perfetta per la colazione mattutina: una fetta di questo dolce (con un caffè e uno yogurt) mi permette di arrivare fino all'ora di pranzo senza disperanti languori o tentativi di addentare la scrivania, che proprio invitante non è.
Sono anche abbastanza orgogliosa della foto: non per meriti artistici (?) miei naturalmente: è che mi sono fatta prestare dal fratello del moroso la sua macchina fotografica, che pur restando una normalissima compatta automatica, dispone di qualche funzione in più della mia, che se opportunamente selezionata, dà vita a un'immagine migliore di quelle che ho propinato finora.
Credo che sia arrivato per me il momento di cambiare macchina.

bomba calorica fichi e cioccolato
Torta fichi, mandorle e cioccolato
Ingredienti
400 gr di fichi
5 uova
150 gr di zucchero
200 gr di farina di mandorle
50 gr di fecola
150 gr di cioccolato
1 cucchiaino di lievito

Montare a neve le uova con lo zucchero per almeno 5 minuti. In una scodella a parte setacciare insieme la fecola e il lievito, unire la farina di mandorle, il cioccolato tritato (io l'ho messo a pezzetti: è sempre bello addentare una torta e inciampare in un pezzettone di cioccolato) e 250 gr. circa di fichi tagliati a cubetti. A questo punto aggiungere delicatamente il composto di uova e zucchero, cercando di non smontarlo.
Versare il tutto in una tortiera ricoperta con carta da forno, tagliare a rondelle i fichi rimasti e decorare la cima della torta. Infornare a 180°C per 40 minuti.
Venerdì scorso avevo scritto un lungo post sui miei acquisti appena effettuati al mercato vicino all'ufficio, un chilo di fichi compreso, peccato aver inavvertitamente cancellato tutto prima della pubblicazione. E no, non avevo tempo (e voglia) di riscrivere tutto. Brevemente il senso era: ho trovato i fichi al mercato, erano un po' cari, ma ho voluto togliermi uno sfizio e ne ho comprato un chilo.
La sera poi a casa ho aperto le mie riviste di cucina più recenti, alla ricerca di ricette per impiegare i fichi appena acquistati. Quella che vado a postare adesso è tratta da Cucina Moderna di settembre, nella quale è riportato un intero menu con i fichi tra gli ingredienti.
Sono sempre stata amante delle torte salate e il responso del moroso è stato: "Se vengono ospiti questa la devi rifare!"

Quiche gorgonzola e fichi
quiche fichi e gorgonzola
Ingredienti
200 gr di gorgonzola
mezzo bicchiere di latte
3 uova
1 rotolo di pasta sfoglia fresca
6 fichi
sale, pepe, 1 spolverata di timo

Sbattere insieme le uova, il gorgonzola e il latte (io ho usato il frullatore), fino a formare una crema, regolare di sale e di pepe.
Posizionare in una tortiera rotonda la pasta sfoglia, senza buttare la carta forno in cui è avvolta. Versarci sopra la crema di gorgonzola e posizionarvi sopra i fichi a fettine. Spolverizzare con il timo e infornare per 40 minuti a 180°C.

La ricetta originale prevedeva 150 gr di gorgonzola e una confezione di panna. Io non avevo voglia di usare la panna, per questo ho usato il latte e ho abbondato con il gorgonzola per non rendere la preparazione troppo liquida. La ricetta originale inoltre prevedeva il prezzemolo, che a me non piace e che ho sostituito con il timo.
Come forse ho già detto, in genere cucino solo nel fine settimana, quando ho più tempo e sono più rilassata. Durante la settimana nel bistrot si mangiano bistecchine, petti di pollo e insalate con i pomodori (quando ci sono).
Che ci volete fare: sono cresciuta così. Mia madre tornava tardi dal lavoro e mio padre non sopportava la puzza di mangiare (sic), quindi, nonostante le fiere origini emiliane, sono cresciuta senza il mito dell'abilità ai fornelli. Oltretutto da bambina ero inappetente e magrissima, farmi mangiare uno strazio che avrebbe sprecato qualsiasi talento ai fornelli.
La passione per la gastronomia è venuta verso i 25 anni, quando sono andata a vivere fuori casa, con un'amica che tornava dal lavoro più tardi di me (quindi cucinavo io per tutte e due), si è poi sopita quando ho preso casa da sola e l'unico divertimento era preparare i dolci.
Anche se adesso siamo in due, quando torno dalla palestra alle nove non ho tanta voglia di preparare qualcosa di originale e siccome sono anche una disorganizzata cronica (in tutto, non solo in cucina), difficilmente in casa si trova qualcosa di più del suddetto petto di pollo e dell'insalata (in casi estremi mi è capitato di non avere neppure quelli).
Di recente però mi sono imbattuta in questo libro che ha rappresentato per me una piccola folgorazione. Il concetto in sé non ha niente di nuovo ovviamente: anche quando vivevo con la mia amica leggevo Cucinare Bene che era sempre pieno di ricette facili e veloci (c'era anche una rubrica tipo "A tavola in 15 minuti"). La folgorazione per me è stata nella necessità di organizzazione. Ci si metteranno anche venti minuti a preparare un gustoso salmone arrosto, ma se non hai il salmone in casa diventa un po' difficile.
Così dalla settimana scorsa mi sono decisa a organizzare i menu settimanali, in modo da fare finalmente la spesa di conseguenza.
Ed ecco che finalmente ieri ho potuto mettere in tavola una piccola ma gradevole variazione alla solita bistecchina.
La ricetta viene da Cucina Moderna di settembre, dove si trova un piccolo servizio sulle scaloppine, da cui ho attinto per stilare il menu.
scaloppina_arancia
Scaloppine con arancia e acciughe
Ingredienti per due persone
2 fettine di carne sottile
1 arancia
2/3 acciughe sott'olio
burro per friggere
farina

Versare la farina su un piatto e farvi aderire le fettine di carne, scrollando bene quella in eccesso. Far sciogliere le acciughe insieme al burro in una padella e adagiarvi sopra le scaloppine. Farle dorare velocemente da entrambe le parti e nel frattempo tagliare a fettine l'arancia. Bagnare le scaloppine col succo dell'arancia (io ci ho spremuto le calotte, conservando solo le fette centrali), coprire e continuare la cottura per sette minuti. Uno o due minuti prima di spegnere adagiare le fette di arancia sulla carne.
Ed ecco una cena un po' meno noiosa di quella a cui eravamo abituati.
L'insalatina c'era eh, solo in una scodella a parte.
Mia madre è nata e vive in un paese della provincia di Piacenza che si chiama Borgonovo Val Tidone. Benché il paese sia in piena Pianura Padana la valle è conosciuta soprattutto per i suoi colli, che producono ottimi vini bianchi e rossi perfetti coi salumi e ultimamente è diventata abbastanza famosa anche come località di villeggiatura. La zona si raggiunge infatti in poco più di un'ora di macchina da Milano, i panorami collinari sono deliziosi, l'aria è buona, si mangia bene e in estate il clima è piacevole e ventilato (questo in collina eh, a Borgonovo l'afa della Bassa si sente eccome). Per tutte queste ragioni e non ultima i prezzi immobiliari senz'altro più competitivi che in Toscana, ultimamente si sprecano i rustici trasformati in gradevoli seconde case, anche da personaggi dello spettacolo e della moda.
Vado a trovare mia madre circa una volta al mese e ci sono stata anche ieri, in occasione della tradizionale Festa d'la Chisöla, una focaccia fatta coi ciccioli, tipica della zona. Mi piace moltissimo, anche se effettivamente è un po' pesante. In questa occasione, che si ripete tutti gli anni il primo fine settimana di settembre, i panificatori di zona producono anche una focaccia di zucca che adoro e una con le uvette, entrambe dolci.
Oltre all'occasione enogastronomica (c'è sempre anche uno stand dei prodotti della zona, salumi, vini e formaggi compresi), il paese vale comunque una breve visita turistica. Si tratta infatti di un paesino di origini medievali di cui conserva alcune interessanti vestigia, tra cui la Rocca (oggi sede del municipio) e la Collegiata, di cui potete vedere un particolare qui sotto.
La collegiata
E' una chiesa molto bella, anche dentro.
Sulla via del ritorno, dopo un susseguirsi di bellissimi campi tra il verde e il giallo nella pianura, col moroso ci siamo fermati in un centro botanico, dotato tra l'altro di un ampio reparto animali (c'era perfino un acquario con gli squali!), dove abbiamo recuperato un po' di buon cibo per la micia e qualche pianta aromatica per sostituire quelle perite durante le vacanze estive.
Il mio mini orto


La Pina in questi mesi è cresciuta tantissimo, ma è ancora la nostra cucciola, nonché fonte di grande spasso.



Sui deliziosi blog di cucina che frequento abitualmente è tutto un fiorire di post sulle vacanze, con foto bellissime dei posti visitati. Le mie foto non saranno mai bellissime, ma ci tengo lo stesso a mostrarne qualcuna.
Il primo viaggio l'ho fatto a Cuba: due settimane alternando visite alle città e mare. E' stato un viaggio bellissimo, anche per l'anima e sono molto felice di esserci stata, anche se ho visitato solo la zona occidentale e mi manca tutta la parte orientale (dicono che Santiago sia bellissima). Ci sarebbe voluta almeno una settimana in più.
Siamo stati innanzitutto a L'Avana.


Siamo stati al mare:


Quella nella foto è la spiaggia di Maria la Gorda, una delle più belle, almeno a mio parere (e comunque almeno nelle foto).
E infine abbiamo visitato altre città. La foto qui sotto è di Trinidad, piccola città patrimonio dell'Unesco.


Ma questa non è l'unica vacanza della fortunata estate appena trascorsa. Ho passato l'ultima settimana di agosto spaparanzata sulle spiagge del Conero, nelle Marche. Sono posti davvero deliziosi, dove mi piacerebbe tornare. E l'ultimo giorno ho fatto un giro ad Ancona: città graziosa, pulita, ordinata e veramente piacevole da visitare.
Sono stata davvero bene e sono ancora rilassata, peccato solo che a vedere le foto dei viaggi delle altre mi sia rimasta la voglia di ripartire!
Eccomi finalmente di ritorno dopo mesi di lontananza dal blog, dal forno e dalla cucina in generale. Mesi di prosciutto e melone, caprese e pasta alla crudaiola. Mesi di caldo e di pigrizia. E non mi sembrava vero, sabato sera, col ritorno del freschetto, poter nuovamente accendere il forno e preparare un dolcino beneaugurante per il rientro in ufficio.
Ho sfogliato i miei libri e l'ultimo numero di Sale e Pepe per prendere una qualche ispirazione e poi alla fine ho fatto a modo mio, come sempre. Tanto ormai la ricetta del cake l'ho introiettata, l'unica cosa è che preferisco non fondere il burro: ho notato che se viene aggiunto all'impasto quando è a temperatura ambiente la crosticina del cake risulta più croccante.
Anche se forse dalla foto non si nota (le foto sono sempre brutte come una volta mi sa).
Fichi & cannella
Cake fichi secchi e cannella del rientro in ufficio
Ingredienti
3 uova
150 gr di zucchero
150 gr di farina
100 gr di burro morbido a temperatura ambiente
2 manciate di fichi secchi tagliati a fettine
1 cucchiaino colmo di cannella
1/2 bustina di lievito in polvere

Sbattere (possibilmente con lo sbattitore elettrico) le uova con lo zucchero fino a che non diventano gonfie e spumose. A questo punto, sempre utilizzando lo sbattitore, aggiungere il burro ammorbidito a dadini. Amalgamare con un cucchiaio la farina setacciata insieme al lievito, aggiungere la cannella e infine le striscioline di fichi, mescolando delicatamente perché non cadano sul fondo dell'impasto.
Versare in uno stampo da cake precedentemente imburrato e cuocere in forno caldo a 180°C per circa 40/45 minuti.
La prossima volta ci metto anche le noci sbriciolate.