Come ho scritto nel post precedente, devo mettermi un po' a dieta. Non so perché certe riviste insistano a farci credere che durante le vacanze si dimagrisca. Io mangio di più e mi muovo di meno rispetto all'inverno, perciò ingrasso. E infatti ho preso due chili in una settimana (ma non rimpiango gli gnocchi con ragù di cinghiale).
Da quando siamo tornati perciò le cenette casalinghe consistono in petto di tacchino e insalatina o variazioni ittiche sul tema. E per fortuna il gas ha ricominciato l'attività, così ho potuto fare un bell'ordine di verdura per arricchire la dieta. In fondo, anche se la mattina fa freschetto, l'estate non è ancora finita e voglio approfittarne per fare il pieno di zucchine e melanzane finché si trovano ancora.
Perciò nei prossimi giorni presenterò alcune ricette che sono rimaste in archivio, realizzate prima della partenza, quando avevo sì voglia di cucinare, magari anche di scattare le foto, ma al momento di scrivere mi prendeva una pigrizia particolarmente estiva.
L'antipasto di oggi è stato realizzato ai primi di agosto, quando la mia amica Meg, la mia testimone di nozze, è finalmente venuta a cena da noi.  Mi sento un po' in colpa nei suoi confronti, perché da tempo devo invitare lei e la sua famiglia a cena e poi per una ragione o l'altra non mi decido mai a organizzarmi. Per fortuna almeno è riuscita a venire lei, per una cenetta veloce e improvvisata, ma devo rimediare presto, in modo che anche i suoi bambini possano venire a fare conoscenza con la Pina.
Meg non mangia la carne, così ho realizzato per l'occasione un menu vegetariano, che ha riscosso un discreto successo. Ma è facile preparare menu vegetariani d'estate quando ci sono tante buonissime verdure (ma forse questo l'ho già detto?).
Vabbe', prima di cominciare a ripetere sempre le stesse cose, come se fossi malata di Alzheimer, vi presento la ricetta di oggi, scovata su Sale e Pepe di luglio. E ci è piaciuta talmente tanto che l'ho replicata quando è venuto a cena il fratello del marito.
Sfogliatina con crema di feta
sfogliatine feta e pomodori
Ingredienti per 4 persone
1 confezione di pasta sfoglia rettangolare (io l'avevo presa rotonda, va bene uguale, ma se è rettangolare vengono più bellini)
150 gr di feta
2/3 cucchiai di panna
un cucchiaio di origano secco
una manciata di pomodorini ciliegino
olio

Tagliate la sfoglia in quattro e cuocerla (da sola) in forno già caldo a 200°C per 15/20 minuti. Frullate la feta a pezzettoni con la panna, fino a ottenere un composto cremoso e spalmabile. Non aggiungete sale per carità.
Lavate i pomodorini e incideteli a croce, saltateli per pochi minuti in padella con olio e origano.
Assemblate l'antipasto spalmando la crema di feta sulle sfoglie e completando con i pomodorini.
Il ciuffetto di basilico che vedete nella foto l'ho aggiunto io a scopo puramente decorativo.
... lo so, in realtà era la Romagna. Ma penso che se il Pascoli fosse nato in Maremma l'avrebbe scritta lo stesso la sua poesia, solo un po' modificata. E avrebbe avuto, invece del Passator Cortese, un altro brigante molto famoso: Domenico Tiburzi, "re della strada, re della foresta".
Non conoscevo la Maremma e a dire il vero non la conosco neanche adesso, perché dal nostro arrivo a Capalbio al rientro a Milano, non ci siamo mai mossi e la nostra vacanza è stata nient'altro che spiaggia, relax e cene in paese (sono ingrassata di due chili in una settimana! devo correre ai ripari!), ma quell'angolino che ho visto mi ha letteralmente conquistata, tanto che vorrei tornarci ancora il prossimo anno.
Intanto l'agriturismo dove siamo stati era un posto delizioso: semplice, pulito, tenuto da persone deliziose e con un giardino bellissimo e ben recintato dove la Pina si è lanciata in esplorazione e caccia, sentendosi subito a suo agio (infatti anche lei non è mica tanto felice di essere rientrata a Milano).
In esplorazione
Il mare era davvero bello, molto più trasparente di quanto mi aspettassi (sono una rognosetta quando si tratta di acqua di mare e se mi pare sporco non faccio proprio il bagno) e le spiagge ampie, anche se un po' affollate e con la sabbia scura.
Il paese di Capalbio, sulla collina, è un piccolo gioiello. Tutto minuto, cesellato, eppure pieno di vita e di iniziative interessanti: presentazioni di libri, dibattiti, mostre (ci ho visto una favolosa selezione della World's Press e con molta gioia, visto che mi sono persa l'edizione 2009 quando è passata a Milano).
vicolo

torre d'ingresso
In più, fuori dal paese, sulla strada per Pescia Fiorentina un'artista francese, Niki de Saint Phalle, ha costruito un giardino meraviglioso, pieno di statue gigantesche, che riproducono gli Arcani Maggiori dei Tarocchi, che si chiama appunto il Giardino dei Tarocchi. Purtroppo avevo dimenticato la macchina fotografica il giorno che siamo andati a visitarla, ma ci si può fare un'idea con questa scultura che sta appena fuori dal centro storico di Capalbio.
Scultura di Nikki Saint-Phalle

Ah, come mi è piaciuta.
Invece adesso in ufficio si muore di freddo e ho già la nostalgia.
Per fortuna ho ricominciato a cucinare! Che uno dice, ma non dovevi essere a dieta? E va be', mica a digiuno però!
Qui a Parigi è tornato l'inverno, così sabato avevo previsto di fare questa pasta, non prettamente estiva. Poi di colpo la temperatura si è alzata, ma ormai gli indredienti li avevo comprati e così sabato a pranzo è stato il momento di questa ricetta per me nuova ma che consiglio per una stagione più fredda.
La ricetta originale prevedeva le orecchiette, ma nel supermercato sotto casa costavano troppo e così ho ripiegato su delle pipe rigate. Inoltre al posto della pancetta dovevano esserci dei cubetti di speck, qui sconosciuto. Per fortuna avevo dello speck portato dall'Italia il weekend precedente, ma non volevo sprecarlo per cucinarlo e quindi l'ho usato solo come decorazione.
Pipe ai ceci, indivia, speck e pecorino


Ingredienti
Pipe rigate
Ceci precotti
Pancetta a cubetti
Indivia
Salvia
Rosmarino
Alloro
Scalogno
Qualche fettina di speck per decorare
Pecorino
Olio
Sale
Pepe

Togliere la pellicina ai ceci, mondare lo scalogno, affettare a striscioline l'indivia. Mentre l'acqua bolle, far soffriggere lo scalogno in una padella con olio. Aggiungere la pancetta e l'indivia insieme agli aromi (tranne il pepe). Dopo qualche minuto aggiungere i ceci e lasciare andare con il coperchio aggiungendo acqua di cottura della pasta se dovesse risultare troppo asciutto. Scolare la pasta e saltarla nella padella con il condimento. Impiattare e cospargere di pecorino grattuggiato, pepe e un po' di speck a trancetti.

Nella foto i ceci non si vedono perchè tutti nascosti nelle pipe :)
All'inizio dell'estate ho cominciato a cercare quasi con ansia dei libri di ricette fresche e adatte alla stagione. E' vero, ho tutte le mie riviste, ma sfoglia che ti sfoglia, mi sembrava di non trovare mai la ricetta adatta, per non parlare dell'effetto che mi faceva il numero di Donna Hay di giugno/luglio con le stagioni invertite e foto di polenta e caminetti.
Così nella mia ricerca mi sono imbattuta in questo libro e non ci ho messo molto a decidere di acquistarlo, insieme ad altri due della stessa casa editrice. Nonostante siano tutti e tre molto belli, è proprio Fresh and Fast quello che mi dà le maggiori soddisfazioni e non c'è venerdì sera in cui io non sia impegnata a sfogliarlo per preparare i menu della settimana.
La ricetta che propongo oggi l'ho già sperimentata diverse volte e sempre con soddisfazione: è veramente fresca e veloce, ma soprattutto molto buona.
E poi si fa con pochissimi ingredienti, che non è difficile avere in casa. La ricetta originale prevede gli spaghetti, io qui la presento realizzata con le penne (integrali al farro), scegliete voi il tipo di pasta che più vi aggrada.
Pasta zucchine, capperi e limone
(tratta dal libro Fresh and Fast di Michele Cranston)
pasta con zucchine
Ingredienti per due persone
160 gr di pasta
2 grosse zucchine
1/2 limone
un cucchiaio di capperi sotto sale, ben sciacquati
1 cucchiaio di origano secco
parmigiano grattugiato
olio, sale e pepe

Cuocere la pasta in abbondante acqua salata. Nel frattempo lavare le zucchine, tagliare via le estremità e grattugiarle con una grattugia a fori larghi. Quando la pasta è cotta, scolarla e versarla nuovamente nella pentola di cottura insieme alle zucchine, i capperi, il succo del limone, l'origano e condire con un po' di olio e pepe. Servire nei piatti e cospargere di parmigiano.
Ogni volta che andiamo a fare la spesa il marito si ferma nel negozio di elettrodomestici a guardare i televisori. Abitiamo insieme da quasi due anni e ancora ci facciamo andar bene il vecchio televisore che avevo nella mia casetta di single. Per carità, funziona, ma esteticamente in casa nostra non c'entra nulla, soprattutto perché poggia su un mobile assurdo. Ma siccome io la televisione non la guardo mai, invece lui sì, è ovvio che questo tipo di acquisto spetta a lui. Solo che non si decide: continua a guardare i nuovi modelli e poi non se ne fa niente, anche se ci sono le offerte. In tutti questi mesi in cui lui gironzolava tra i televisori io invece mi fermavo a guardare gli elettrodomestici da cucina. Ho cominciato con gli impastatori. E poi infatti è arrivato l'Artisan. Poi è stata la volta della macchina del pane. E lui me l'ha regalata a Natale. C'è stato un brevissimo periodo di yogurtiere, poi ho imparato a fare lo yogurt con il thermos. Però le yogurtiere stavano nello stesso scaffale delle gelatiere. E a luglio ce n'era una graziosa e piccolina in offerta. Così in venti mesi senza il nuovo televisore adesso abbiamo anche la gelatiera!
La prima volta che ho provato a fare il gelato è venuto disastroso, ma poi con la pratica sono riuscita a migliorarlo e adesso sto per cominciare la fase di sperimentazione in cui i gusti non sono proprio quelli classici che si trovano in gelateria o peggio nello scomparto freezer dei supermercati.
Nel frattempo però sabato ho trovato i frutti di bosco in offerta. E così mi sono affrettata a comprare le more e i lamponi (vedrete in seguito coi lamponi cosa ho fatto). Con le more ci ho fatto il gelato. Ed è stato un modo molto piacevole di chiudere il pranzo di domenica.
Gelato alle more
gelato alle more
Ingredienti per due persone (anche tre volendo)
125 gr circa di more + qualcuna per decorare
250 ml di panna
3 cucchiai di zucchero

Frullare insieme tutti gli ingredienti. Preparare il gelato secondo le istruzioni della propria gelatiera. Decorare con le more tenute da parte.

(mi sento troppo che se vado avanti così la prossima ricetta è il panino al prosciutto)
Ieri, a causa della pioggia torrenziale, invece di andare a pranzo al solito posto, che è a qualche centinaio di metri dall'ufficio, ci siamo accontentati del baretto al di là della strada. Di solito fa delle buone insalatone, ma ieri faceva così freddo che ho ordinato un piatto che aveva il purè di contorno!
Al momento del conto, vicino alla cassa ho notato la vetrinetta delle brioche della colazione. Sulla vetrinetta, in corrispondenza di uno degli scaffali era stata messa l'etichetta "maffi piccoli". Maffi.
Uscendo ho detto al marito: "Visto che non fa troppo caldo per accendere il forno potrei fare i maffi stasera".
E lui: "Buoni i maffi! Con cosa?"
"Be' con i lamponi volevo farci il gelato, ma visto che non è tanto clima da gelato potrei farci i maffi".
E così è stato. Visto che avevo tempo li ho fatti subito arrivati a casa, di modo che fossero pronti prima di preparare la cena. E dopo cena ne abbiamo assaggiato uno a testa, approfittando del fatto che erano ancora tiepidi.
Lui era letteralmente entusiasta! Io li ho trovati un po' secchi per il dopocena, ma ottimi con un bicchiere di latte freddo per colazione.
La ricetta viene dal libretto Muffin di Bibliotheca Culinaria, che ho seguito quasi in tutto, solo sostituendo il latte con la panna (eh, l'ho scritto che avevo in mente di fare il gelato) e diminuendo la quantità di lamponi. La ricetta originale ne chiedeva 350 gr, io ne avevo solo 100 e in effetti sono riuscita a metterli solo in cima, ma credo che 250 gr vadano benissimo.
Maffi al lampone


"maffi" al lampone
Ingredienti per 12 muffin
400 gr di farina 00
1 bustina di lievito
1 cucchiaino di sale (io ho usato quello alla vaniglia)
80 gr di zucchero
170 gr di burro morbido
250 ml di panna
250 gr di lamponi

Unire tra di loro tutti gli ingredienti secchi, mescolandoli. A questo punto amalgamare velocemente il burro a tocchetti (io ho usato la planetaria) e da ultimo la panna, senza mescolare troppo.
Distribuire metà dell'impasto in dodici stampini da muffin imburrati e spingervi dentro la metà dei lamponi (ovviamente se li avete, io purtroppo non ne avevo a sufficienza), coprire con l'altra metà dell'impasto e concludere con i lamponi rimasti. L'impasto è sufficientemente corposo e impedirà alla frutta di precipitare sul fondo.

Nella foto successiva si vede la Pina pronta ad assalire la nostra colazione.
pronta all'assalto
Sono tornata dal viaggio di nozze dieci giorni fa. Sono tornata in ufficio una settimana fa. E in tutto questo tempo neanche una riga, neanche una minifoto del viaggio, pochissimi tweet e giusto due o tre commenti sui miei blog preferiti. Mi è venuta la pigrite. Le foto del viaggio le ho scaricate ieri. E non le ho ancora nemmeno sistemate, selezionate, figurarsi caricarle su flickr (che oltretutto mi dà un sacco di problemi ultimamente) e rinominarle.
Però, siccome ci tengo a fare un piccolo aggiornamento, giusto per non lasciar passare troppo tempo, rischiando poi di abbandonare il blog definitivamente (mai! cosa ne farei poi di tutte le foto dei miei piattini?), ecco qua, alcune foto del viaggio di nozze in Brasile, caricate direttamente dall'hard disk e via andare.
Siamo stati via tre settimane, che sono pochissime per un paese così immenso, tanto da lasciare la voglia di tornare, per vedere le cascate di Iguaçù, il Pantanal, Ouro Preto, Diamantina, Brasilia e naturalmente le spiagge (non abbiamo fatto neanche una giornata di mare!).
Ma cosa abbiamo visto allora? I primissimi giorni li abbiamo passati a Rio, passeggiando tra Copacabana e Ipanema, salendo sulla collina del Pan di Zucchero (con la funivia), visitando il centro storico e il quartiere di Santa Teresa, cui si arriva in tram, l'ultimo tram rimasto a Rio de Janeiro, che si vede anche in qualche film (il marito mi parlava dell'Allenatore nel pallone). Poi siamo volati a Manaus, la capitale dello stato di Amazonas, da dove partono le escursioni sul Rio delle Amazzoni. Il fiume è un posto meraviglioso e anche se non è che si vedano poi tanti animali, se non in situazioni "addomesticate", la natura è splendida e profumata e c'è una pace tale che non me ne volevo più andare. Da lì siamo andati a Sao Luis, l'unica città di origine francese di tutto il Brasile e ci siamo procurati un'escursione ai Lençois Maranhenses, una località coperta di dune di sabbia bianchissima, stile iconografia del deserto: solo che in questa stagione piove, perciò si formano delle pozze d'acqua limpida bellissime, nelle quali si può fare il bagno. A seguire siamo stati a Salvador de Bahia, dove ci siamo fermati una settimana e purtroppo ha piovuto tutto il tempo. Peccato, perché la città si gira in un giorno e per il resto del tempo speravamo di andare in spiaggia! Da lì siamo tornati a Rio per un paio di giorni, giusto il tempo di vedere il Maracanà e salire alla statua del Cristo Redentore. E poi era già ora di rientrare in Italia...
Tramonto a Copacabana - Rio de Janeiro
Tramonto sul Rio Negro
Ninfea Regina Vittoria (Rio delle Amazzoni)
Incontro delle acque tra il Rio Negro e il Solimoes (Rio delle Amazzoni)
Sao Luis
Lençois Maranhenses


Macaco
Quartiere del Carmo - Salvador de Bahia
Ristorante a Salvador de Bahia
Statua del Cristo Redentore - Rio de Janeiro
Naturalmente sono pochissime, considerando che ne ho scattate oltre cinquecento (di cui almeno un centinaio di mangrovie, ma ve le ho risparmiate), ma quando finalmente saranno su flickr, chi vorrà andrà a vedere lì il set, senza che io debba annoiare gli incauti lettori di questo blog.
Anche se, adesso che è estate, non penso ce ne siano molti.