Come già vi avevo preannunciato (lettore avvisato...), i post di questi giorni saranno una carrellata di prodotti preparati per finire nei pacchetti regalo per Natale. Che poi, non so voi, ma ci sono un paio di persone che io devo ancora vedere per consegnare il regalino, perciò se siete nelle stesse condizioni queste idee potrebbero tornarvi utili. Altrimenti, be', vi devo dire che io questo liquorino che sto per presentarvi l'ho fatto anche per me e ora staziona in frigo, da offrire agli amici che passano per un saluto dopo cena o da sorseggiare noi dopo il caffè.
Somiglia molto al Baileys (adoro) e l'ho preparato da regalare a Metroicon, il co-autore del blog (anche se non si nota, vero Metro che sarebbe ora di postare qualche nuova ricetta?), che mi diceva di essere in cerca di qualcosa da bere dopo cena. Peccato che non potrà portarselo a Parigi...
Allora metto la ricetta qui, così se vuole può farselo anche da sé, tanto è facilissimo!
La ricetta viene dal collaudatissimo Regali Golosi (credo sia stato il miglior acquisto in termini di libri di cucina in tutto il 2010 e sì che ne ho comprati!), da cui ho tratto diversi regalini e mi ha permesso di sbarazzarmi di un barattolo di dulce de leche che avevo fatto tempo fa e che non osavo aprire per timore di farlo fuori a cucchiaiate tutto in una volta sola.
Ho fatto una lieve modifica: Sigrid usa il caffè solubile sciolto in acqua tiepida, io ho preparato una tazzina di espresso. Ah, poi ho usato il rum al posto del whisky, ma questo perché io sono rum-dipendente (no, però adesso non chiamate l'alcolisti anonimi!). Per il resto vi dico che questo liquore è fatto fondamentalmente di tre ingredienti, mescolateli in una ciotola con un cucchiaio, imbottigliate e fine della fatica. L'unica controindicazione è che occorre consumarlo entro due settimane. Ma è un sacrificio fattibile :)
Liquore di dulce de leche
liquore di dulce de leche
Ingredienti
300 gr dulce de leche
300 gr di rum (io ci ho messo l'Avana 3)
300 gr di panna fresca
mezza tazzina di caffè espresso
un cucchiaino di estratto di vaniglia

Versare il dulce de leche in una ciotola capiente. Aggiungere il caffè e mescolare bene. Versare l'estratto di vaniglia, il rum e infine la panna e mescolare in una con una frusta in modo da ottenere un liquido piuttosto denso e liscio. Versare in una bottiglia e conservare in frigorifero fino a due settimane.
Agitare prima di versare.
Per un po' cari lettori temo che vi dovrete cuccare le foto dei regali alimentari che sono finiti nei vari pacchi natalizi consegnati negli ultimi giorni (alcuni invece sono ancora da confezionare e consegnare).
La verità è che questi post non hanno nessuna autentica intenzione di dare suggerimenti cucinizi come potevano essere quelli precedenti, ma solo lo scopo di "bullarmi" davanti a voi mostrando cosa sono stata capace di fare (ah, manco avessi prodotto il panettone tartufato).
Fa eccezione questo, anche se con le feste credo andrà un po' ignorato. Perché è vero che io questi biscottini salati li ho confezionati per il pacco alimentare che ho preparato alla mia adorata amica Francesca, ma nella ricetta originaria erano stati pensati come salatini per un aperitivo di Capodanno e infatti così li avevo utilizzati l'anno scorso. Ora immagino che ognuno di noi abbia già in mente le ricette per l'occasione, ma è anche vero che in questi giorni di festa e ferie non è così improbabile pensare di ospitare qualche amico, approfittando del surplus di tempo libero. E se si è in tanti è sempre piacevole cominciare con un robusto aperitivo intanto che gli ospiti arrivano e la padrona di casa mette in forno l'arrosto.
Ah, a proposito del "cesto natalizio", volevo aggiungere che io tutte le produzioni le ho infilate in una borsina portapranzo comprata da Stella, di modo che quando avrà finito di mangiare le resterà comunque anche un regalino utile.
Ecco allora i miei salatini con le mandorle, qui impacchettati.
Biscotti pepe e mandorle
(ricetta tratta da Sale & Pepe di gennaio 2008)
biscotti salati parmigiano e mandorle
Ingredienti
200 gr farina
70 gr farina di mandorle
un uovo
130 gr di burro
30 gr di parmigiano reggiato grattugiato
sale e pepe

Mescolate le farine e lavoratele con il burro morbido, il parmigiano e una presa di sale. Poi unite l'uovo e una generosa macinata di pepe e impastate ancora fino a ottenere un composto uniforme. Copritelo con un telo e mettetelo in frigo (o fuori in balcone!) per mezz'ora.
Tirate una sfoglia dello spessore di mezzo centimetro circa e ricavatene tanti biscottini con un tagliapasta. Foderate una teglia con carta da forno, disponetevi i salatini e cuoceteli in forno caldo a 180° C per 15 minuti circa. Toglieteli dal forno e lasciateli raffreddare prima di prelevarli dalla teglia.
Avete già cominciato i festeggiamenti natalizi con gli amici? Io sì: c'è già stata la festa di Natale aziendale (che ho allegramente bigiato), una minifesta tra colleghe con un regalino ad estrazione (e mi sono portata a casa una pochette con bagnoschiuma e crema viso) e una festa "del regalo agghiacciante", ieri sera, in cui si sono viste discrete atrocità, ma si poteva fare di peggio. Io per esempio sono tornata a casa con una tazza a forma di gatto e devo dire che sono stata fortunata!
In quell'occasione con un paio di amici ci siamo scambiati anche i regali veri. I miei sono tuttora incartati e se ho pazienza sufficiente aspetteranno la sera della Vigilia.
A proposito di regali, quello che vi propongo adesso è un minipenserino "scemenza" facilissimo da fare, non si mangia (anche se sarebbe commestibile) e come dice il titolo è davvero "a prova di scimmia". Ho pensato infatti in particolare a chi ha pochissimo tempo e scarsa manualità (come me). L'idea è perfetta per l'amica/ex collega/zia che ci telefona dicendo: "Passo da quelle parti, se sei a casa tra cinque minuti vengo a farti gli auguri". Argh! Ecco l'idea per non farla andar via a mani vuote: semplice, carina, rapidissima.
Io in realtà l'ho inserito in un "cestino" contenente altri regali alimentari per la mia amica Francesca, che vedrò tra un'oretta. Spero che apprezzi.
L'ho trovata sul numero 50 di Donna Hay Magazine: non era pensata come regalo, ma semplicemente da usare per sé, per cui se l'idea vi piace, perché no?
Scrub per le mani alimentare
scrub mani
Ingredienti
165 gr di zucchero
2 cucchiai di sale grosso
125 ml di olio d'oliva
buccia grattugiata di un limone

Mescolare dapprima tutti gli ingredienti asciutti e infine amalgamare l'olio. Conservare in un contenitore ermetico.
Come si usa: prelevarne un cucchiaio e strofinare bene sulle mani. Sciacquare.
Questo scrub è ottimo per togliere anche gli odori più tenaci (tipo quando si è cucinato il pesce).

Posso aggiungere un'ultima cosa? Quest'anno l'aspetto che mi è pesato di più dei regali home-made è stato togliere le etichette dai barattoli di vetro che avevo a casa (eh, se non si riciclano almeno i barattoli di vetro che senso ha?). Ce n'erano alcune che non volevano saperne di venir via, nonostante le ore a bagno con acqua calda e detersivo, una sosta in freezer (speravo che la colla si irrigidisse, invece niente), i ripetuti passaggi in lavastoviglie e le sgrattate con la spugnetta ruvida e financo le unghie. A voi è capitato? A un certo punto ho avuto un'illuminazione: il solvente per unghie! Basta un dischetto di cotone ben imbevuto e anche i residui di colla più ostinati andranno via. Naturalmente dopo ho lavato nuovamente i barattoli.
L'altra settimana avevamo ospiti a cena gli amici del marito. Faccio sempre l'arrosto quando ho tanti ospiti: mi permette di godermi la compagnia mentre l'arrosto cuoce da solo nel forno e ha bisogno di pochissime attenzioni. L'importante è che la carne sia buona, per questo sono andata dal mio macellaio di fiducia: quello da cui vado sempre quando devo fare bella figura.
Solo che poi quando sono lì mi sento come un bambino da Imaginarium e pure il marito, che di solito stringe i cordoni della borsa davanti al mio irrefrenabile bisogno di spendere, subisce il fascino di quella macelleria pulita, ordinata e piena di gente cortese e competente (infatti è sempre affollata).
Così quando gli ho proposto di comprare della carne trita anche per noi ne è stato ben contento. Poi però è venuto il momento di cucinarla quella carne e così ho scelto di affidarmi a un vecchio numero di Cucina Moderna Serie Oro dedicato alle polpette, di cui mi sono già servita per tante altre ricette anche pubblicate su questo blog.
E ho scelto una ricetta come sempre facilissima, con le mele, di cui avevo il cassetto pieno, per un recente ordine al gas.
Polpette alla mela
polpette alla mela
Ingredienti per due persone
300 gr di carne di vitello tritata
1 grossa mela
un uovo
semi di finocchietto
la buccia grattugiata di mezzo limone non trattato
farina
mezzo bicchiere di vino bianco
olio

Sbucciate e grattugiate metà della mela, riunite la polpa ottenuta in una terrina insieme alla carne, l'uovo, i semi di finocchietto, la scorza di limone un pizzico di sale e una macinata di pepe. Mescolate e ricavatene delle polpettine tonde e passatele nella farina.
Scaldate il forno a 180°C, sistemate le polpettine su una teglia coperta di carta forno e leggermente unta d'olio. Versatevi sopra il vino delicatamente e cuocete le polpette in forno per circa 20 minuti, coprendole di tanto in tanto con il loro liquido.
Non so voi, ma io sono già entrata nel pieno del biscottamento natalizio. Incontrerò infatti alcune delle destinatarie dei miei regali nel corso di tutto il mese di dicembre e devo farmi trovare pronta con i doni al momento opportuno. Ecco perché domenica scorsa ho cominciato con una ricetta tratta dall'immancabile ultimo libro di Sigrid: Regali Golosi. Ormai l'hanno già detto tutti, ma volevo aggiungermi anch'io al coro di entusiasti ammiratori di questo prezioso libro, dal quale ho tratto più di uno spunto, sia per quanto riguarda le ricette che i suggerimenti per l'imballo.
Così, mentre preparavo l'impasto dei biscotti speziati finlandesi, ho mandato un messaggio a Radio DJ per raccontare che preparavo dei biscotti alle spezie da regalare alle amiche. Ed ecco che mi chiamano dopo un po' per parlare in diretta con la Pina e Diego! Non ci potevo credere!
Loro due, com'è nel loro stile, mi hanno presa in giro e cercado di dissuadermi dall'intento, dicendo che i biscotti non sarebbero stati né buoni né carini e che avrei perso tutte le amiche. Diego addirittura mi ha detto che nemmeno lui voleva spendere questo Natale, per questo avrebbe regalato a tutte le sue amiche dei semplici pon-pon e comunque, che se nessuno era disposto a mangiare i miei biscotti, di mandarli a lui. Al che gli ho risposto: "E tu mandami un pon-pon!"
E siamo tutti scoppiati a ridere.
Quello che loro non potevano sapere è che la ricetta è di Sigrid e finora tutte le sue che ho provato non hanno mai fallito.
Biscotti speziati finlandesi
biscotti svedesi speziati
Ingredienti
420 gr di farina
250 gr di burro ammorbidito
200 gr di zucchero
1 uovo
2 cucchiai di Golden Syrup (io non l'avevo e non l'ho nemmeno mai visto in vita mia, ho usato sciroppo d'acero)
3 cucchiaini di mix 4 spezie
1 cucchiaino di bicarbonato

Nel mixer o nella planetaria, lavorare lo zucchero con l'uovo, lo sciroppo d'acero, le spexie e il bicarbonato. Aggiungere poi il burro e infine incorporare la farina, fino a ottenere un impasto piuttosto morbido. Avvolgere con della pellicola e conservare in frigorifero per almeno un'ora. Stendere poi l'impasto molto sottile, ritagliare i biscotti con delle formine natalizie, cuocere a 180°C per circa 15 minuti.

Se volete anche un suggerimento per l'imballo vi mostro come ho fatto io: ho comprato delle tazze molto semplici (in realtà ho scelto queste perché erano tra le più piccole: fossero state più grandi avrei temuto che non entrassero nei sacchettini per alimenti), le ho riempite di biscotti e le ho infilate in sacchettini trasparenti che ho chiuso in alto e personalizzato con delle etichette acquistate su Etsy. A me sembrano molto carini a dispetto di quello che hanno detto Diego e la Pina.
pacchetti per biscotti natalizi
... gobba la figlia e la sorella, l'era gobba pure quella, la famiglia dei gobbon"
Non so da dove venga questa canzoncina, ma so che i miei genitori da piccola me la cantavano sempre, anche perché avevo la pessima abitudine di tenere le spalle incurvate (ah la timidezza), tanto che a volte mi minacciavano di visite ortopediche e di busti da portare. Anche adesso sono tuttora un po' sbilenca, anche se lunghi anni di danza e pilates hanno parzialmente risolto il problema.
Ma la gobba può essere anche un elemento positivo. Certo, non sto parlando di cammelli e dromedari che nella gobba immagazzinano le provviste per il viaggio nel deserto (io le immagazzino nella pancia ahimè), ma delle madeleines: incubo ed entusiasmo delle foodblogger, che passano i pochi minuti della cottura davanti al forno in attesa di vedersi formare la famosa gobbetta.
Ebbene, non vi dico l'entusiasmo al momento di estrarre la prima teglia e di vedere le gobbette perfettamente formate. Anche perché la prima volta che provai a farle, diversi mesi fa, l'unico risultato fu un tremendo accrocchio appiccicato alla teglia.
Invece, grazie a uno dei miei ultimi acquisti, il libro Madeleines di Guido Tommasi, il dolcetto è riuscito alla perfezione, in sapore e forma. Del resto, ve l'avevo detto di stare tuned, che vi avrei mostrato gli esperimenti.
Madeleines al cappuccino
madeleines al cappuccino
Ingredienti per circa 27 Madeleines (dipende dallo stampo: con questo impasto ho riempito 3 stampi da 9 madeleines)
3 uova
150 g di burro fuso
150 g di farina
150 g. di zucchero
1 cucchiaino raso di lievito
2 cucchiai di latte
2 cucchiai di caffè espresso
un pizzico di sale

Mescolare il caffè con il latte. Setacciare la farina col lievito. Sbattere le uova con lo zucchero fino a quando non saranno spumose, incorporare la farina e il lievito setacciati, il bicchiere col caffelatte e per ultimo il burro con un pizzico di sale. Mescolare finché si sarà ottenuto un composto omogeneo.
Lasciare riposare l’impasto coperto con la pellicola in frigorifero per almeno un’ora (io in realtà l'ho lasciato in balcone, tanto non è che faccia una gran differenza in questi giorni). Scaldare il forno a 250 °C (la ricetta dice 270°C, ma il mio forno non supera i 250°C) per 4 minuti poi abbassare la temperatura a 210°C e cuocere per altri 4-6 minuti, controllando bene la cottura.
Come regalo di nozze il mio capo mi ha regalato un buono Feltrinelli. Non sapeva di cosa avessi bisogno e sapeva che questo sarebbe stato gradito. Io al mio capo voglio benissimo.
Trattandosi di un regalo di nozze volevo spendere il buono in qualcosa di duraturo e che fosse utile a entrambi. E quindi un bel libro di cucina (ah, come so girare a mio favore queste altruistiche considerazioni). Solo che tutte le volte che andavo in Feltrinelli a comprare un libro di cucina mi dimenticavo a casa il buono. Così sabato scorso l'ho ficcato in borsa e sono partita appositamente per spenderlo, sapendo già che avrei preso l'ultimo di Donna Hay e l'ultimo di Julie Andrieu. Secondo me il sig. Guido Tommasi in ufficio ha un santino con la mia foto.
E anche Donna Hay mi deve una parte della sua fortuna, non so quanti libri suoi ho comprato, ma a spanne posso allegramente rispondere "quasi tutti". Ieri ci scherzavo su col co-autore del blog scrivendogli: "Secondo me Donna Hay mi pensa molto mentre prende il sole nella sua villa con piscina comprata coi miei soldi" e lui ha risposto: "Ti pensa mentre prende il sole nella sua villa con piscina mentre mangia un sacchetto di patatine del supermercato", che mi ha fatto riderissimo. E probabilmente è vero.
E però, che ci vogliamo fare, io al suo fascino azzurrino non resisto. E posso allegramente confessare che il suo Classici Moderni - 2 è indubbiamente uno degli acquisti migliori mai fatti in tema di libri di cucina. Quando decido di fare un dolce è sempre lì che traggo spunto e sempre lì che poi vado a finire, indipendentemente dal numero di libri di dolci che possiedo.
Anche questa ricetta è tratta da lì ed è una delle sue torte più famose. Io alla fine ho deciso di non mettere lo sciroppo e le scorzette, che sono indubbiamente molto coreografici, ma il fatto è che questa è la nostra torta della colazione e temevo che lo sciroppo si mummificasse e poi perché mi pareva già abbastanza calorica così. Infatti ho ridotto la quantità di burro e zucchero e comunque va bene così. Quello che mi è piaciuto è che è venuta bella alta, proprio come piace a me.
Torta arancio e semi di papavero di Donna Hay
torta di donna hay arancia e papavero
Ingredienti
150 gr burro morbido
150 gr zucchero
3 uova
180 gr farina
1 arancia non trattata
2 cucchiai di semi di papavero
mezza tazza di latte
1/2 bustina di lievito

Preriscaldare il forno a 160°C. Amalgamare il burro e lo zucchero in una ciotola con un cucchiaio di legno (o con il gancio a foglia dell'impastatrice che fa molto prima) finché non diventa una crema. Grattugiare la buccia dell'arancia e aggiungerla al composto. Amalgamare le uova a una a una, aggiungendo la successiva solo quando la precedente è stata ben assorbita. A questo punto aggiungere il succo dell'arancia e successivamente la farina setacciata con il lievito e i semi di papavero. Ammorbidire il composto con il latte.
Versare il composto in una teglia rotonda da 20 cm. imburrata e infarinata e cuocere per circa 50 minuti.
A questa temperatura la torta cuocerà più lentamente, di modo che l'impasto cresca senza fuoriuscire dalla teglia e rimarrà alto e compatto.