Oggi il blog esseresalvo compie un anno. Esseresalvo è un blog a fumetti tenuto da alcuni miei colleghi e in moltissime vignette parodia situazioni realmente accadute in ufficio, principalmente riguardanti situazioni informatiche.
Per questa ricorrenza abbiamo deciso di fare una minifesta e ho portato dei biscotti fatti da me. Lui invece ne ha portati di "fatti al computer" (ovvero comprati al supermercato).
I biscotti li ho fatti ieri sera, cercando ispirazione sul Libro d'Oro dei biscotti e stravolgendo completamente la ricetta (secondo me negli ingredienti mancava un uovo, ma me ne sono accorta quando sarebbe stato troppo tardi per aggiungerlo). Comunque li ho assaggiati e sono venuti buoni e ai sistemisti sono piaciuti.
Ah, io ero quella che non doveva più mangiare i dolci? Lo so, ma ieri è successa una cosa terribile: la mia collega che segue le tematiche del personale si è dimessa e da mercoledì prossimo comincia un lavoro nuovo in un'altra azienda. A gennaio per fortuna rientra la titolare della scrivania, attualmente a casa con la qualifica di "mamma di bimbo stupendo", ma indovinate chi dovrà fare tutto il lavoro del mese di dicembre? Bravi: io. Che non so niente di personale, che non ho l'accesso agli applicativi e che non li so usare e che comunque non è che finora non avessi proprio niente niente da fare...
Insomma, avevo bisogno di coccole!
(e comunque i biscotti sono al sicuro di là dai sistemisti, quindi al di fuori delle mie manacce golose)
Biscotti al caffè con noci e nocciole
biscotti noci nocciole caffè
Ingredienti
150 gr di farina
90 gr di burro morbido (di più non ne avevo)
100 ml di panna o se preferite, di latte
20 gr di noci + 40 gr di nocciole tritate finemente
70 gr di zucchero
una tazzina di caffè espresso
un cucchiaino di lievito

In una ciotola sbattete il burro con lo zucchero con uno sbattitore elettrico, finché non diventa una crema. Se volete mettere l'uovo che nella ricetta non c'era, questo è il momento. In questo caso potete omettere la panna. Aggiungete la farina setacciata con il lievito, le noci e nocciole tritate e infine il caffè. Ammorbidite l'impasto con la panna.
Accendete il forno a 180°C. Coprite una teglia di carta forno e prelevate l'impasto con un cucchiaino formando delle palline schiacciate. Non crescono molto, per cui non occorre tenere una particolare distanza tra i biscotti. Cuocere per circa 12 minuti.
Gli ingredienti sono per circa due teglie di biscotti.
Ieri ero a una riunione informale tra colleghi e uno ha chiesto a un altro: "Ma tu sei dimagrito?" e l'altro: "Sì, ho smesso di mangiare i dolci. E sai una cosa? Dopo un po' non ne senti neanche più il bisogno". Al che ho drizzato le antenne: "Comecome? Se non mangi dolci dopo un po' smetti di desiderarli?" e lui: "Te lo giuro, guarda, sono dieci giorni che non mangio cioccolato e non mi interessa neanche".
Maddai.
Io per inaugurare questa conversazione il pomeriggio mi sono scofanata un Twix al cioccolato bianco (limited edition). E poi, quando mi sentivo in colpa per le calorie e con la pancia gonfia anche dopo ore ho pensato che ci volevo provare. Nel frattempo stamattina è arrivata la mia collega con una dieta disintossicante datale da una dottoressa con l'obiettivo di purificare l'intestino. Dura solo una settimana e non ci sono le quantità. Si può mangiare quasi tutto, tranne i dolci e le carni rosse, c'è tanta frutta e tanta verdura soprattutto cruda. Non è punitiva.
Ho pensato: "Boh, proviamo".
Per la dieta non so, ma sono abbastanza determinata per quanto riguarda l'esclusione del cioccolato. Ne si deduce quindi che devo gratificarmi con altri cibi coccola. Ecco perché vi presento questa ricetta, nonostante io abbia deciso che smetterò di fare foto con la luce artificiale.
Però questo crumble è così buono, facile e veloce che ho voluto proporvelo lo stesso, anche con una foto triste e grigiastra. Io l'ho già rifatto due volte e l'ho anche proposto a un ospite (e lui l'ha mangiato).
La ricetta viene da Cucina Naturale di novembre, io mi sono limitata a sostituire i ceci con i fagioli borlotti, secondo me ci stanno pure meglio (trascurando l'aspetto che ovviamente in casa non avevo i ceci).
Crumble di zucca e fagioli
crumble di zucca e fagioli
Ingredienti per due persone
350 gr di zucca tagliata a dadini
un barattolo piccolo di fagioli in lattina (sgocciolati)
olio evo
sale e pepe
20 gr di nocciole
60 gr di farina integrale

Mettete i dadini di zucca in una padella con un cucchiaio d'olio già caldo, unite poco dopo mezzo bicchiere d'acqua bollente salata, coprite e cuocete per 3/4 minuti. Scoperchiate e fate evaporare l'acqua (per un paio di minuti). Mescolate la zucca con i fagioli e sistemate il tutto in una pirofila ricoperta di carta forno.
Nel frattempo preparate la copertura frullando le nocciole con la farina e un pizzico di sale e aggiungendo piano piano due cucchiai d'olio.
Coprite il misto di zucca e fagioli con la copertura alle nocciole e cuocete in forno già caldo a 200°C per circa 15 minuti.
L'altro giorno sulle scale della metropolitana guardavo le borse delle donne davanti a me. Ce n'era una con due borse, una che poteva essere la sua borsetta (ma era gigante) e un'altra, ancor più grossa, conteneva probabilmente le cose che le erano servite durante la giornata: ho visto un tupperware vuoto che ne sbucava infatti. Anche una ragazza più avanti aveva un tupperware vuoto che le sbucava, però da un sacchetto di Zara e allora ho cominciato a domandarmi in che modo la gente trasportasse il proprio pranzo in ufficio.
Ho una collega per esempio che trasporta tutto in una bellissima borsa di tela plastificata, in cui tutto all'interno è perfettamente impilato con ordine. Altre due arrivano con la borsa termica da pic-nic a fiorellini: è abbastanza graziosa ma piuttosto ingombrante.
Io fino a pochi giorni fa utilizzavo una borsa di tessuto di quelle che si usano per portare la spesa: piatta e quadrata. Possiedo diverse borse di stoffa (anche se mio marito finisce per perdermele in giro e vorrei tanto sapere che fine ha fatto la mia borsa dell'Einaudi con sopra una citazione bellissima), ma hanno tutte lo stesso difetto: sono bidimensionali, non hanno una base dove appoggiare le cose. Quindi dentro le cose si ribaltavano tutte e poi a portarle in giro avevo gli spigoli conficcati in ogni parte del corpo. Un fastidio indicibile.
Finché non ho trovato lei.
borsina in posa
La dimensione è perfetta: non troppo grande ma nemmeno minuscola. Mi ci sta il tupperware (e a brevissimo il mio nuovo bento rosso Ferrari), il thermos con la tisana e la banana, mentre le posate stanno nella pratica taschina laterale, così da non perdermele in giro. E ci sta la tovaglietta, quella che vedete nella foto, che ho comprato da un paio di giorni, per apparecchiare anche quando mangio in ufficio e coccolarmi come se mangiassi a casa (questo è un trucco che ho imparato dalla mia collega, che si porta sempre delle bellissime tovagliette e io infatti le dico che apparecchia con tovaglie di Fiandra e cristalli di Limoges).
E finalmente non mi si ribalta tutto come invece accadeva con le altre borsine. E poi questa è solo mia e quindi il marito non si azzarda a toccarmela (e di conseguenza a smarrirla, così poi non arrivo la mattina senza neanche un sacchetto per portare il pranzo).
Dove l'ho presa questa delizia? Qui:
stelladisaleLAB - borse di stoffa
Se guardate nel sito ce n'è per tutti i gusti e per tutte le dimensioni: perfino extralarge da spiaggia, supercolorate e con un sacco di comodissime tasche per infilare gli oggetti più piccoli che non si trovano mai nel fondo delle varie borse.
E sono anche elegantissime, altro che sacchetti di carta o peggio ancora di plastica dello shopping.
Ma dentro il tupperware cosa c'era? Ora ve lo mostro.
la schiscetta e la sua borsa
Riso venere bollito, finocchi crudi e gamberi sbollentati. Il tutto condito con un po' di olio e sale. Semplice, rapido e buonissimo.
E voi dove lo trasportate il vostro pranzo? Me lo raccontate nei commenti? Sono curiosa.

stelladisaleLAB - borse di stoffa
La settimana scorsa nell'elenco di verdure disponibili al mio gas ho trovato il "Cavolo fiolaro di Creazzo". E che è? mi sono subito chiesta. E nel mentre che me lo chiedevo, già attivavo i motori di ricerca.
Non sono rimasta delusa. Per prima cosa ho scoperto che il cavolo (o broccolo) fiolaro è un prodotto De.Co. che ha anche un suo sito internet e una sagra dedicata in gennaio. Sul sito si legge che perfino Goethe fu affascinato da questo prodotto (anche se leggendo meglio poi si capisce che in realtà il poeta era più affascinato dalle contadine vicentine che dalle verdure) e che già alla sua epoca l'ortaggio era coltivato in notevole quantità.
Sempre grazie alla rete, ho scoperto poi che quando Michelle Obama ha deciso di impiantare l'orto della Casa Bianca le sono stati inviati anche i semi del cavolo fiolaro e mi son detta: "Anch'io voglio fare come Michelle!". Ma non avendo né un orto, né una Casa Bianca e nemmeno un marito presidente, l'unica opzione rimasta era quella di ordinare lo sconosciuto (almeno a me) cavolo fiolaro.
cavolo fiolaro di Creazzo
Certo che poi rimaneva il problema di come mangiarlo. Anche qui mi è venuta in soccorso la rete, in particolare con questa ricetta, che mi è sembrata gustosa e soprattutto rapida. Che non so voi, ma io ultimamente non ho tempo quasi nemmeno di lavarmi i denti, figurarsi cucinare.
Di quella ricetta mi sono limitata a cogliere lo spirito. Anche perché la vezzena non saprei dove andare a recuperarla. Perciò, col mio fido minipimer ho frullato dapprima un po' di parmigiano (diciamo 50 gr) con l'equivalente di nocciole. Poi li ho messi da parte e ho frullato le foglie di un cespo piccolo di cavolo con sale, pepe e olio. Dopodiché ho amalgamato i due miscugli e ho usato il pesto per condire un piatto di spaghetti (un cucchiaio a persona).
Il resto del pesto riposa in frigorifero ben coperto d'olio, per prossimi pranzi improvvisati, superveloci ma buonissimi.
Pesto di cavolo fiolaro
pesto di cavolo fiolaro
Signora Obama, i cavoli le sono spuntati? Perché questa è la stagione giusta. Spero che le siano venuti su belli rigogliosi. Se non sa cosa farne (anche se so che le hanno passato un ricettario insieme ai semi), provi un po' a passare al White Chef questa ricetta. Vedrà che non è niente male.
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Venerdì pomeriggio i libri che attendevo e per i quali ho ammorbato i miei poveri followers di twitter sono finalmente arrivati. Naturalmente non ho resistito a sfogliarli subito, insieme alle mie colleghe, direttamente in ufficio, in particolare quelli di cucina, che appagano immediatamente la vista, oltre che il pensiero delle future ore piacevoli in loro compagnia. Tra questi, oltre a Pane e roba dolce delle Simili (da mio marito già ribattezzate le Gemelle Diverse), che mi guiderà nella lunga strada in compagnia della pasta madre, c'era anche Cioccolato, l'ultimo prodotto di Donna Hay pubblicato in Italia. Così "ultimo" che per ora su anobii ce l'ho solo io e non è nemmeno ancora visibile sul sito della casa editrice.
Be', che dire, io di Donna Hay comprerei anche la lista della spesa, se la pubblicasse, per il solo puro piacere di tenere in mano i suoi libri, anche se alcune delle ricette che ci sono qui si trovano anche altrove, in particolare in Classici Moderni - 2. Inutile dire che volevo correre a casa subito a provarle tutte. E nei limiti del possibile è quello che ho fatto.
Ovvero, venerdì sera ero già alle prese con una ricetta che mi aveva colpita al primo sguardo. Si tratta di biscotti al cocco (ma si sente appena) e pezzetti di cioccolato, che una volta fatti mi hanno anche colpita al primo morso. Per fortuna mi è venuta l'illuminazione di impacchettarne un bel po' da regalare al mio capo per ringraziarlo di avermi portato del vin santo dalla Toscana, altrimenti sarei riuscita a ingurgitarmeli tutti da sola.
Cookies con gocce di cioccolato
cookies di donna hay
Ingredienti
125 gr di burro morbido
1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
175 gr di zucchero di canna
2 uova
300 gr di farina setacciata
1 cucchiaino di levito
75 gr di cocco disidratato
185 gr di cioccolato fondente spezzettato

Scaldate il forno a 190°C. Mettete nella planetaria burro, vaniglia e zucchero e sbattete fino a ottenere un composto cremoso. Unite le uova una alla volta continuando a sbattere. Incorporate la farina setacciata insieme al lievito, il cocco e il cioccolato. Formate delle palline con circa un cucchiaino (nel libro dice un cucchiaio, ma poi mi son venuti dei biscotti grossi come parabole satellitari) di impasto ciascuna. Disponetele su teglie foderate di carta forno distanziandole un po' e appiattitele appena. Cuocete per 10-12 minuti.
Il mio primo esperimento con la pasta madre col quale ho ammorbato tutti i miei (per loro fortuna pochi) followers di twitter è finito nella spazzatura. Aveva un odore terribilmente acido, secondo me troppo ed era collosissimo senza essere cresciuto granché di dimensione. Ho scandagliato tutta la rete, visto milioni di foto di pasta madre altrui e non assomigliava a nessuna. Che poi io non ho ancora capito: vedo foto in cui l'aspetto è semiliquido e pieno di bolle. Oppure altre con il bel panetto e il taglio "fiorito". Allora, come cavolo dev'essere questo lievito madre? Comunque il mio non somigliava a nessuno dei due, perciò è finito orrendamente nel cestino. Ho riprovato con una nuova ricetta: l'aspetto è completamente diverso e anche questo mi convince poco e mi pare non lieviti per niente, comunque stasera si procederà col primo rinfresco (così dice questa ricetta).
Nel frattempo i miei libri ordinati su Bol (l'altro argomento con cui ho ammorbato i miei poveri followers) sono in consegna ma non riesco più ad aspettare che me li portino. Lì tra l'altro c'è anche "Pane e roba dolce", che spero mi apra porte, finestre e cancelli sul meraviglioso mondo della pasta madre. Ma quando arriva? Uffa.
Va be', parliamo di altra pasta. La pasta che si mangia per pranzo insomma. E che io ho preparato per il pranzo di domenica scorsa, copiando una ricetta facilissima di Cucina Naturale di novembre.
Spaghetti con bottarga, olive e pomodori secchi
spaghetti pomodorini, olive e bottarga
Ingredienti per due persone
160 gr spaghetti
25 gr olive nere snocciolate
due cucchiaini di bottarga in polvere (quella che ho usato io: se avete quella da grattugiare è meglio)
6 pomodori secchi
un bicchiere di vino bianco
olio evo
sale

Riunite in una ciotola i pomodori secchi, le olive e il vino, coprite e lasciate marinare per 30 minuti. Scolate dal vino i pomodori, strizzateli leggermente e tagliateli a filetti. Rosolate in padella con poco olio i pomodorini e le olive, poi bagnate col vino della marinata filtrato, facendolo sfumare. Nel frattempo lessate gli spaghetti al dente in abbondante acqua salata e saltateli in padella.
Distribuiteli nel piatto, spolverizzate con la bottarga e completate con un filo di olio a crudo.
A chi interessa cosa fanno due adulti consenzienti nel privato della loro camera da letto? Chi vuol sapere se lo fanno sul letto o sul tavolo della cucina, in piedi, seduti, sdraiati? Se lo fanno sul lampadario? Se usano intimo di pelle o di latex? A me non interessa. Sono fatti loro, giusto?
E allora perché quando questi due adulti consenzienti, che se ne stanno in pace per i fatti loro, che non tolgono niente a nessuno, che fanno la loro vita nel bene e nel male, ecco quando queste due persone sono due uomini allora no, non va più bene e certuni si sentono in diritto di osservare, giudicare, criticare, discriminare?
Perché all'improvviso non sono più fatti loro, ma diventano un pretesto di offese, critiche, battute volgari e in alcuni gravi casi, addirittura di pestaggi? E se questo succede quotidianamente, non sarebbe compito della politica (e ovviamente di tutti i cittadini) sradicare certi comportamenti?
Trovo orrendo invece quando questo atteggiamento viene avallato, addirittura da un'alta carica dello stato, che trova naturale affermare davanti a stampa, radio e televisioni che è meglio guardare le belle ragazze che essere gay. Vorrebbe gentilmente spiegarci anche perché è meglio? Vorrebbe anche spiegarci perché gli interessa cosa fanno due uomini adulti e consenzienti nella loro camera da letto e perché per lui è motivo di discriminazione?
Per tutte le ragioni che ho espresso ho deciso di partecipare al tam-tam di cui ho letto qui e che invito tutti ad andare a leggere.
Non chiudiamo gli occhi e le orecchie anche questa volta. Non facciamo finta di niente. Non abituiamoci.

Metti un finocchio a cena
Finocchi al pomodoro
(ricetta tratta da Starbene di ottobre)
finocchi al pomodoro
Ingredienti per due persone
1 grosso finocchio
1 barattolo di passata di pomodoro
50 gr di olive nere
20 gr di mandorle tritate grossolanamente
un paio di cucchiai di pecorino grattugiato (io non l'avevo, ho usato delle fettine di scamorza di bufala)
olio evo
sale

Lavare il finocchio, tagliarlo a pezzetti e saltarlo in padella con l'olio. Scaldare il forno a 180°C. Disporre il finocchio in una pirofila, coprirlo con la passata di pomodoro, aggiungere le olive, le mandorle e coprire con il formaggio. Cuocere in forno per 20/30 minuti.
La ricetta prevedeva anche l'utilizzo del succo e della scorza di un'arancia bio, che io non avevo, ma che probabilmente dà un sapore originale a questo piatto. Se ce l'avete usatela.
Io non le avevo, ma consiglio di preparare questo piatto in pirofile individuali, altrimenti il porzionamento è faticoso a causa della passata, che è liquida.

Buon appetito Mister B.!
Dopo la lezione di pasticceria di sabato sul cioccolato ero piena di energia. Secondo me a causa di tutto il cioccolato di cui mi sono abbuffata. Ma era buonissimo!
Così nel pomeriggio, una volta a casa, ero un turbine di attività. Ho fatto partire il pane con la macchina, lavato la vaschetta della gatta, pulito la cucina, cercato di preparare il mio lievito madre (sta procedendo abbastanza bene, speriamo!) e fatto i crackers.
Non so i mesi che avevo per le mani questa ricetta, passatami dalla mia amica Donatella, che a sua volta l'aveva ricevuta da una sua amica e non mi decidevo a farla. Come per tante cose, che si fissano nella mente e restano lì, di tanto in tanto mi dicevo che c'erano quei crackerini da provare a fare e poi non mi decidevo mai. Ecco, il momento è arrivato sabato.
Ecco, la prima cosa che devo dire a proposito di questi crackers è che sono facilissimi. Veramente a prova di impedito in cucina. Si fa l'impasto col cucchiaio, non lievitano, non hanno bisogno di nessun accorgimento particolare. La seconda cosa è che il profumo si spande per tutta la casa e resta a lungo: l'ho sentito ancora domenica mentre scattavo la foto. La terza cosa è che sono ottimi: uno tira l'altro e sono perfetti con i salumi, quindi li suggerisco per un aperitivo con gli amici, per un antipasto con salumi misti ma anche tranquillamente a tutto pasto nel cestino del pane.
Crackers ai semi
crackers ai semini
Ingredienti
125gr fiocchi d'avena
125 gr farina di farro (io invece ho usato quella di grano saraceno perché l'avevo in casa)
120 gr di semi vari (io ho usato sesamo, lino, girasole e zucca, in proporzioni variabili)
400 ml di acqua
mezzo cucchiaio di curcuma (io ci ho messo il curry e ci stava molto bene)
1 cucchiaino di sale
4 cucchiai di olio d'oliva

Mescolare insieme tutti gli ingredienti. Io ho cominciato dapprima con gli ingredienti secchi, di modo che fossero ben mischiati, poi ho aggiunto l'acqua un po' alla volta, continuando a mescolare, in modo da non formare grumi. Non spaventatevi se vi sembrerà un pastone e mettetecela proprio tutta: funziona.
Far riposare il composto per un'ora, poi stenderlo su una teglia da forno ricoperta di carta forno. Cuocere in forno già caldo a 175°C per 20 minuti, poi tagliare in quadrati e cuocere per altri 40 minuti.
Una volta cotti, estrarli dal forno e farli raffreddare su una rastrelliera.
Non chiudeteli dentro barattoli di nessun tipo, altrimenti diventano di gomma.
Gli uomini sono degli ingrati. In particolare quelli col colesterolo alto. Ne ho presenti due in particolare: uno è il marito della mia amica Francesca, l'altro è un amico del marito (il mio). Mentre le mogli li tengono a dieta per il loro bene, sforzandosi di mettere gusto e creatività in ricette sane, costoro cercano di sfuggire in ogni modo, chi imboscandosi di nascosto in sordidi McDonald's (l'amico di mio marito), chi scofanando sotto gli occhi attoniti della moglie pericolosissimi muffin nemici delle arterie (il marito della mia amica).
Ok, la colpa è mia, perché i muffin li ho fatti io espressamente per loro (arrivavano da una mattinata in piscina, erano affamatissimi), ma non mi aspettavo che lui se li facesse fuori tutti da solo, chiedendomi poi di portarsi via quelli avanzati (tre su dodici) per la schiscetta del giorno dopo.
Ovviamente glieli ho lasciati volentieri e qui lascio anche la ricetta per lei, di modo che glieli possa rifare qualche volta, naturalmente come premio speciale.
Io sono riuscita ad assaggiarne uno e devo ammettere che non erano male.
La ricetta viene dal libretto "Madeleines", uno degli ultimi nati della Guido Tommasi (nel sito ancora non è visibile), comprato d'impulso e prontamente utilizzato. Qualcuno obietterà: ma queste non sono madeleines! Ovviamente no: solo che l'impasto delle madeleines deve riposare in frigo per almeno un'ora e io non avevo tutto questo tempo. Mi riprometto però di utilizzare l'apposito stampo che ho comprato a Pasqua in una bancarella, perciò stay tuned se l'argomento interessa.
Muffin gorgonzola e noci
muffin zola e noci
Ingredienti per 12 muffin
3 uova
120 gr di gorgonzola
15 gr di parmigiano grattugiato
150 gr di farina
mezza bustina di lievito per torte salate
4 cucchiai di olio d'oliva
60 gr di gherigli di noce
sale e pepe

Scaldate il forno a 180°C. Tritate grossolanamente le noci, togliete la crosta al formaggio e tagliatelo a pezzetti. Setacciate lievito e farina. Sbattete le uova con il parmigiano. Aggiungete il composto di lievito e farina, il gorgonzola, le noci, l'olio, sale e pepe e mescolate.
Imburrate gli stampini e riempiteli a circa 2/3. Cuocete per circa 20 minuti, attendete qualche minuto, sformate i muffin e se riuscite, serviteli tiepidi.