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La frittata di fave che diventò due branzini al forno

Lunedì sera sono tornata a casa dal lavoro, il tempo di cambiarmi ed ero già in cucina a preparare la cena. Ho sbaccellato un chilo di fave. Ho messo a bollire l'acqua, ci ho buttato dentro le fave. Dopo tre minuti le ho scolate e le ho sgusciate a una a una. Ci ho messo credo un'ora e mezza. In una ciotola a parte ho sbattuto le uova con il pecorino grattugiato. Ho versato il composto di uova e formaggio in una teglia rivestita di carta forno, ci ho buttato dentro le fave. Il forno era già acceso a 180°C.
Prima di infornare ho aperto il frigo e lì, davanti ai miei occhi si sono parati i due branzini che avevo comprato sabato per la cena di domenica. Solo che poi domenica non li avevamo mangiati perché il pranzo era stato così abbondante che avevamo cenato con uno yogurt. Non so come avessi fatto a scordarmene e soprattutto a non notarli tutte le volte che avevo aperto il frigo per prendere le fave, le uova, il pecorino.
Non potevo cucinarli martedì, perché dovevo andare a teatro. Che fare?
Ho cucinato il pesce. Mentre lo mangiavamo, ho cotto la frittata, che in parte è stata mangiata dal marito la sera dopo, mentre io ero a teatro, in parte è diventata schiscetta per me.
Branzini al timo e limone
(ricetta tratta dalla rivista "FiorFiore" dei supermercati Coop)

Branzino al timo e limone
Ingredienti per due persone
2 branzini (o trote, o orate)
1 limone non trattato
1 spicchio d'aglio
qualche rametto di timo
mezza tazza di pangrattato

Sciacquare i pesci già puliti e irrorare le pance con il succo di mezzo limone. Tagliare l'altra metà del limone a fettine. Frullare le foglioline di timo con lo spicchio d'aglio e mescolare il trito al pangrattato. Inserire nella pancia dei pesci il trito di erbe e pangrattato e un paio di fettine di limone. Posizionare in una teglia e cospargere i pesci con il trito avanzato.
Cuocere a 180°C per circa 15/20 minuti, a seconda delle dimensioni dei pesci.

La brutta foto è stata scattata con l'iPhone e la luce sopra i fornelli. La foto alla frittata di fave non l'ho neanche fatta.

A tavola in quindici minuti (o poco più)

Uh Lise, bentornata, dove sei stata fino ad ora? Qui. Ah, e come mai non scrivevi, non hai cucinato? No. Ero di cattivo umore e non avevo nessuna voglia di mettermi ai fornelli. Non che adesso mi sia del tutto passata. Non so neanche se mi passerà mai. Ma ho ripreso a sfogliare con gusto le pubblicazioni di cucina e a mettere in pratica le ricette più facili.
La preparazione di oggi viene da Frittate, l'allegato di Cucina Moderna di aprile che onestamente puntavo fin dalle pubblicità sul numero di marzo. In effetti una frittata fantasiosa risolve una cena in pochissimo tempo e fa subito allegria. Sul libretto ho scoperto che si chiamano frittate quelle che si possono mangiare anche fredde, se invece sono buone sono calde si chiamano omelette (non che la differenza fose proprio questa, ma insomma, non sottilizziamo).
Mente sfogliavo il libretto mi sono ricordata di un barattolo di passata di pomodoro aperto da qualche giorno e che stazionava allegramente in frigorifero. Ecco allora che questa ricetta era perfetta per far fuori degnamente l'avanzo, per di più in maniera così veloce da risultare ideale per una cena durante la settimana.

Omelette al pomodoro
frittata di pomodoro
Ingredienti per due persone
4 uova
1 piccolo barattolo di passata di pomodoro (circa 150 gr)
un pizzico di zucchero
un pizzico di cumino
un pizzico di preparato aglio e peperoncino secchi
olio, sale e pepe

Accendere il forno a 180°C.
Scaldare un cucchiaio di olio in una pirofila (su un fornello) e far soffriggere il pizzico di preparato di aglio e peperoncino (se non l'avete va benissimo uno spicchio incamiciato da togliere poi e il peperoncino in polvere). Aggiungere la passata di pomodoro, lo zucchero, il cumino, il sale e il pepe e scaldare per qualche minuto. Sbattere brevemente le uova in una ciotola e aggiungerle nella pirofila dopo aver spento il fuoco.
Infornare e cuocere per 10/15 minuti o fino a quando l'omelette si sarà rappresa.

Oggi non ho voglia

Succede vero? Succede anche a chi ha un blog di cucina, di non aver voglia di cucinare. Succede di non aver proprio voglia di far niente, in generale. Domenica, io e la Pina non avevamo voglia di far niente. Lei ha dormito tutto il giorno, che invidia. Io non avevo neanche voglia di mangiare, che fortuna, mi capitasse più spesso, figurarsi se avevo voglia di preparare.
A pranzo mi è andata bene: il moroso ha riportato mezzo pollo da casa dei suoi. Io non è che vada matta per il pollo, arrosto poi figurarsi, però l'ha mangiato quasi tutto la Pina quindi perfetto. La sera invece purtroppo no. Io stavo così bene sul divano appoggiata al petto del moroso, avevo anche chiuso gli occhi, non mi sarei più mossa da lì nei secoli dei secoli. Invece lui voleva mangiare, che disdetta. Io non avevo neanche programmato niente, quando mai.
Alla fine una carrucola psicologica mi ha sollevata dal divano, sono andata in cucina, ho aperto il frigo. Ho visto che c'erano gli spinaci puliti. Le uova e il fontal. E il contenitore di alluminio dove aveva alloggiato il pollo (no, quello non era dentro il frigo, era in giro sul bancone della cucina).
Frittata di spinaci al forno
frittata di spinaci
Ingredienti per due persone
3 uova
3 manciate di spinaci puliti
100 gr di fontal (ma meglio ancora l'emmenthal)
olio, sale e pepe

Scaldare un cucchiaio d'olio in una padella e rosolarvi brevemente gli spinaci. Sbattere le uova in una ciotola per un attimo appena, giusto per amalgamare tuorli e albumi. Aggiungere il formaggio grattugiato con la grattugia a fori grossi, salare e pepare a piacere e aggiungere gli spinaci. Versare il tutto in una pirofila e cuocere in forno a 180°C per 20 minuti.

Non sono Donna Hay

Da quando ho preso la decisione di cucinare anche durante la settimana, il libro di Donna Hay Cucinare in un istante è stato uno dei primi che ho portato a casa. Sono sincera, è stato un capriccio e lo sapevo. Mi stavo portando a casa un libro illustrato, tutto qui.
Poi mi sono messa a sfogliarlo per bene e mi piaceva proprio, ma evidentemente non era il momento. L'ho lasciato in libreria a decantare per qualche settimana, di tanto in tanto lo tiravo fuori, ma non era mai il momento giusto. Invece quando ho fatto il menu della settimana scorsa l'ho ripreso in mano e sono rimasta attratta da una frittata soffice di spinaci.
Eccolo lì il mio buon proposito di mangiare più verdura!
Messa subito nel menu, per la sera in cui avrei cenato da sola (devo dire la verità che questa settimana il rispetto del menu è stato piuttosto aleatorio, ma fa niente).
Facile era facile. Veloce pure. Diciamo che i difetti sono due: il primo è che per fare una frittata bisogna tirar fuori due ciotole e una padella; il secondo è che va be', io sono particolarmente impedita, ma fare le frittate belle come Donna Hay è impossibile.
Perciò tiè, ecco il mio sgorbio, però buono era buono.
Frittata di spinaci di Donna Hay
frittata di spinaci donna hay
Ingredienti per 1 persona
1 uovo (albume e tuorlo separati)
3 cucchiai di latte
1 cucchiaio di parmigiano
3 manciate di spinaci puliti
sale, pepe e olio per la padella

In una ciotola sbattere il tuorlo con il parmigiano e il latte. In un'altra montare a neve l'albume e incorporarlo delicatamente all'altro composto. Scaldare un po' d'olio in una padella e buttarci gli spinaci. Farli cuocere per un paio di minuti, salare, pepare e rovesciarvi sopra il composto di uova. Se siete bravi come Donna Hay rivoltate anche la frittata e a fine cottura piegatela a metà. Se siete impediti come Lise Charmel, quando la frittata è ben cotta sotto e umida sopra, spegnete il fuoco e incoperchiate per una decina di minuti.
Le mie colleghe mi hanno parlato di una padella doppia per cuocere le frittate, mi sa che me la andrò a cercare.

Non è una ricetta, è uno spunto

Giovedì sera ho trovato nella casella della posta questo libro che avevo ordinato la settimana prima e che mi ha tenuto compagnia in questo lungo fine settimana. Gli spunti che dà sono spesso utilissimi e ne ho messi insieme due per una cena semplicissima venerdì sera.
Ora so che passando di qua qualcuno penserà che non valeva la pena di postare frittata di mortadella con contorno di spinaci, ma io lo faccio lo stesso, hai visto mai che i suggerimenti dell'ArtuRi (sisì, con la R!) tornino utili anche a qualcun altro.
frittata con spinaci
Frittata di mortadella con contorno di spinaci
Non sto a postare la ricetta della frittata: credo che ognuno sappia farla da sé e molto meglio della sottoscritta, comunque per due io ci ho messo 4 uova, due fette di mortadella, un ricciolo di burro (non avevo latte in casa), un po' di sale e pepe. Ci sarebbe stata bene la noce moscata, perchè non mi è venuto in mente? Il fatto è che io a girare le frittate sono un disastro. In 37 anni di vita non sono mai riuscita a girare una frittata senza romperla e per questo motivo o le faccio in forno o cerco di non farle mai. Ma ecco il geniale suggerimento dell'Arturi: lui non le gira (e io lo adoro). Lui le fa cuocere in una padella ben unta e quando si sono rapprese sul fondo e un po' anche in cima ma non del tutto, spegne il fuoco, copre la pentola e lascia riposare per una decina di minuti.
Ma dov'è stato l'Arturi fino ad ora? Leggendo il libro ho scoperto che fino all'anno scorso abitavo addirittura nella stessa zona e non l'ho incontrato mai, che disdetta.
Segue invece la semplicissima ricetta (sempre tratta dal suo libro) degli spinaci, che mi sono piaciuti un sacco.
Pulite una montagna di spinaci. E quando dico montagna parlo sul serio: io ne ho pulito una ciotola e quello che vedete nel piatto è praticamente quanto ne era rimasto a fine cottura.
Mettete a rinvenire in acqua tiepida una manciata di uvetta. Soffriggete mezza cipolla in olio abbondante, aggiungete una manciatina di pinoli e l'uvetta e fate saltare. Aggiungete gli spinaci, coprite la pentola e cuocete per 5/6 minuti.
Che buoni, signor Arturi...