Come qualcuno dei miei affezionati lettori già sa, sabato scorso ho cominciato il corso “Basi della pasticceria” della Cucina Italiana. Gente, non credevo: uno spasso. Ho già frequentato altri corsi della Cucina Italiana (personalmente li trovo i migliori tra quelli organizzati a Milano), ma questo si preannuncia una fonte di aneddoti a profusione.
A cominciare dalla tizia che non ha mai usato il forno di casa sua e non conosce i simbolini di normale e ventilato (giuro, le ho dovuto fare i disegnini) e si stupisce e si entusiasma che un solo forno possa avere entrambe le funzioni. Poi c’è quella magrissima e un po’ vamp, che non capisco cosa ci faccia lì, finché non confessa che ce l’ha iscritta di peso il marito perché impari un po’ a fare dei dolci decenti, che finora i suoi non li ha voluti neanche il cane e non fa che citare Montersino (che guarda religiosamente in televisione), suscitando un certo nervosismo nel pasticcere docente del corso. C’è il tizio che ha tutta l’aria di essere un serial killer e non proferisce una sola parola in tutte le tre ore di lezione. E poi ci sono persone carine, normali, che come me fanno a casa le loro prove con risultati alterni. Chissà che non salti fuori anche qualche bella amicizia.
Sabato abbiamo cominciato con pasta frolla e pasta sfoglia (da non credere: finalmente mi è venuta voglia di fare la sfoglia in casa), meringa, crema pasticcera e crema al limone. La pasticcera ho voluto farla io, visto che a casa non mi riesce mai e in effetti, nonostante gli strumenti professionali e l’assistenza vigile del pasticcere docente, ero quasi riuscita a bruciarla anche stavolta. Poi abbiamo assemblato il tutto e ne sono venute fuori una crostata di frutta con crema pasticcera e una crostata meringata al limone che penso avrei potuto mangiare tutta da sola. Anzi, volevo rifare la crema al limone a casa in questi giorni, ma non sono riuscita a trovare i limoni non trattati e spero che siano presto disponibili al gas, per lanciarmi nella produzione.
La ricetta che vi propongo oggi non fa parte del corso di cucina, anzi è una di quelle che risulterebbero facili anche per chi il forno non l’ha mai acceso. Io l’ho trovata su Delizie Divine di Nigella Lawson. So che Nigella è un personaggio controverso, infatti ero un po’ indecisa se acquistare il libro o meno. Devo naturalmente provare molte altre ricette prima di dare un parere, ma per quanto riguarda questa posso tranquillamente affermare che è promossa a pieni voti: si tratta di una torta morbida, profumata e buonissima, che ha allietato le nostre colazioni per una settimana, dandoci un buon motivo per alzarci dal letto la mattina. Che non è cosa da poco!

Torta all’arancio e cioccolato semplice
(ricetta tratta da Delizie Divine)
cioccolato e marmellata di arancia
Ingredienti
125 gr di burro
100 gr di cioccolato fondente spezzettato
300 gr di marmellata di arance
150 gr di zucchero
sale
2 uova sbattute
150 gr di farina
1 cucchiaino scarso di lievito
zucchero a velo per servire

Preriscaldare il forno a 180°. Sciogliere il burro a fuoco basso in una pentola dal fondo spesso. Quando è quasi fuso aggiungere il cioccolato e mescolare bene per amalgamarlo al burro. Togliere dal fuoco. Aggiungere la marmellata, lo zucchero, il sale e le uova, mescolare con un cucchiaio di legno e incorporare a poco a poco la farina setacciata con il lievito. Versare l’impasto in una tortiera da 20 cm di diametro imburrata e infarinata e cuocere in forno per circa 45 minuti. Quando la torta si è raffreddata, spolverizzare con zucchero a velo.
Come suggerisce la stessa Nigella, la marmellata di arance è sostituibile con altra di propria scelta. Io infatti la vorrei riprovare con la marmellata di lamponi e anche con quella di pere.
Oggi non ne va una dritta. Nella notte il cellulare/blackberry che mi fa da sveglia si è scaricato (non si sa come, visto che era spento), ma si è così scaricato da non suonare neanche. Così quando ci siamo svegliati erano le otto e considerando che di solito ci alziamo alle sette, eravamo in ultraritardo. Abbiamo fatto tutto di corsa e mi sono messa a cercare all'ultimo il cellulare aziendale che non trovavo più. Niente da fare, sono dovuta uscire di casa senza, pensando tutto il tempo a dove potesse essere finito. Arrivati al lavoro abbiamo trovato abbassata la serranda del garage aziendale e per entrare abbiamo dovuto girare intorno all'isolato. E infine, salendo siamo rimasti chiusi in ascensore. Qui devo dire che sono rimasta colpita dall'aplomb di tutti i presenti: nessuno si è scatenato in scene di panico e i tecnici ci hanno liberati subito.
Arrivata in ufficio ho ritrovato il cellulare aziendale (ecco dov'era finito! ehm...) e ho trovato in posta un messaggio di una persona che non sentivo da un sacco di tempo. Ecco allora che le cose potevano migliorare! Solo che tra le varie cose, nella fretta ho lasciato a casa anche la chiavetta usb con dentro il post per oggi sulla lezione di pasticceria di sabato, di cui vi parlerò in un altro momento (spero più propizio).
Come se non bastasse, la receptionist cui ho chiesto di stampare e rilegare dei documenti per il CdA mi sta incasinando tutto, mischiando le cose che io e la Legale avevamo pazientemente numerato, roba da domandarsi come sia possibile. Eppure. Ma non l'ho uccisa e nemmeno gravemente ferita.
Allora mi ci vorrebbe qualcosa per tirarmi su. Ma non ho niente di meglio di una torta da colazione senza burro (ma questa a me sembra una buona notizia) e una tisana snellente senza zucchero.
Chi ne vuole una fetta?
Ciambella carote e mandorle
(ricetta tratta da Cucina Moderna di settembre)
ciambella alle carote
Ingredienti
300 gr di carote
250 gr di farina
100 gr di farina di mandorle
150 gr di zucchero
2 uova
mezza bustina di lievito

Grattugiare finemente le carote e metterle da parte. Montare lo zucchero con i tuorli (non sarà facile, ma insistete). Aggiungete mescolando la farina setacciata con il lievito e le mandorle. Montate a neve ferma gli albumi e amalgamateli al composto mescolando lentamente per non smontarli. Versate il tutto in uno stampo da ciambella imburrato e cuocete in forno preriscaldato a 180°C.
E' perfetta con il caffelatte.
Quando una foodblogger può dirsi arrivata? Ci sono diversi segnali. Tipo la lettrice che ti scrive per mandarti le sue ricette. Celo (perdonami June, devo decidermi a fare il tuo salmone marinato, sono sicura che è una bomba, è che io non programmo mai con sufficiente anticipo). Oppure lettrici che ti commentano per dirti che hanno fatto le tue ricette e sono venute buonissime. Celo. O anche (evviva!) blogger che vengono su questo blog, apprezzano una ricetta, la rifanno a casa, la fotografano e la mettono sul loro blog indicandone la fonte. Celo, anche questo, ebbene sì!
Anzi, adesso annuncio ufficialmente che sto per montarmi la testa, perché Lo di Galline 2nd life ha rifatto la mia torta salata di melanzane e guardate come le è venuta bella! Per non parlare di tutti i complimenti carini che mi fa (andate a leggere anche quelli per favore!).
Se a qualcuno sarà sembrato che io stia facendo un po' la scemetta, è proprio così. Ma il fatto è che quando ho aperto questo blog l'ho fatto unicamente per dire a me stessa: "Guarda le cose che sei stata capace di fare!". Ed effettivamente è servito, perché a un certo punto della mia vita, l'anno scorso, mi sono detta: "Ma io cosa ho combinato fino ad ora?" e non sono stata tanto dispiaciuta di essermi potuta rispondere: "Ho fatto i biscotti e la focaccia".
Ho sentito il bisogno di ribadire questa cosa perché non si fa altro che leggere in giro di gente che vorrebbe farsi pagare per le sponsorizzazioni e forse è brava, forse no, forse se la tira, forse sbaglia, forse si svende e si finisce per dimenticare che tantissima gente ha aperto e continua a tenere un blog di cucina esclusivamente per il piacere di farlo, per il gusto di poter dire ogni volta: "Questo è quello che faccio e che mi piace fare" e poi per il piacere dello scambio con chi ha lo stesso hobby.
Ci tenevo a dirlo perché nell'infuriare della polemica mi è sembrato che fossimo tutti indicati come dei montati, che credono di essere dei grandi chef solo per i due piatti (nel mio caso anche mal presentati) che fotografano e mostrano al mondo. Ecco, non è proprio così automatico.
Poi ci sono persone che sono riuscite a trasformare il blog in una professione, va benissimo, trovo favoloso vivere dei proventi della propria passione, ma questo non significa che sia quello che vogliono tutti, meritandoselo più o meno.
Ho detto.
(del resto, visto che ormai mi sento arrivata avrò diritto pure io alle mie personali crociate)
E adesso, per rimediare alla lungaggine dell'introduzione, vi mostro una ricetta di pasta ultrarapida, tratta da In the mood for food di Jo Pratt, che mi risolve spesso il pranzo del sabato.
Semplicissima, oltre che veloce, potrebbe sembrare quasi banale, non fosse per quel tocco di limone che le dà un tocco speciale senza fatica.
Pasta con olive e basilico
pasta alle olive
Ingredienti per due persone
160 gr di pasta (io ho usato penne al farro)
una manciata abbondante di olive nere denocciolate e fatte a pezzetti
un rametto di basilico
il succo di mezzo limone
abbondante parmigiano
olio, sale, pepe
(dosi indicative perché quando uno fa una pasta di fretta non si mette lì col bilancino, ma va a occhio e secondo il proprio gusto)

Cuocere la pasta in abbondante acqua salata. Scolarla e versarla nuovamente nella pentola di cottura insieme alle olive e al basilico ridotto in striscioline. Condire con olio, pepe e succo di limone e con il parmigiano (tenendone un cucchiaio da parte). Distribuire nei piatti, spolverare con il parmigiano rimasto e servire.
So benissimo che gira e rigira scrivo sempre le stesse cose. Quindi chi avesse anche solo il sentore di aver già letto quello che sto per raccontare, non solo avrebbe ragione, ma sarebbe interamente autorizzato a saltare il post e addormentarsi per la noia.
Per tutti gli altri un consiglio: siete sicuri di non avere l'Alzheimer? Fatevi un controllino.
Allora, dopo avervi così ben incoraggiati a proseguire volevo dire: ma come fanno certi (certe) blogger a fare delle foto stupende di quel genere di piatti che vengono generalmente mangiati subito dopo essere usciti dalla pentola/teglia? Io non ho bisogno di dirlo, tanto lo vedete: le foto delle mie cene sono urende non solo perché la luce è triste (va be', è sera), ma anche perché sono totalmente prive di allestimento.
Uno potrebbe dire: va be' la luce, ma perché non le allestisci? Intanto perché l'unico spazio un po' luminoso della cucina è piuttosto ingombro e quindi c'è poco posto. E poi perché quando la cena è pronta il marito non ha tanta voglia di aspettare che venga allestito un set fotografico e c'è sempre l'incognita felina che passeggia in zona e che potrebbe danneggiare tutto quanto.
Per esempio, qualche tempo fa avevo prodotto un delizioso gelato di frutta mista. Non avevo progettato di metterlo sul blog finché non l'ho assaggiato e ho deciso che meritava la gloria. Così ho preparato per bene il tavolino sul balcone, nell'angolo meglio illuminato della casa, ho sistemato tutto e sono entrata in casa a prendere la macchina fotografica. Il tempo di tornare e il muso della Pina era dentro la ciotolina del gelato. L'ho sollevata per spostarla, ma lei si è aggrappata con le unghiette alla tovaglietta, rovesciando così sul pavimento gelato e ciotola (crash). Addio gelato. Addio ciotola. Tovaglietta sporca. Pavimento sporco. Foto andata. Infatti non è stata pubblicata nessuna ricetta di gelato alla frutta mista.
Per di più la gatta si è pure spaventata ed è stata nervosa per tutto il pomeriggio.
Ecco perché ultimamente i miei scatti sono: fuori dal forno - clic - gnam.
Quindi abbiate pietà: la foto è urenda, le zucchine così cucinate sono buonissime, riempiono molto e secondo la rivista cubano meno di 250 calorie.
Zucchine ripiene, formaggio e menta
(ricetta tratta da Cucina Naturale di settembre e adattata)
zucchine ripiene
Ingredienti per due persone
2 zucchine
80 gr di philadelphia (io ho usato quello light, la ricetta originariamente suggeriva la ricotta)
30 gr di parmigiano grattugiato
1 uovo
pangrattato
menta
olio, sale

Tagliate le zucchine a metà per il lungo e scavatene la polpa. Tritatela insieme alla menta e mescolate con l'uovo, il formaggio, il parmigiano e il pangrattato. Aggiustate di sale. Riempite le zucchine con il composto e sistematele su una teglia coperta di carta forno. Cospargete con altro pangrattato e cuocete in forno a 180°C per circa 20 minuti.
Qualche settimana fa avevo invitato a cena una collega che ha una bambina piccola. Poiché la bambina mangia piuttosto presto, avevamo concordato di fare invece di una cena standard, un aperitivo, in modo che si potesse mangiare presto tutti insieme senza che ci sembrasse troppo strano.
Avevo perciò previsto diverse torte salate e acquistato la pasta sfoglia, quando la collega mi ha chiamata per dirmi che aveva un contrattempo e non poteva venire. Sono così rimasta con due rotoli di sfoglia nel frigo, che dovevo decidermi a far fuori prima della scadenza.
Nel frattempo al GAS sono arrivate le ultime melanzane. Poiché è un ortaggio che adoro le ho ordinate immediatamente e ne ho usate in parte per farci un sugo. Ma non erano finite, così anche loro si sono trovate nella triste situazione "ti devo mangiare in fretta prima che tu vada a male".
Ecco che perciò la soluzione si palesava in "torta salata con melanzane" che ora vi vado a proporre. Non è niente di straordinariamente eccezionale, ma c'è un aneddoto.
Sabato pomeriggio, prima di prepararla, mi sono messa a sfogliare i numeri 49 e 50 di Donna Hay, quelli in cui in Australia era estate e autunno. Mentre leggevo le ricette semplici, per vedere quali potevano finire nel menu settimanale, ho scoperto che lei non scrive "scaldate un cucchiaio d'olio in una padella antiaderente e cuocete il cibo X per tot minuti", ma "spennellate d'olio il cibo X e cuocetelo in padella per tot minuti".
Questa per me è stata la rivelazione della giornata (ma pure della settimana). Ogni volta che provavo a saltare le melanzane in padella, una assorbiva direttamente tutto l'olio e le altre si rinsecchivano. A grigliarle senza olio mi si impiccicavano tutte alla griglia (che poi nel mio caso è la bistecchiera dell'Ikea), mentre così sono venute buonissime.
Comunque la mia torta salata io l'ho fatta così.
Torta salata con melanzane
torta salata di melanzane
Ingredienti
1 rotolo di pasta sfoglia (io ho usato quella rettangolare)
250 gr di ricotta
10 cl di panna (io l'ho usata perché anche quella era in frigo e andava smaltita, ma mezzo bicchiere di latte andrà benone e farà risparmiare calorie)
1 melanzana
una manciata di pomodorini ciliegini
olio, sale, timo

Scaldare il forno a 180°C. Srotolare la pasta sfoglia su una teglia senza eliminare la carta forno di imballo. Punzecchiare il fondo con i rebbi di una forchetta e cuocere in bianco con i pesi (e un altro foglio di carta forno tra la pasta e i pesi) per 15 minuti e altri 5 minuti senza pesi. Nel frattempo affettare sottilissimamente la melanzana, spennellare ogni fettina con l'olio (spennellare non vuol dire annegare) e cuocere su una griglia.
A parte in una ciotola amalgamare la ricotta con la panna o il latte, aggiustare di sale e cospargere di timo.
Lavare i pomodorini e tagliarli a metà.
Riempire il guscio di sfoglia con la crema di ricotta, coprire con le melanzane e i pomodorini, salare, decorare con qualche rametto di timo fresco e cuocere in forno per altri 25 minuti.
'cause if you're not really here 
then the stars don't even matter 
now i'm filled to the top with fear 
but it's all just a bunch of matter 
'cause if you're not really here 
then i don't want to be either 
i wanna be next to you 
black and gold 
black and gold 
black and gold 


(Black and Gold - Sam Sparro)


Nel preparare la mia playlist sull'i-Pod per andare a correre, ieri mi sono imbattuta in questa canzone, che mi ha riportato ai tempi in cui abitavo quasi in centro andavo felicemente a correre al Parco Sempione. Ora che al massimo posso andare a correre al Parco Nord (bellissimo eh, per carità, ma un po' distantino dal centro di Milano e da tante cose che amo), l'ho voluta reinserire per ricordarmi di quei momenti.
Black and Gold è anche il titolo perfetto per questo post e per questi dolci che sto per presentarvi, che sono stati realizzati sia col cioccolato fondente che col cioccolato bianco, ma la ricetta è assolutamente la stessa e anzi, la ricetta black nasce da uno dei soliti pasticci che mi caratterizzano.
Avevo adocchiato questa ricetta su Fresh and Fast (di cui non dirò mai abbastanza bene) già a giugno e non vedevo l'ora di farla. Così ho acquistato tutto l'occorrente e mi sono messa a prepararlo. Solo che mentre il burro stava già fondendo a bagnomaria, mi sono accorta che avevo comprato il cioccolato bianco con dentro le nocciole intere, che non si prestava affatto a essere fuso insieme col burro. Così ho ripiegato a gran velocità sul cioccolato fondente, seguendo il resto della ricetta senza variarla e producendo comunque un risultato molto soddisfacente.


dolce cioccolato, cocco, lamponi

Ma ormai mi era venuta la fissa, perciò ho deciso di riprodurlo anche nella versione originale, col cioccolato bianco. Non l'ho ancora assaggiata però: l'ho portata in ufficio per uno spuntino con le colleghe, ma il profumo promette molto bene.

dolce lamponi, cioccolato bianco, cocco
(perdonate la foto, l'ho scattata stamattina con la luce infelicissima del triste clima milanese)

Ingredienti
125 gr di cioccolato (o bianco o fondente, scegliete voi)
125 gr di burro
125 gr di farina autolievitante (io ho usato quella normale + mezza bustina scarsa di lievito)
90 gr di cocco disidratato
2 uova
150 gr di zucchero
una vaschetta di lamponi (125 gr)

Fondete insieme il cioccolato con il burro a bagnomaria e quando si sono sciolti aggiungete lo zucchero mescolando bene. Versate il contenuto in una ciotola, aggiungete la farina e il cocco e amalgamate. Aggiungete le due uova leggermente sbattute e da ultimo i lamponi mescolando pochissimo e molto delicatamente.
Versate l'impasto in una teglia da 13x26 cm rivestita di carta forno e infornate a 180°C per 40 minuti.

Mi sa che ora chiamo le mie colleghe per l'assaggio: non resisto più con questo buon profumino in ufficio!
Come avevo già scritto in un post precedente, ad agosto è venuta a cena la mia amica Meg che non mangia la carne. Ho così scandagliato tutte le mie riviste di cucina alla ricerca di piatti sfiziosi che si confacessero alla sua richiesta. Che in fondo non è nemmeno niente di così impossibile da accontentare, anche se è vero che quando si hanno ospiti si tende a offrire carne o pesce.
Io ho trovato questo piatto di semplicissime melanzane ripiene sul numero di agosto di Cucina del Corriere e ho deciso di tentare. Non avevo mai cucinato le verdure ripiene in vita mia, ero perciò timorosa di fare un qualche disastro, in particolare in sede di svuotamento, invece è stato semplicissimo e il risultato ottimo, tanto che penso di rifarlo presto con le melanzane che abbiamo ritirato ieri al GAS.
E insomma, se sono riuscita a farlo io, ci può riuscire chiunque.
Le melanzane si trovano ancora (di origine italiana eh, giuro, non vengono dall'altra parte dell'emisfero), perciò se questo piatto vi ispira consiglio di riprodurlo al più presto, per riprodurre ancora i profumi e i sapori dell'estate finché sono disponibili.
Melanzane ripiene vegetariane
(ricetta tratta da Cucina del Corriere di agosto)
melanzane ripiene
Ingredienti per 4 persone
4 melanzane non troppo sottili
un barattolo di pomodori a pezzettoni
100 gr di pecorino
1 chip di peperoncino o un pizzico di peperoncino in polvere
timo
olio e sale

Lavate le melanzane, eliminate il picciolo e una fetta alla base in modo che si reggano in piedi, poi tagliatele a metà nel senso della lunghezza e svuotatele, lasciando un bordo sottile.
Scaldate due cucchiai di olio in un tegame e sbriciolatevi dentro il peperoncino secco (se invece usate quello in polvere aggiungetelo insieme ai pomodori). Unite la polpa delle melanzane tagliate a pezzettoni, salatela e cuocete per dieci minuti, poi aggiungete il timo, i pomodori e proseguite la cottura per altri dieci minuti.
Grattugiate metà del pecorino e tagliate a dadini il restante e unitelo al sugo.
Disponete le mezze melanzane in una teglia unta coperta di carta forno, farcitele con la preparazione e infornatele a 180°C per circa 50 minuti.
Ne parlavano stamattina a radio DJ quei due sciamannati di Andrea e Michele. Ne parla lei in questo post  che mette allegria e fa venir voglia di fare. Ci ha fatto un post bellissimo e colorato anche la mia amica June.
E allora anch'io, che in genere fuggo i buoni propositi come la peste, ho deciso che mi faccio un piccolo post dei buoni propositi di settembre, così per mettermi di buonumore prima di ritornare a lavorare sulle procedure aziendali.
A settembre comincerò anche il corso Basi di pasticceria della Cucina Italiana* e spero poi di mettermi a produrre sfoglie, creme, pasticcini e torte di lusso. Ma questo non è esattamente un proposito. Allora.
1) Imparare a fare le torte farcite e glassate, tipo Victoria Sponge. Proprio ieri guardavo il capitolo su questo genere di torte sul libro di Nigella ed ero particolarmente attratta dalla Butterscotch. Ma la verità è che il mio primo tentativo sarà con la torta di cioccolato che campeggiava sulla copertina del numero 50 del magazine di Donna Hay (ho cercato quel numero per mesi alla Mondadori di Corso Vittorio Emanuele).
2) Non mangiarle.
3) Scherzavo.
2 per davvero) Andare in palestra tre volte alla settimana.
3) Mangiare più verdure, in quantità e varietà.
4) Continuare a preparare i menu settimanali sfruttando le mille riviste e i duemila libri che compro. Questo mi aiuta a fare una spesa sensata e a mangiare più sano e più variato (questa settimana che non ho fatto il menu, al pensiero della cena mi viene la depressione).
5) Imparare ad allestire i set delle foto per il blog, cercando di evitare la sciatteria della pigrizia.
6) Imparare a conoscere la luce nelle foto, pur con la mia macchinina compatta brum brum.
6) Comprare una reflex e imparare a usarla (magari questo verso la fine dell'anno).
7) Scrivere sul mio diario personale almeno una volta al mese, per raccontare delle mostre che vedo e che tanto amo.
8) Leggere, leggere, leggere. Basta TV.

* amica Donatella, sei stai leggendo: dai, dai, dai.