In zona Cesarini

Aprile è alle porte e io non ho ancora postato la ricetta di marzo del Cavolendario. Ma sono ancora in tempo!
So già che questa ricetta farà storcere il naso ai puristi. Ma chi se ne frega: sono una purista io? Al massimo della lingua italiana, per il resto sono una regina del sanfasò, perciò ben venga questa sperimentazione della carbonara, piena di tutti i sapori che mi piacciono.
Essendo anche pigra come ormai sanno anche i non lettori, ho fatto delle piccole modifiche di comodo (e poi non avevo gli spaghetti alla chitarra).
La versione originale ovviamente può essere reperita qui, perciò non mi affaticherò a scrivere le differenze in questo post (ah, come so ottimizzare io...).
Se non vi siete ancora scocciati di questo tono sbrigativo da impiegata del catasto, ecco qua il risultato del mio piatto e la ricetta.
Carbonara coi carciofi
(ricetta di Sigrid Verbert)
Carbonara ai carciofi
Ingredienti per due persone
160 gr di spaghetti
1 uovo
50 gr di parmigiano reggiano grattugiato
una confezione di pancetta dolce (ecco qua lo specifico però: se trovate il guanciale preferitelo)
1 carciofo
olio evo
sale e pepe

Pulire il carciofo e tagliarlo a spicchietti sottili. Rosolare in padella con un cucchiaino d'olio i quadretti di pancetta, scolarli e tenerli da parte al caldo. Nella stessa padella cuocere i carciofi per circa cinque minuti.
Nel frattempo cuocere la pasta in abbondante acqua salata. Nel mentre sbattere bene l'uovo con il formaggio fino a ottenere una cremina fluida. Se occorre aggiungere poca acqua di cottura della pasta.
Scolare la pasta, condirla con la cremina di uovo, distribuirla nei piatti aggiungendo i carciofi e la pancetta e spolverizzando con pepe appena macinato.
Il marito ancora un po' si mangiava pure il piatto.

E passa la paura

Qualcuno penserà che faccio solo post con dolci. La verità è che ultimamente cucino praticamente solo quelli, oltre ai crackers di pasta madre che poi rifilo a ospiti o colleghe.
Voi l'avete mai fatto il fondant al cioccolato? Io prima di ora no. Avete presente la foto che c'è su Cioccolato! di Trish Deseine? Ecco, quello. Io avevo una paura folle di quel dolce. Lo lumavo dalla copertina del libro. Lo vedevo in giro nei vari blog di quelle che lo facevano. Leggevo e rileggevo la lista degli ingredienti. E pensavo: questa è una follia. Non arrivavo neanche al dubbio: "Mi verrà?". Restavo lì, ai 250 gr di burro e alle sei uova. E lasciavo perdere.
Poi cos'è successo? Sono stata presa da una sorta di sfinimento interno.
Avevo ospiti una coppia di amici a cena in un momento in cui di mettermi a cucinare non avevo nessunissima voglia (avevo molta voglia di vederli però, quello sì). Pensate solo che alla fine gli ho rifilato le polpette, poverini (e non si sono neanche lamentati). In un momento così, di pigrizia assoluta, il fondant al cioccolato mi ha presa alle spalle. Era così facile e avevo tutti gli ingredienti (perché alla fine son tre cose, anche se in quantità micidiali), che non ci ho pensato neanche su e l'ho preparato.
Allora: due cose. La prima è che non è vero che non si sforma e che occorre mangiarlo col cucchiaino tutti dalla teglia. Cioè: non si sforma, ma basta imburrare bene la teglia e si possono tranquillamente tagliare le fette e servire ogni commensale col suo piattino. La seconda è che si mantiene benissimo a temperatura ambiente per diversi giorni ed è sempre buono. Non pensate che non occorra mantenerlo che tanto ve lo mangerete tutto. La verità è che (a parte i miei ospiti che ne hanno presa doppia porzione), una volta ingollato un boccone non vorrete mangiare più altro per il resto della giornata, davvero. Vi sentirete pieni come non mai.
Del resto, con tutte queste calorie...
Fondant al cioccolato di Virginie
(ricetta di Trish Deseine)
fondant al cioccolato
Ingredienti
6 uova
250 gr zucchero
250 gr burro
250 gr cioccolato fondente
(avete letto bene: niente farina)

Separate i tuorli dagli albumi e sbattete i primi con lo zucchero finché non diventano gonfi e spumosi. Nel frattempo fate sciogliere il cioccolato a bagnomaria insieme al burro.
Montate a neve gli albumi. Incorporate dapprima la miscela di burro e cioccolato ai tuorli, successivamente aggiungete gli albumi delicatamente, avendo cura di non smontarli.
Versate il composto in una teglia da 30 cm. di diametro ben imburrata e con i bordi alti, perché il composto è parecchio voluminoso e cuocete in forno già caldo a 180°C per 40 minuti.
Favoloso.

Croccante e morbida

L'altra sera sono uscita a cena con una cara amica bravissima a fare i dolci e mi ha raccontato una bella novità: ha trovato un'enoteca che le compra le torte. Che bella soddisfazione!
Lei ha sempre amato farle, ma si scontra con se stessa e il suo timore di ingrassare, il compagno che non ama i dolci e delle colleghe con cui va poco d'accordo (e quindi non ha piacere a portarle in ufficio). Ecco finalmente qualcuno in grado di apprezzare e anche un piccolo ritorno economico.
Sono stata proprio contenta per lei.
Le ho chiesto quali torte facesse e mi ha spiegato che sono le più varie: dalle superchic farcite e glassate, a quelle semplici da colazione (quella di carote e mandorle sembra andare per la maggiore) e ne porta quattro alla settimana. Poiché le lasciano quasi carta bianca e lei ama sperimentare cose nuove, le ho promesso che avrei postato qui una ricetta di torta fatta di recente e scovata sul numero natalizio di Donna Hay Magazine.
Aperta parentesi: il numero di Natale di Donna Hay, a noi lettori dell'emisfero boreale fa riderissimo. C'è il cosciotto glassato e il party in piscina. Ci sono gli uomini in maniche di camicia e le donne coi vestitini leggerissimi e i biscotti a forma di fiocco di neve. E ci sono anche un sacco di ricette per niente natalizie, tipo questo servizio dedicato ai dolci coi mirtilli. Chiusa parentesi.
Io avevo in casa una confezione di frutti di bosco misti surgelati, così ho colto l'occasione per usarli. Li ho scongelati solo in parte, perché avevo gestito male i tempi, ciononostante non hanno colato acqua nel dolce ed è stato come usarli freschi.
Io l'ho servita come fine di un pranzo con l'amico metroicon (che dovrebbe essere il co-autore di questo blog) e ci è piaciuta molto.
Torta di mandorle e frutti di bosco
torta mandorle e frutti di bosco
Ingredienti (per otto/dieci porzioni)
125 gr di mirtilli o frutti di bosco
125 gr di burro fuso
4 uova
240 gr farina di mandorle (o di mandorle, da tritare finemente)
150 gr farina autolievitante setacciata
220 gr zucchero
1 cucchiaino di estratto di vaniglia

Montare le uova con lo zucchero e l'estratto di vaniglia a lungo con le fruste elettriche, finché il composto è gonfio e triplicato di volume. Aggiungere la farina e la farina di mandorle, amalgamare e da ultimo aggiungere il burro fuso.
Versare il composto in una tortiera rettangolare da 20 cm x 30 coperta di carta forno bagnata e strizzata e cospargere con i frutti di bosco. Durante la cottura alcuni di essi tenderanno ad affondare e si ritroveranno al centro dell'impasto.
Cuocere in forno già caldo a 160°C per 50/60 minuti.
Servire cosparso di zucchero a velo e non come nella foto, scattata in tutta fretta come al solito.

Le voglio fare tutte

In questo lunedì di buoni propositi che svaniranno prima di mezzogiorno devo sbrigarmi a scrivere questo post, prima che si trasformino in zucca come la carrozza di Cenerentola, anche se credo che quasi tutti noi autori e lettori di blog di cucina quando leggiamo carrozza pensiamo per prima cosa alla mozzarella. Io di sicuro quantomeno. Forse perché sono più golosa che romantica.
Comunque sto divagando e più divago e più il post si allunga e se si allunga poi si succedono altre cose e insomma, non lo finisco.
Invece meglio dedicarsi a una breve introduzione e via con la ricetta, che non essendo mia, ma del Cavoletto è di sicura affidabilità. Questa nello specifico viene dal Cavolendario ed è a quello che mi riferivo nel titolo dichiarando "Le voglio fare tutte".
Quella che qui presento è della pagina di febbraio e infatti a febbraio l'ho preparata. Ma siccome a febbraio ho scritto poco, ecco che ve la beccate a marzo, tanto la ricetta di marzo non l'ho ancora fatta, ma ho già ordinato i carciofi che si prevede di utilizzare, perciò probabilmente domenica prossima verrà realizzata, forse poi fotografata e se mi torna la voglia pure postata. In caso contrario i pazienti lettori la possono trovare ovviamente nella pagina di marzo del Cavolendario, che è sicuramente più attraente di questa pagina internet sperduta.
Sto di nuovo divagando. Tornando alla ricetta, specifico solo una cosa: quella originale prevedeva invece della carne trita i fegatini di pollo. Solo che quando il marito li ha visti nel reparto macelleria del super si è tirato indietro e io ho deciso di realizzarlo con la normalissima carne trita di bovino. Vedete voi a vostro gusto, così a noi è piaciuto molto.
Pappardelle al ragù di cioccolato
ragù al cioccolato
Ingredienti per due persone
150 gr pappardelle
100 gr carne trita bovina
1 dl passata di pomodoro
1 bicchiere vino rosso
mezza cipolla affettata finemente
50 gr cioccolato fondente
olio, sale, pepe
un chiodo di garofano intero (non avevo quello in polvere, ce l'ho messo intero e l'ho tolto alla fine)
un pizzico di cannella, noce moscata, peperoncino

Scaldare l'olio in un tegame capiente, aggiungere la cipolla e farla appassire. Aggiungere la carne trita e farla rosolare per qualche minuto. Aggiungere le spezie e sfumare con il vino. Aggiungere infine la passata di pomodoro e cuocere per dieci minuti. Nel frattempo cuocere la pasta in acqua bollente salata. Far sciogliere il cioccolato nel ragù all'ultimo.
Scolare la pasta, riversarla nel tegame del ragù e far saltare per un minuto a fiamma alta.

Devo cambiare titolo?

Ultimamente sembra che io abbia voglia (voglia?) di scrivere solo di schiscette. Tra un po' cambierò il nome del blog in "pausa pranzo" e magari tra parentesi ci metterò anche un'indicazione sul fatto che non c'è da aspettarsi regolarità tra queste pagine virtuali. Non so, un aggettivo tipo "saltuaria" potrebbe andar bene, se non fosse che non c'è nulla di saltuario nella mia alimentazione, anzi.
Oggi mi sono perfino portata un muffin, per non aggredire la parte dolcetti della macchinetta, vediamo se riesco a non cedere al Twix che mi chiama con voce da sirena appena ho finito di mangiare. Tanto la scusa della palestra non regge, specie se riesco ad andarci per varie ragioni solo una volta alla settimana. Ieri per rimediare sarei voluta andare a fare una passeggiata in collina, ma pioveva, così siamo finiti all'Ikea, dove non è che si faccia molto moto, pur comprendendo gli slalom tra divani e lampadari.
Comunque siamo riusciti a spendere solo nove euro, che si sa, all'Ikea è una vera impresa, perciò siamo molto fieri di noi.
Sto divagando. Non so perché, ma mi sento la testa leggera e la pressione bassa. Sarà la primavera o è già arrivata l'ora del mio primo spuntino mattutino?
Come anticipavo a inizio post, anche questa di oggi è una schiscetta. Siccome però è stata anche la mia cena di ieri sera, come al solito, la propongo anche come secondo. Qui la vedete servita in una cocottina (a casa ovviamente avevamo la nostra bella pirofila da mangioni), il che mi fa pensare che in questo tipo di porzioni vada benissimo anche come antipasto per una cena tra amici. Il sapore è piuttosto primaverile, dato dall'origano (ne ho uno biologico profumatissimo) e dai pomodorini e mi sembra adatto per accogliere e incitare la bella stagione che dovrebbe essere ormai alle porte.
La ricetta viene dal libretto Flan, Sformati e Clafoutis, comprato chissà quanto tempo fa e mai utilizzato, ma tirato fuori in questa occasione. Questo dovrei ricordarmelo, per avere un argomento da rinfacciare al marito, quando non ne può più di finire sommerso dai miei acquisti compulsivi di libri di cucina che sembrano giacere inutilmente in libreria.
Clafoutis di pomodorini e ricotta
clafoutis ricotta e pomodori
(foto scattata come al solito sul balcone del quarto piano)
Ingredienti per due persone + una schiscetta
15 pomodorini ciliegia
4 uova
100 gr ricotta
mezzo bicchiere di panna liquida (circa 125 ml)
un cucchiaino di origano secco (la ricetta originale prevedeva l'erba cipollina)
sale e pepe

Scaldare il forno a 180°C. Sbattere le uova in una ciotola, aggiungere la panna e mescolare bene con una frusta. Aggiungere la ricotta, amalgamare bene e da ultimo aggiungere origano, sale e pepe.
Posizionare i pomodorini ben lavati sul fondo di una pirofila imburrata (e una pirofilina a parte per il pranzo del giorno dopo), versarvi il composto e cuocere in forno per 30 minuti.

Per cena e per pranzo

Oggi alle dodici e mezzo abbiamo l'incontro con l'Amministratore Delegato. L'appuntamento dovrebbe durare un'ora e se tutto andasse come deve, all'una e mezza potrei essere libera per il pranzo. La verità è che so come funzionano queste cose ed essere il terzo appuntamento della giornata significa portare ritardo più di un appuntamento con lo specialista della mutua.
Questo significa non sapere a che ora mangerò e di conseguenza non poter prendere appuntamento per pranzo con nessuno.
Ecco perché ieri sera sapevo che mi sarei dovuta preparare qualcosa da mangiare anche per oggi e mi sono organizzata di conseguenza. Che poi è vero fino a un certo punto e ora spiego esattamente com'è andata.
La ricetta di oggi viene da Cucina Naturale, che ha dedicato un articolo dell'ultimo numero a pranzi da portare in ufficio. Complessivamente l'articolo mi ha convinta poco (e ci sono anche rimasta male, perché è un articolo che adoro), perché prevedeva improbabili contenitori termici o vivande da scaldare e non tutti hanno questa possibilità in ufficio. Però le ricette di per sé non erano male, infatti questa che vedete l'avevo selezionata per una cena veloce in settimana (ieri sono tornata dalla palestra alle otto e mezza, doveva per forza essere una ricetta rapida). Ieri sera, mentre la preparavo ho letto: "Questa frittata è ottima sia tiepida che fredda" e mi sono ricordata di quello che dice Stefano Arturi nel suo Pausa Pranzo: la cosa più semplice è preparare una cena un po' più abbondante e portare come schiscetta quello che avanza. Così mi sono detta: preparo una parte della frittata nella cocottina monoporzione e la porto al lavoro.
E così ho fatto. La frittata ce la siamo mangiata ieri sera per cena con sommo entusiasmo del marito (ho proprio sposato l'uomo ideale: è sempre contentissimo di quello che cucino) e la cocottina attende il suo turno dentro la borsa portapranzo comprata da Stelladisale.
Come consigliava la ricetta, insieme alla frittata (che in questa quantità sarebbe davvero poco sostanziosa) ho portato anche un'insalatina condita con olio e gomasio e un pacchetto di cracker integrali.
Frittata radicchio e feta
(nessuna cocottina è stata fatta cadere dal quarto piano per scattare questa foto)
frittata feta e radicchio
Ingredienti per due persone (cui si può sottrarre un piccolo extra per il giorno dopo)
4 uova
2 piccoli cespi di radicchio (molto piccoli eh, altrimenti ne basta anche metà di uno normale)
80 gr di feta
mezzo bicchiere di latte
olio

Accendere il forno a 200° C. Lavare bene il radicchio e tagliarlo a striscioline. Scaldare l'olio in una padella che possa andare anche in forno e in una cocottina di ceramica termoresistente. In una ciotola sbattere le uova insieme al latte con la frusta a mano e aggiungere la feta tagliata a cubetti. Non occorre salare.
Far appassire il radicchio nella pirofila e nella cocottina e quando ha perso un po' di volume aggiungere il composto di uova, latte e feta. Spegnere il fuoco, trasferire i due contenitori nel forno già caldo e cuocere per 15 minuti.

Ovviamente se non volete portarvi nulla per il giorno dopo basta buttare tutto quanto nell'unica pirofila.

Qualcuno mi scrolli

Mi è venuta una pigrizia, ma una pigrizia che non si sa come mandarla via. I lettori se ne saranno accorti: i post ultimamente stanno diventando rarissimi. Il disastro è che non ho nemmeno un grande interesse per la cucina. Non attendo con ansia le riviste a cui sono abbonata, anzi medito di sfoltirle un po'. Non ho interesse a nuovi libri. Non sono rimasta contenta degli ultimi che ho comprato e non li sfoglio volentieri. Non ho desiderio di provare ricette nuove, di allestire i piatti e di fotografarli. E non ho nemmeno voglia di scrivere. Addirittura ho pochissima voglia di guardare i blog altrui. E non riesco a capire l'entusiasmo e la passione che ci mettono, che poi era la stessa che fino a pochi mesi fa ci mettevo io.
L'unico mio desiderio è di raggomitolarmi sul divano con accanto la Pina addormentata e in mano un bel romanzo appassionante e che non concede disturbi. Invece sto in ufficio, alle prese con file excel che incrociano la vista e sbuffo. Non mi sto lamentando del mio lavoro eh, mi sto lamentando della mia pigrizia.
Sono diventata una muffa.
Qualcuno mi dia uno scrollone per cortesia.
Voglio ricominciare ad appassionarmi alle riviste curate, ai blog pieni di ricette sfiziose e foto accattivanti, voglio riappropriarmi del piacere di sfogliare un libro di cucina desiderando di provare tutte le ricette, voglio provare nuovamente la spinta ad apparecchiare il tavolino sul balcone cercando la luce giusta.
Vi prego, qualcuno mi tolga il bromuro dal caffè del mattino.
La ricetta che vi mostro adesso è stata preparata a dicembre. Cioè: la foto che vedete è stata scattata a dicembre. La ricetta è stata preparata più volte a novembre, dicembre, gennaio. La faccio praticamente tutte le volte che ho ospiti, perché trovo che un cestino del pane sfizioso metta sempre di buonumore. E i crackers sono perfetti per un aperitivo tra amici, preparati in quantità insieme a pane e grissini e serviti insieme a salumi, formaggi e salsine permettono di passare direttamente al piatto principale saltando il primo e, visto che si possono preparare con anticipo, permettono alla padrona di casa di passare più tempo a tavola con gli amici (o davanti al forno a curare l'arrosto).
Questi tra l'altro si fanno in men che non si dica e sono "truffaldini", come li chiamiamo a casa nostra, ovvero che non si riesce a fermarsi e più di un ospite ha pronunciato la frase: "Toglietemeli da sotto il naso o li mangio tutti".
La ricetta viene dal libro di Sigrid Verbert Regali golosi e l'unica variazione è che lei li prepara con le alghe, io invece con le erbe di Provenza che mi ha portato mia madre, variante tra l'altro suggerita dalla stessa Sigrid.
Crackers alle erbe di Provenza
crackers alle erbe di provenza

Ingredienti
250 gr di farina
50 gr di burro
2 cucchiai di erbe di Provenza
un cucchiaino di lievito per torte salate
un cucchiaino di fior di sale + altro per spolverizzare
150 ml di acqua (indicativamente)
Setacciare la farina insieme al lievito. Mettere tutti gli ingredienti nel robot, aggiungendo l'acqua poco per volta e formare una palla. Stendere l'impasto con il mattarello il più sottile possibile (io non sono molto brava in questo) e spolverizzare con il fior di sale tenuto da parte, infornare a 180 gradi per 10/15 minuti.