Popolo del portapranzo

L'altro giorno sulle scale della metropolitana guardavo le borse delle donne davanti a me. Ce n'era una con due borse, una che poteva essere la sua borsetta (ma era gigante) e un'altra, ancor più grossa, conteneva probabilmente le cose che le erano servite durante la giornata: ho visto un tupperware vuoto che ne sbucava infatti. Anche una ragazza più avanti aveva un tupperware vuoto che le sbucava, però da un sacchetto di Zara e allora ho cominciato a domandarmi in che modo la gente trasportasse il proprio pranzo in ufficio.
Ho una collega per esempio che trasporta tutto in una bellissima borsa di tela plastificata, in cui tutto all'interno è perfettamente impilato con ordine. Altre due arrivano con la borsa termica da pic-nic a fiorellini: è abbastanza graziosa ma piuttosto ingombrante.
Io fino a pochi giorni fa utilizzavo una borsa di tessuto di quelle che si usano per portare la spesa: piatta e quadrata. Possiedo diverse borse di stoffa (anche se mio marito finisce per perdermele in giro e vorrei tanto sapere che fine ha fatto la mia borsa dell'Einaudi con sopra una citazione bellissima), ma hanno tutte lo stesso difetto: sono bidimensionali, non hanno una base dove appoggiare le cose. Quindi dentro le cose si ribaltavano tutte e poi a portarle in giro avevo gli spigoli conficcati in ogni parte del corpo. Un fastidio indicibile.
Finché non ho trovato lei.
borsina in posa
La dimensione è perfetta: non troppo grande ma nemmeno minuscola. Mi ci sta il tupperware (e a brevissimo il mio nuovo bento rosso Ferrari), il thermos con la tisana e la banana, mentre le posate stanno nella pratica taschina laterale, così da non perdermele in giro. E ci sta la tovaglietta, quella che vedete nella foto, che ho comprato da un paio di giorni, per apparecchiare anche quando mangio in ufficio e coccolarmi come se mangiassi a casa (questo è un trucco che ho imparato dalla mia collega, che si porta sempre delle bellissime tovagliette e io infatti le dico che apparecchia con tovaglie di Fiandra e cristalli di Limoges).
E finalmente non mi si ribalta tutto come invece accadeva con le altre borsine. E poi questa è solo mia e quindi il marito non si azzarda a toccarmela (e di conseguenza a smarrirla, così poi non arrivo la mattina senza neanche un sacchetto per portare il pranzo).
Dove l'ho presa questa delizia? Qui:
stelladisaleLAB - borse di stoffa
Se guardate nel sito ce n'è per tutti i gusti e per tutte le dimensioni: perfino extralarge da spiaggia, supercolorate e con un sacco di comodissime tasche per infilare gli oggetti più piccoli che non si trovano mai nel fondo delle varie borse.
E sono anche elegantissime, altro che sacchetti di carta o peggio ancora di plastica dello shopping.
Ma dentro il tupperware cosa c'era? Ora ve lo mostro.
la schiscetta e la sua borsa
Riso venere bollito, finocchi crudi e gamberi sbollentati. Il tutto condito con un po' di olio e sale. Semplice, rapido e buonissimo.
E voi dove lo trasportate il vostro pranzo? Me lo raccontate nei commenti? Sono curiosa.

stelladisaleLAB - borse di stoffa

10 commenti:

deadivina ha detto...
19 novembre 2010 alle ore 14:45

lise, che bellina!le ho viste anch'io sul sito di stella di sale!
Io trasporto thermos con tisana, almeno due tapperware con cibo e sacchetto di frutta nella mia Lucky Bag rossa. enorme, ci sta di tutto, ma non molto comoda, perchè è difficile riporre i contenitori senza che si rovescino.

cantoediscanto ha detto...
19 novembre 2010 alle ore 14:52

io uso una borsona di tessuto nera di atos lombardini che mi diedero per un paio di pantaloni (ehm, mai messi... ma questa è un'altra storia).
Lì dentro ci tengo l'ombrello, un libro, varie ed eventuali (sto guardando: ho pure 2 cd, un quotidiano della settimana scorsa, un cappello) e il sacchetto che contiene la schiscetta + frutta varia. Il lunedì, fresca delle spese del sabato, porto un sacco di roba, mangiucchiando tutto il giorno; il venerdì invece la situazione è magra. :)

lise.charmel ha detto...
19 novembre 2010 alle ore 15:17

stella, di nulla, ho scritto solo cose vere!
canto, dea, ma che bello, adoro sbirciare dentro le borse altrui (vi ricordate il blog laborsaelavita?). canto, come sempre mi hai fatto molto ridere con il dettaglio di vita

Serena ha detto...
22 novembre 2010 alle ore 16:01

Io prima utilizzavo una graziosa borsa tipo la tua, però plastificata... ma era piccolina! Ultimamente sto portando il pranzo in un'enorme borsa di tela blu che mi hanno dato in omaggio alla serata Voiello. Però l'idea di portarsi la tovaglietta americana in ufficio è troppo carina e solleva l'autostima: credo l'adotterò!

Lo ha detto...
22 novembre 2010 alle ore 22:06

io il pranzo non lo trasporto più...lo fa il galletto in modo barbaro così...rischia di ungersi come una patatina fritta nella pentola....ma la borsetta e il contenuto della borsetta fanno a gara per la bellezza :)

lise.charmel ha detto...
23 novembre 2010 alle ore 10:33

onde, ci pensavo alle borse plastificate, che oltretutto se piove non si bagna il contenuto e spesso sono carinissime. anche quelle sono una buona soluzione e anche bella solida.
vero che è una bella idea la tovaglietta? io gliel'ho copiata subito
lo: grazie. ora sai cosa regalare al galletto per natale :)

Anonimo ha detto...
23 novembre 2010 alle ore 17:21

ciao Lise!mi ricordo del blog delle borse!nelle mie c'è sempre un tale casino!
anche io mangio al lavoro ma mi porto una mini borsina frigo (ci metto i panetti/ghiaccini/mattonelle che dir si voglia perhcè una volta dal caldo che faceva in ufficio il pranzo si è un po' guastato :( )
la borsina frigo non è il massimo dell'estetica ma se ne trovano anche di discrete...se no a volte una borsina in plastica rosa di camomilla (è una new entry, era su marie claire credo di qualche mese fa)...sempre col ghiaccino!!!
ciao, complimenti per il blog ;)
Alice

lise.charmel ha detto...
23 novembre 2010 alle ore 17:46

alice grazie! quest'estate ho scovato al darty (e prontamente regalato ad un'amica) una borsina frigo graziosissima: cubottosa, non troppo grande, con dentro già i tupperware e il ghiacciolino apposito. perfetta per la pausa pranzo!
(che bello che ti ricordi il blog delle borse)

Sick Girl ha detto...
24 novembre 2010 alle ore 15:10

il blog delle borse me lo ricordo anche io :-)

adesso come adesso non sto portando la schiscetta in ufficio (esigo la mia ora d'aria), in passato
ho adottato le soluzioni più svariate:
le borse di stoffa hai ragione sono bidimensionali e scomodissime,
avevo una borsa frigo in stile borsa da postino piuttosto comoda se utilizzata con bento stretti,
quando andavo in moto avvolgevo tutto in un sacchetto della slunga e infilavo nello zaino del pc a rischio di ungimento della tastiera...
la borsina che hai preso tu è bellissima!
Ginevs