Spaghetti con cavolfiore romanesco

Quanto mi è piaciuto il numero di gennaio di Cucina Naturale! Ho veramente fatto un sacco di ricette: zuppe, primi piatti, piatti unici: ce l'avevo sempre in mano, l'ho sfogliato mille volte ed è stato il mio salva-menu di buona parte del mese scorso. In particolare, mi ha risolto un paio di pranzi del sabato, proprio di quelli appena tornati dalla spesa, quando abbiamo fame e un sacco di cose da fare nel pomeriggio (in genere le pulizie o attività assimilabili) e non è certo il momento di mettersi a preparare qualcosa di elaborato.
Amo quei condimenti che si preparano mentre bolle l'acqua e si cuoce la pasta e che magari non devono essere costantemente controllati, di modo che contemporaneamente una possa apparecchiare, sistemare la spesa o svuotare la lavastoviglie, mentre nel frattempo il marito si dedica alla pulizia della lettiera.
Il piatto che vi mostro oggi viene da un'ispirazione trovata proprio su quella rivista, anche se la ricetta originale prevedeva del seitan, che io ho sostituito con della pancetta affumicata a dadini. Chi lo preferisce naturalmente può tornare all'ingrediente originale, personalmente non lo amo molto.
In questa occasione ho assaggiato per la prima volta il cavolo romanesco, che come si intuisce facilmente dal nome, non si vede comunemente sulle tavole lombarde, anche se negli ultimi anni si è diffuso di più. Lo trovo davvero bellissimo e coreografico per forma e colore (ma come sarà mai venuto in mente a qualcuno che una pianta dall'aspetto così marziano fosse anche commestibile?), anche se un po' meno saporito del classico cavolfiore bianco.
Spaghetti con cavolfiore romanesco
spaghetti al broccolo romanesco
(ricetta tratta da Cucina Naturale di gennaio)
Ingredienti per due persone
due piccoli cavolfiori romaneschi
una confezione di pancetta affumicata a dadini
160 gr spaghetti
2 cucchiai di pangrattato
un cucchiaino di timo secco
olio evo
sale

Dividete i cavolfiori in cimette e lessatele in abbondante acqua poco salata per otto minuti. Scolatele con una schiumarola e cuocete la pasta nella stessa acqua.
Scaldate un cucchiaio d'olio in una padella antiaderente e fatevi dorare il pangrattato insieme al timo. Mettete da parte. Nella stessa padella scaldate l'olio rimasto e fate saltare la pancetta fino a che non diventa croccante. Aggiungete il cavolo, rimestando spesso.
Scolate gli spaghetti molto al dente e tuffateli nella padella con il cavolfiore, aggiungendo se occorre qualche cucchiaio dell'acqua di cottura.
Servite nei piatti cospargendo con il pangrattato.

Bree esci da questo corpo!

Ieri sera abbiamo avuto a cena un nostro amico e avevo previsto di preparare una crostata come dessert. Visto che a me piacciono le crostate belle croccanti, con tanto bordo, ho deciso di seguire la ricetta di frolla croccante per crostate delle sorelle Simili. La frolla è venuta benissimo, buona e croccante, tra l'altro era la prima volta che usavo la lama impastatrice del robot regalatomi da Lise e ne sono stato molto soddisfatto. Ma le sorelle Simili, sante donne, dovrebbero specificarlo che le loro dosi sono quelle della loro panetteria! Finita la prima crostata (con noci e marmellata di arance), con la pasta avanzata ne ho fatta una seconda (con marmellata di ciligie). Ma poi di pasta ce n'era ancora parecchia, e così ho fatto due crostatine di mela. Non contento, con una pallina di pasta che c'era ancora ho fatto dei biscotti con le gocce di cioccolato. Insomma, una produzione dolciaria che levati. Io ora vi do le dosi che ho usato, ma ricordatevi di ridurle se non volete passare il pomeriggio davanti al forno.

La frolla croccante delle sorelle Simili
























Ingredienti per tanta frolla

500 gr. di farina 00
200 gr. di zucchero
200 gr. di burro freddo di frigo
2 uova intere
un pizzico di sale

Mescolare nel robot con le lame per impastare (quelle di plastica) la farina e lo zucchero. Aggiungere il burro tagliato a pezzetti. Il segreto della frolla è che deve restare il più possibile fredda, quindi lavoratela il meno possibile con le mani e tirate fuori dal frigo il burro all'ultimo minuto. Impastare per un po' senza le uova, prima a pulsazioni e poi a piena velocità. Aggiungere le uova e il pizzico di sale e continuare ad impastare fino ad ottenere un composto omogenero. Io ho aggiunto anche una punta di cacao amaro (per rendere la pasta più scura) e della scorza di limone grattuggiata per coprire il sapore troppo forte del burro.
Quando l'impasto è pronto, formate velocemente una palla, senza scaldarlo troppo tra le mani, e riponetela in frigo avvolta nella pellicola trasparente per almeno mezz'ora. La frolla è ora pronta per tutte le vostre creazioni! Un consiglio: quando la stendete, tirate fuori dal frigo man mano solo quella che vi serve. Insomma, più resta fredda, meglio è.

Il nuovo tavolo

Per festeggiare l'arrivo del nuovo tavolo da pranzo, ieri sera ho preparato questa ricetta, già sperimentata in occasione di una cena con Lise. La ricetta viene dall'ormai classico Kitchen di Marieclaire, ma è stata in parte rivisitata.
Le 5 spezie cinesi sono un mix di spezie che - a quanto pare - risale al 1300 aC e che contiene finocchio, anice stellato, pepe di Sichuan, cannella e chiodi di garofano. Il mio è molto più recente ed è stato acquistato in un poco esotico Tesco a Dublino.

Arista di maiale alle 5 spezie cinesi
























Ingredienti per un'arista da 300 gr.

1 arista di maiale da 300gr. circa
8 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiaini di 5 spezie cinesi
zenzero
dragoncello
aglio
olio di semi
zucchero

In una piccola teglia da forno, mescolare 4 cucchiai di salsa di soia, un cucchiaio d'olio di semi, un cucchiaino di 5 spezie cinesi, un cucchiaino scarso di dragoncello, mezzo cucchiaino di zucchero, una generosa spolverata di zenzero (io ho usato quello secco da grattare, ma probabilmente con quello fresco ne serve meno), uno spicchio d'aglio a pezzetti e lasciar marinare l'arista in questa salsa per almeno un'ora, girandola spesso (ok, lo ammetto, io l'ho fatta marinare di meno).
Dopo la marinatura, sigillare l'arista in padella, rimetterla nella teglia e lasciarla cuocere in forno a 180° per un'oretta. A dirla tutta, il libro dice per 10 minuti, ma ovviamente dopo 10 minuti è ancora cruda, che forni hanno in America? Nel mio forno (che però è un combinato che io ho usato nella funzione ventilata) deve stare almeno 50 minuti.
Nel frattempo preparate la salsa, facendo bollire per qualche minuto gli stessi ingredienti utilizzati per la marinatura con 150ml d'acqua.
A cottura ultimata, affettare l'arista e condirla con la salsa. Io l'ho servita con un contorno di cavolo bollito e un mix di zucchina, carota e verza saltate con noce moscata e salsa di soia.

L'ultimo post dell'anno

Che regali alimentari avete fatto a Natale quest'anno? Io ho preparato due marmellate del libro dei Regali Golosi di Cavoletto (fichi, rum e vaniglia e pere e cioccolato) e le ho impacchettate insieme a dei cucchiaini colorati e ho fatto tanti biscotti alle spezie, alle mandorle, al grano saraceno. Per due colleghe che sono anche due amiche speciali (sono loro che mi hanno regalato la Pina), avevo in mente il pandoro, che avevo fatto la prima volta l'anno scorso. Evidentemente non avevo capito di aver avuto la fortuna del principiante perché quest'anno quando ho estratto dal forno il primo dei due e ho tentato di farlo uscire dallo stampo mi si è spetasciato infelicemente a causa della cottura sbagliata. Dentro era rimasto crudo infatti e io ho visto tutte le mie ore di lavoro andare così in frantumi sul piano di lavoro. Qualche ora più tardi ho cotto il secondo (ho uno stampo da mezzo chilo, perciò con la ricetta delle Simili ne vengono fuori due piccolini), che per fortuna è venuto fuori come doveva, ma non avevo più tempo per prepararne un altro e consegnarlo prima di Natale.
Che fare allora? Non potevo regalare ad una delle due il pandoro e all'altra i soliti biscotti che le avevo preparato l'anno scorso, non sarebbe stato equo. Toccava scovare anche per lei una ricetta speciale, che però non richiedesse due giorni di preparazione.
Ecco allora che mi è venuto in soccorso il numero speciale di Natale di Sale e Pepe. Devo dire che sulle prime quell'articolo mi aveva un po' irritata: attendevo con ansia di ricevere la rivista per vedere se mi dava qualche suggerimento per regalini sfiziosi e l'idea dei cioccolatini mi aveva infastidita. Preparare i cioccolatini è impegnativo e delicato e avrei preferito qualche idea più alla mia portata.
Ma ero disperata e avevo un termometro da cucina. Ho capitolato.
Cos'ho da dire in proposito? Che se non si è trattato della già citata fortuna del principiante, questa ricetta, ovviamente con l'uso del termometro, non è particolarmente difficile. E' solo un po' lunga, perché quando togliete il cioccolato dal fuoco ci vuole un po' perché scenda alla temperatura giusta.
I cioccolatini hanno un sapore favoloso, che fonde perfettamente il gusto del cioccolato con quello del caffè e sono quindi perfetti non solo come regalo, ma anche da offrire come fine pasto o da portare a una cena cui si è invitati.
Meglio ancora sarebbe con gli stampini: io il prossimo anno mi sa che me li compro e regalo cioccolatini a tutti.
Per l'amica in questione ho trovato una bella scatola di cartone in colorificio, l'ho chiusa con un nastro di tessuto beige e ho fatto un figurone.

Praline al caffé
(ricetta tratta da Sale e Pepe speciale Natale

cioccolatini al caffè

Ingredienti per circa 25 pezzi (a seconda della dimensione)
150 gr cioccolato fondente
1 tazzina di caffè espresso
mezzo cucchiaino di caffè liofilizzato in polvere
10/15 gr zucchero di canna

Prima di tutto occorre temperare il cioccolato. Tritate finemente 100 gr di cioccolato, trasferitelo in una bastardella e scioglietelo a bagnomaria, facendo attenzione a che il fondo non tocchi l'acqua. Quando la temperatura arriva a 45°, levate la bastardella dal bagnomaria e unite il cioccolato rimasto, tritato. Mescolate finché si è sciolto e lavoratelo con una spatola, fino ad arrivare a una temperatura di 27°C (ci vorrà un bel po' di tempo, consiglio di farlo sul balcone, se lo avete o sul davanzale della finestra aperta, viste le attuali temperature esterne, almeno a Milano). Rimettete sul bagnomaria e scaldate fino a 32°C.
Scaldate il caffè, unite quello liofilizzato e lo zucchero e mescolate finché non si è sciolto.
Aggiungete il caffè sul cioccolato sciolto e amalgamate. Versate il cioccolato negli appositi stampini se li avete o su un foglio di carta forno, formando dei dischetti di circa 4 cm di diametro e fateli solidificare.
Conservate in un luogo fresco (ma non in frigo). Tenete presente che vista la presenza del caffè, i cioccolatini resteranno un po' morbidi.

Gnocchi allo zafferano con topinambur e olive

Questo piatto è stato realizzato in un giorno in cui avremmo dovuto pranzare fuori. Oggi infatti saremmo dovuti andare a trovare mia madre, solo che ieri mi ha telefonato per dirmi di posticipare la visita: dalle sue parti infatti sembra che ci sia una nebbia terribile e lei non sarebbe stata tranquilla a saperci in macchina in quelle condizioni.
Così mi sono trovata a casa con il menu di oggi non fatto. E ora?
Per fortuna mi sono ricordata che avevo ordinato al gas i topinambur, perché avevo visto delle ricette interessanti su Cucina Naturale di novembre. Così sono corsa a cercare quel numero della rivista e ho trovato un piattino niente male. Ovviamente, non essendo una preparazione pianificata, mi sono trovata a realizzarla senza alcuni ingredienti abbastanza importanti, che non avevo in casa, come i pomodorini secchi o la scorza di limone (non c'è verso di trovare limoni non trattati, mi sa che quest'anno di biscotti al limone non se ne preparano).
Ad ogni modo è venuto tutto molto buono lo stesso, perciò con tronfiaggine estrema vado a presentarvi questo piatto che doveva essere di fortuna e invece è risultato da gourmet.

Gnocchi allo zafferano con topinambur e olive
(ricetta tratta da Cucina Naturale di novembre)
gnocchi allo zafferano con topinambur

Ingredienti per due persone
250 gr topinambur
110 gr farina
40 gr pangrattato
1 spicchio d'aglio
salvia e rosmarino (io li avevo secchi, se li avete freschi è meglio)
olive nere
1 bustina di zafferano
olio evo
sale

Mescolare la farina, il pangrattato e lo zafferano, aggiungere un pizzico di sale e amalgamare il tutto con poca acqua tiepida, aggiungendola poco alla volta, fino a formare un panetto. Coprire e lasciar riposare per 40 minuti in un luogo caldo (io avevo cotto una torta da non molto e l'ho messo nel forno spento).
Lavare e sbucciare i topinambur e tagliarli a cubetti.
Tritare l'aglio, scaldare due cucchiai d'olio in una pentola dal fondo pesante e soffriggere l'aglio insieme alla salvia e al rosmarino tritati. Aggiungere i topinambur, coprire e cuocere per 15/20 minuti a fuoco basso, aggiungendo poca acqua di tanto in tanto per non far attaccare.
Riprendere l'impasto degli gnocchi, formare dei cilindretti su un piano infarinato e tagliarli a cubetti. Cuocerli per almeno cinque minuti in abbondante acqua salata, scolarli con una schiumarola e aggiungerli alla pentola dei topinambur, mescolando bene.
Tritare le olive e servirle sopra il piatto di gnocchi e topinambur.

Torta rovesciata di pere

Penso spesso che questo blog verrà abbandonato. Forse ha assolto alla sua funzione quando era il momento e ora non ne ho più bisogno. Probabilmente mi serviva per dire a me stessa che c'erano cose che anch'io avrei imparato a fare. Ed è vero: ci sono tante cose che ho imparato a fare e non lo sospettavo: la focaccia, il pandoro, i grissini. Quelle che erano i miei tabù, ovvero la torta a strati (qualsiasi) e la pasta casalinga, sono rimasti tali. Forse me li tengo apposta, non so.
Cucino ancora abbastanza: specie per cena, quando è impossibile fotografare e fondamentalmente questa voglia di fotografare i cibi mi è un po' passata. La settimana scorsa per esempio avevo fatto dei deliziosi panini alla farina di castagne con la pasta madre ed erano anche piuttosto graziosi da vedere, sarebbero stati perfetti per il blog. Boh. Non ho avuto voglia di fotografarli e ciao. L'importante è che ce li siamo mangiati.
Eppure si vede che non è ancora finita, ecco perché sono qui con questa ricetta di torta di pere e zenzero copiata dall'ultimo numero di Sale e Pepe. Quella che vedete nella foto è proprio l'ultima fetta: solo un altro ripensamento e non sarebbe qui. Invece eccola.
Non solo buona, ma anche soffice e profumatissima.
Torta rovesciata di pere e zenzero
torta rovesciata di pere
Ingredienti per 8 persone
4 pere williams sode
230 gr farina
200 gr zucchero di canna
100 gr zucchero semolato
il succo di un limone
250 ml latte
una tazzina da caffè di olio di riso (o girasole)
2 uova
1 cucchiaino colmo di zenzero in polvere
1 cucchiaino di bicarbonato
sale

Portate a ebollizione un litro d'acqua insieme allo zucchero semolato, aggiungete il succo di limone e le pere sbucciate, tagliate a metà e private del torsolo. Cuocete le pere finché non sono morbide: a me sono bastati 15 minuti. Scolatele e fatele raffreddare.
Setacciate la farina in una ciotola con il bicarbonato e lo zenzero e aggiungete lo zucchero di canna e un pizzico di sale, mescolando. In un'altra ciotola rompete le uova, unite il latte e l'olio, sbattete e versate sul composto di zucchero e farina. Mescolate con una frusta fino a ottenere un impasto omogeneo.
Rivestite di carta forno bagnata e strizzata una teglia rettangolare 20x24 cm e disponetevi le pere, con il lato tagliato verso il basso. Versatevi sopra l'impasto e cuocete in forno già caldo a 180°C per circa 35 minuti.
Fate intiepidire e rovesciate su un piatto da portata prima di servire.

L'estate è finita

Sono arrivati i primi freddi e io ancora non ho postato la mia ciambella pesche, lamponi e lavanda. Anzi, è passato un mese da quando l'ho realizzata e probabilmente le pesche non si trovano più sui banchi del mercato.
Lungi da me suggerire una ricetta non di stagione, ma se non la posto adesso non la posto più perciò vi dico: segnatevela per il prossimo anno oppure fatela con le mele. Del resto io l'ispirazione per l'abbinamento l'ho presa qui, dove appunto il dolce era realizzato con le mele, se l'ha fatto lei vuol dire che l'abbinamento con la lavanda tiene e la mia preoccupazione era proprio questa.
Da tempo infatti volevo provare una qualche ricetta con la lavanda alimentare che mi era stata regalata, ma temevo l'effetto saponetta.
Nella ricetta di Fiordifrolla ho trovato invece la dose giusta e un suggerimento di abbinamento con le pesche e i lamponi che mi è proprio piaciuto. Ecco perché lo ripropongo con entusiasmo.
La foto risente del fatto di essere stata ritoccata con una luce pessima e in effetti non è molto invitante. Sappiate però che il risultato è un dolce soffice e gradevole, in cui la lavanda si sente, ma senza esagerare. Certo, il sapore è un po' insolito, ma a volte è divertente provare gusti insoliti.
Ciambella pesche, lamponi e lavanda
ciambella pesche, lavanda e lamponi
Ingredienti
1 grossa pesca (o una grossa mela)
100 gr lamponi
1 cucchiaio raso di lavanda alimentare
350 gr farina
200 gr zucchero
una tazzina da caffè colma di olio di riso
3 uova
una bustina di lievito in polvere

Accendere il forno a 180°C. Lavorare le uova con lo zucchero con una frusta, finché sono gonfie e spumose. A questo punto aggiungere l'olio di riso e mescolare bene. Aggiungere la farina setacciata con il lievito e amalgamare. Aggiungere la lavanda, la pesca (o mela) sbucciata e tagliata a dadini e i lamponi lavati e asciugati. Mescolare delicatamente.
Versare il composto in uno stampo da ciambella ben imburrato e cuocere in forno già caldo per 45 minuti.