Amo quei condimenti che si preparano mentre bolle l'acqua e si cuoce la pasta e che magari non devono essere costantemente controllati, di modo che contemporaneamente una possa apparecchiare, sistemare la spesa o svuotare la lavastoviglie, mentre nel frattempo il marito si dedica alla pulizia della lettiera.
Il piatto che vi mostro oggi viene da un'ispirazione trovata proprio su quella rivista, anche se la ricetta originale prevedeva del seitan, che io ho sostituito con della pancetta affumicata a dadini. Chi lo preferisce naturalmente può tornare all'ingrediente originale, personalmente non lo amo molto.
In questa occasione ho assaggiato per la prima volta il cavolo romanesco, che come si intuisce facilmente dal nome, non si vede comunemente sulle tavole lombarde, anche se negli ultimi anni si è diffuso di più. Lo trovo davvero bellissimo e coreografico per forma e colore (ma come sarà mai venuto in mente a qualcuno che una pianta dall'aspetto così marziano fosse anche commestibile?), anche se un po' meno saporito del classico cavolfiore bianco.
Spaghetti con cavolfiore romanesco
(ricetta tratta da Cucina Naturale di gennaio)
Ingredienti per due persone
due piccoli cavolfiori romaneschi
una confezione di pancetta affumicata a dadini
160 gr spaghetti
2 cucchiai di pangrattato
un cucchiaino di timo secco
olio evo
sale
Dividete i cavolfiori in cimette e lessatele in abbondante acqua poco salata per otto minuti. Scolatele con una schiumarola e cuocete la pasta nella stessa acqua.
Scaldate un cucchiaio d'olio in una padella antiaderente e fatevi dorare il pangrattato insieme al timo. Mettete da parte. Nella stessa padella scaldate l'olio rimasto e fate saltare la pancetta fino a che non diventa croccante. Aggiungete il cavolo, rimestando spesso.
Scolate gli spaghetti molto al dente e tuffateli nella padella con il cavolfiore, aggiungendo se occorre qualche cucchiaio dell'acqua di cottura.
Servite nei piatti cospargendo con il pangrattato.