Non è sempre vero che quando non scrivo è perché ho troppo da fare (o sono sempre in riunione). A volte mi capita di cucinare, fotografare, caricare la foto e sistemarla e poi dimenticare a casa la rivista da dove ho copiato la ricetta. Ma va be', chi mi conosce non si stupirà nemmeno.
Chi mi segue su Twitter lo sa: ho passato un lungo week-end a Valencia e sono tornata al lavoro solo ieri, completamente svarionata per l'arrivo a tarda ora, dimenticando tutto, compresa una cosa importante da consegnare ad un'amica che ho visto per pranzo. Be', vuol dire che dobbiamo organizzare di nuovo e presto.
Stamattina però ero un po' meno svarionata, dopo un buon sonno ristoratore sotto la mia copertina di lana fatta all'uncinetto dalla nonna trentotto anni fa. Così finalmente mi sono ricordata di portare con me il numero di Cucina Naturale di aprile, da cui ho tratto la ricetta che vado a presentare e che ho preparato già più di dieci giorni fa.
Mi sento di aggiungere solo una constatazione: adoro le fave, ma non le avevo mai cucinate prima. Non avevo idea dello sbattimento. Sgranare, cuocere, sbucciare, il tutto per un piccolo pesto da mettere sulla pasta. Per carità, va benissimo eh. Solo, ricordarsi che è un'operazione un po' lunga e che richiede un po' di tempo.
La ricetta è dedicata a Viviana, uno dei miei contatti di flickr, che me l'ha espressamente chiesta nei commenti alla foto.
Fusilli al pesto di fave
(ricetta tratta da Cucina Naturale di aprile)
Fusilli al pesto di fave
Ingredienti per due persone
160 gr di fusilli al farro
130 gr di fave sgranate (ca. mezzo kg con ancora il baccello)
50 gr di ricotta
30 gr di pecorino grattugiato
1 cucchiaio scarso di mandorle
un paio di rametti di timo
olio, sale e pepe

Portate a bollore l'acqua per la pasta e fatevi sbollentare le fave un paio di minuti. Scolatele e raffreddatele velocemente con acqua fredda. Eliminate la pellicina dalle fave, dopodiché saltatele in padella con un cucchiaio di olio per circa 5 minuti, salate e pepate.
Frullate le fave insieme alle mandorle, il timo, qualche cucchiaiata dell'acqua di cottura, la ricotta e il pecorino, fino a ottenere una crema densa. Contemporaneamente lessate la pasta e scolatela al dente. Servitela con il pesto di fave, decorando con qualche mandorla spezzettata e qualche rametto di timo.
Questo post avrebbe dovuto essere scritto ieri e avrebbe dovuto intitolarsi "tre a uno". Invece, mentre mi apprestavo ad aprire blogger sono arrivati gli avvocati aguzzini della 231 e mi hanno sequestrata per tutto il pomeriggio (così invece di tre a uno è diventato due tre uno).
Avrei voluto raccontare della mia fede interista da trent'anni, dei suoi alti e bassi, dei momenti di gioia (non dimenticherò mai quella sera allo stadio con l'amica June a cantare, fare osservazioni sconce sui calciatori e a calpestare l'erba divelta del prato di San Siro) e di quelli di sofferenza (dallo scudetto sfuggito di mano all'ultima giornata alla semifinale di champions perduta contro il Milan, le partite brutte, mal giocate degli anni Novanta, per non parlare delle polemiche, che ogni giorno è buono).
Si potrà ben capire quindi la mia tensione di martedì sera, tenendo anche conto che due anni fa, quando lo scudetto era di nuovo in bilico all'ultima giornata, mi chiusi dentro un cinema per non subire troppo l'ansia. Insomma, il Barcellona è la squadra campione d'Europa e io mi vedevo già con la squadra arata davanti al pubblico delle grandi occasioni.
Ecco perché mi sono chiusa in cucina, con l'intenzione di fare questi, che già da un pezzo avevo adocchiato sul numero di aprile di Sale e Pepe. Solo che lo stampo dei muffin era da lavare. Avrei quasi rimandato, ma poi non avremmo avuto niente per colazione il giorno dopo. Allora ho pensato che potevo trasformare la ricetta dei muffin in un cake. E così ho fatto, con i dovuti aggiustamenti.
Poi è andata come è andata: l'Inter ha vinto e ha vinto bene, c'è un ritorno difficile e ancora tanti impegni in Italia (la Roma nemesi di sempre in Campionato e in Coppa Italia), ma insomma, ero ben felice mercoledì mattina di festeggiare la soddisfazione con una buona fetta di torta.
Cake carote, mandorle e cioccolato al latte
(ricetta ispirata da Sale e Pepe di aprile 2010)
cake carote, mandorle, cioccolato al latte
Ingredienti
1 carota media
150 gr di cioccolato al latte
80 gr di mandorle
120 gr di zucchero
150 gr di farina
mezza bustina di lievito in polvere
80 gr di burro
3 uova

Fondere il cioccolato spezzettato a bagnomaria insieme al burro. Lasciar intiepidire. Frullare le mandorle fino a ridurle in polvere insieme a un cucchiaio di zucchero. Sbattere a lungo le tre uova con lo zucchero rimasto, finché non diventano gonfie e spumose. Aggiungere il composto di burro e cioccolato e amalgamare bene. Setacciare la farina insieme al lievito e aggiungerla all'impasto insieme alle mandorle tritate e alla carota grattugiata. Mescolare bene. Imburrare uno stampo da cake, versarvi il composto e infornare a 180°C per 45 minuti.

E ancora Forza Inter.
Sono giornatacce. L'ho menata a destra e a manca che sto cambiando lavoro, il che significa che sto facendo due lavori contemporaneamente. Da una parte trasferte, dall'altra riunioni. Un disastro.
Ho pochissimo tempo per fare tutto. Figurarsi per il blog. Infatti immagino si sia notato. In teoria pure domani dovrei partire per una trasferta, annullata (in realtà posticipata, ma non si sa bene a quando) però causa vulcano e quindi per questa settimana forse riuscirò a essere più presente anche a me stessa. Non è detto però: sto aspettando da un minuto all'altro che mi chiamino per una riunione che doveva cominciare un'ora fa.
Nel frattempo rispolvero una ricettina che mi ha reso molto felice un paio di settimane fa, come quasi tutto quello che estraggo da Cucina Naturale.
Mi è piaciuta l'idea di un piattino insolito e con ingredienti insoliti (almeno, il tarassaco per me lo è: fino a qualche settimana fa lo mangiava solo la tartaruga).
La rivista riporta 360 kcal a porzione, il che depone nuovamente a favore, visto che la prova costume si avvicina a grandi balzi e non so chi sia già pronta, io no di certo.
Panzerotti al tarassaco e gorgonzola
(ricetta tratta da Cucina Naturale di marzo)
panzerotto al gorgonzola
Ingredienti per due panzerotti
200 gr di tarassaco
100 gr di farina integrale
80 gr di ricotta
50 gr di gorgonzola
olio e sale

Impastate la farina insieme a un cucchiaio di olio, un pizzico di sale e acqua sufficiente a ottenere un impasto morbido. Copritelo con un panno umido e lasciate riposare per 45 minuti. Lessate il tarassaco (pulito) per pochissimi minuti in poca acqua salata, scolatelo e lasciate intiepidire. Quindi strizzatelo e tritatelo (la ricetta diceva finemente, a parer mio non è necessario, basta sminuzzarlo un po').
Sciogliete a bagnomaria il gorgonzola insieme alla ricotta, condite subito con questa crema il tarassaco e lasciate raffreddare.
Preriscaldate il forno a 180°C.
Dividete la pasta in due pezzi, poi stendetela sottilmente ricavando dei tondi. Spennellate i bordi con acqua e distribuite il ripieno. Ripiegate a metà formando dei panzerotti, sigillate i bordi premendo bene con una forchetta e trasferiteli su una teglia ricoperta di carta forno.
Infornate per 20 minuti.
Nota: la ricetta originale prevedeva una spennellata di miele e un cospargimento di semi di papavero sull'esterno. Io naturalmente, mi sono dimenticata. Vabbe', il mio panzerotto era buono uguale.
Ultimamente non ho un secondo libero. Sto passando da un'attività all'altra (all'interno della stessa azienda), che tradotto in soldoni significa che sto facendo due lavori. Che poi in soldoni mica tanto, perché lo stipendio non cambia. Sono sempre in riunione o in trasferta per una cosa o per l'altra, ecco perché non ho tanto tempo per star dietro al mio piccolo blog-bistrot.
A casa cucino saltuariamente: sono sempre stanca e disorganizzata. Ma ho comunque accumulato ricette fatte da postare per i mesi a venire, avessi solo il tempo di scriverle. Però oggi mi ritaglio questi pochi minuti, visto che nel pomeriggio non ho appuntamenti fino alle sei (alle sei!). Anche perché chissà quando mi ricapita.
Ora, domenica è stato il mio compleanno. Non mi sono neanche fatta la torta. Ho provato a fare delle madeleines che (come già sanno i miei venti follower di Twitter) sono miseramente implose. Così col moroso abbiamo deciso di uscire a fare il brunch e abbiamo fatto cucinare qualcun altro.
Ieri poi me ne sono stata in trasferta tutto il giorno, imballata in macchina in coda a causa di un brutto incidente in autostrada e sono tornata in ufficio che erano le quattro e mezza. Ma le mie colleghe mi avevano fatto il regalo e lasciarle senza torta mi pareva brutto. Così ieri sera, nonostante la stanchezza, mi sono armata dei miei manuali di cucina e alla fine ho scelto una ricetta di Donna Hay dal suo insostituibile Classici Moderni - vol. 2, nello specifico dalla pagina "idee veloci" che pareva fare al caso mio.
Devo anche ammettere che quando alla fine la torta era pronta mi sentivo meno stanca di quando ero tornata a casa.
Venendo alla ricetta, ho fatto solo una piccola modifica. Erano previsti gr. 250 di burro e io non li avevo. Ne avevo solo 150. Così ho pensato di metterci piuttosto un po' di cioccolato, invece del cacao indicato nella ricetta, in modo da mantenere la stessa morbidezza senza intaccare sostanzialmente il sapore.
Ed eccola qua. Io non l'ho ancora neanche assaggiata, ma le mie colleghe mi hanno detto che è buonissima.
Torta cioccolato e cocco
da una ricetta di Donna Hay
Torta cioccolato e cocco
Ingredienti
150 gr di burro
50 gr di cioccolato fondente
3 uova
200 gr di zucchero
200 gr di farina setacciata con mezza bustina di lievito
120 gr di farina di cocco
180 cl di latte

Fondere il burro insieme al cioccolato. Contemporaneamente sbattere le uova con lo zucchero fino a che non raddoppiano di volume. Versare nella ciotola tutti gli altri ingredienti e amalgamarli a velocità media (l'aveva detto Donna Hay che era un'idea veloce!). Versare il composto in una teglia da 24 cm ricoperta di carta forno bagnata e strizzata e infornare in forno già caldo a 180°C.
Ieri, la mia collega, in preda a un delirio da surplus lavorativo si è messa a berciare: "Basta, mollo tutto e mi metto a fare la fotografa!" Notare che possiede una macchina fotografica reflex da meno di un anno e sta ancora frequentando il primo corso di fotografia. Ciononostante, mi son sentita solidale e ho commentato: "Io pure e apro una pasticceria". Il che ci ha fatto scoppiare a ridere e siamo tornate entrambe al nostro lavoro.
Ci pensavo poi sorridendo ieri sera, guardando l'angolo di libreria dedicato ai libri di cucina, alcuni dei quali mai utilizzati, ma sempre sfogliati con grande piacere. Ci sono anche alcuni acquisti fatti "a casaccio", giusto perché avevo voglia di una gratifica cucinesca in quel preciso istante e che si sono rivelati poi una miniera di ricette utili da fare e rifare. In questa seconda categoria ricade senz'altro il numero di Cucina Moderna Serie Oro dedicato a polpette e polpettoni, che mi ha risolto più di una cena in modo inconsueto e gustoso.
E' il caso di queste polpette di piselli, allegre, primaverili, vegetariane e buonissime, oltre che molto facili da preparare (come del resto tutto quello che si vede a questo indirizzo internet).
La preparazione risale alla settimana scorsa, ma io sono stata un po' pigra nel postare ultimamente ed ecco che ve le propongo ora. Del resto una ricetta non invecchia e queste polpette non avanzano!
Polpettine di piselli e sesamo
(ricetta tratta da Cucina Moderna Serie Oro)
polpette di piselli
Ingredienti per due persone
2 barattoli piccoli di piselli in scatola (ca. 300 gr non sgocciolati)
50 gr di ricotta e un cucchiaio di gorgonzola (questo ce l'ho messo io che avevo poca ricotta, altrimenti basta quella, circa 80 gr)
1 uovo
4/5 foglioline di menta
20 gr di parmigiano grattugiato
una manciata abbondante di semi di sesamo
pangrattato per ricoprire (ca. 50 gr)

Sgocciolate per bene i piselli e frullateli al mixer, poi amalgamateli ai formaggi, l'uovo, le foglioline di menta lavate e tritate. Regolate di sale e pepe e riponete il composto in frigo per 30 minuti. Riprendete il composto, inumidite le mani e formate tante polpettine grandi come una noce. Mescolate in un piatto piano il pangrattato e i semi si sesamo e rotolateci le polpettine per rivestirle. Disponete le polpette su una teglia foderata con carta forno bagnata, strizzata e unta d'olio e cuocete per 15 minuti in forno già caldo a 200°C.
I primi hot cross buns li ho visti qui e mi sono subito piaciuti. Poi li ho visti da lei e ancora tripudio. Mi stuzzicava in particolare l'idea di un dolce tipicamente pasquale e tipicamente da colazione, senza dover trafficare con la solita colomba, che mai e poi mai mi sarei messa a produrre, nonostante il divertimento al corso di dolci lievitati della Cucina Italiana. E poi, insomma, ricordavo di averlo visto sul libro di Donna Hay e insomma, ogni cosa vista su quel libro vien voglia di farla all'istante, anche se il risultato non è proprio identico.
Così li ho fatti venerdì sera, perché la tradizione vuole che si producano il venerdì santo. E ce li siamo pappati per colazione fino a stamattina, che sono finiti (dopo averli anche elargiti generosamente alla famiglia del moroso): tempismo perfetto direi, visto che stamattina cominciavano a essere un po' secchi. Comunque, insieme alla marmellata di lamponi stavano proprio benone.
La cosa buffa è che ieri ero in libreria con la mia amica Katy e stazionavamo nel reparto libri di cucina, ovviamente, anzi nello specifico libri di dolci, lei ha sfogliato I love torte per chiedermi un parere e le si è aperto alla pagina degli hot cross buns! E' inutile dire che, per quanto io abbia estaticamente sfogliato quel libro (a casa eh), non mi ricordavo che anche lì ci fosse la ricetta, però sono stata molto fiera di poterle dire: "Ah quelli li ho fatti venerdì sera". E lo posso anche provare!
Invece di usare il lievito secco come da ricetta ho messo quello fresco: lo avevo in casa e stava per scadere. Inoltre, nel prendere il barattolo delle 4 spezie ho sbagliato, ho preso quello del coriandolo e quando me ne sono accorta ne avevo già buttato un cucchiaino nell'impasto. Adesso, non è che lo metterei di diritto tra gli ingredienti, ma devo dire che non ha danneggiato il sapore del dolce. Manca invece l'arancia candita e di uvetta ce n'è quel che c'era in casa, quindi un paio di manciate, invece dei 300 gr previsti dalla ricetta, che però francamente mi appaiono eccessivi.
Tra l'altro, non so che testa avessi venerdì sera, ma la ricetta mi ha fatto consumare tutta la farina che avevo in casa (e sabato mi sono scordata di comprarla, uffa!), che invece avrei fatto meglio a tagliare con la manitoba che ho in abbondanza. Mi sono sentita proprio sciocca, anche perché ho appena comprato uno stampo da madeleine che non vedo l'ora di provare e sono costretta ad attendere.
Be', insomma, comunque questo è il risultato:
Hot cross buns
(ricetta di Donna Hay - Classici Moderni vol. 2)
hot cross buns
Ingredienti
1 cubetto di lievito di birra fresco (25 gr)
375 ml latte tiepido
100 gr di zucchero + 2 cucchiaini
570 gr di farina (possibilmente metà farina 00 e metà manitoba)
2 cucchiaini di miscela 4 spezie
2 cucchiaini di cannella
50 gr di burro fuso
1 uovo
uvetta (un paio di manciate)

per le croci: 70 gr di farina e 80 ml di acqua

Sciogliete il lievito sbriciolandolo nel latte tiepido insieme a due cucchiaini di zucchero e lasciate riposare per qualche minuto, finché non si forma una schiuma. Unire la farina setacciata, le spezie, la cannella, il burro, l'uovo, lo zucchero e l'uvetta e impastare (io ho usato il Kitchen Aid, prima il gancio a foglia, poi quello a uncino) fino a che l'impasto non si stacca dalla ciotola. Nel mio caso non ci ha messo moltissimo, ma ho dovuto aggiungere un po' di farina, altrimenti l'impasti era troppo disomogeneo. Lasciar lievitare in un luogo tiepido per una o due ore, fino al raddoppio.
Formare con l'impasto delle palline (possibilmente tutte uguali, mica come le mie!) e disporle in una teglia rettangolare o quadrata imburrata o rivestita di carta forno bagnata e strizzata. Lasciar lievitare per altri 30 minuti e nel frattempo portare il forno a 200°C.
Mescolare l'acqua e la farina, inserire l'impasto in una tasca da pasticcere o in un cono di carta forno con la punta tagliata e formare una croce su ogni paninetto.
Cuocere per 35 minuti circa. In casa si spanderà un profumino che resterà anche a dolce terminato.
Nella ricetta originale i dolcetti andavano anche glassati (forse con della marmellata?), io ho deciso che a un certo punto ero stufa e andavano bene così. In effetti non ho trovato da lamentarmi.
hot cross buns e marmellata
La settimana scorsa a pranzo ho ordinato nel solito posto un piatto di orecchiette con le cime di rapa di cui ero poi entusiasta. Così poi quando ho trovato le cime di rapa tra le verdure disponibili al GAS le ho ordinate subito, senza pensarci due volte. Peccato che io a casa non abbia neanche un pacco di pasta fresca, figurarsi le orecchiette e così con le cime di rapa non sapevo proprio cosa farci.
Per fortuna al momento di stilare il menu della settimana mi sono imbattuta in un bell'articolo su Cucina Moderna di aprile, dedicato ai piatti unici. La mia attenzione è stata subito attratta da un arrosto di riso e broccoletti (anche da un flan di piselli, vedremo). Peccato che in casa non avessi i broccoletti. Potevo forse sostituirli con le cime di rapa? Potevo o non potevo, io l'ho fatto.
Un altro dei vantaggi di questo piatto è che l'ho preparato la domenica sera, l'ho doverosamente avvolto nella carta forno e lunedì sera, quando sono uscita dalla palestra ho chiamato il moroso e gli ho detto: "Inforna!", così da avere la cena quasi pronta al mio rientro a casa.
Sulla rivista c'è scritto che la ricetta apporta 420 kcal, penso che sostituire i broccoletti con le cime di rapa non cambi sostanzialmente l'apporto calorico e quindi mi sento di consigliarla anche per chi deve tenersi sotto controllo. Ecco, magari far seguire la cena da una bella sessione attiva di gioco con la gatta, che farà bene anche a lei, mangiona che non è altro (ieri tenerla lontana dal nostro nasello è stata un'impresa titanica).
Arrosto di riso con le cime di rapa
(ricetta adattata da Cucina Moderna di aprile 2010)
polpettone di riso
Ingredienti per due persone
250 gr di cime di rapa
150 gr di riso
1 uovo
20 gr di parmigiano

Lavate molto bene le cime di rapa e lessatele in poca acqua bollente leggermente salata. Scolatele e trasferitele in un mixer con l'uovo, il parmigiano e una presa di sale e frullate fino a ottenere un composto omogeneo. Nel frattempo lessate il riso in abbondante acqua salata, scolatelo al dente e amalgamatelo al composto di cime di rapa. Trasferite il composto su un foglio di carta da forno bagnato e strizzato. Dategli una forma da salsicciotto/polpettone e avvolgetelo nella carta chiudendo le estremità con dello spago da cucina. Trasferite il polpettone in una pirofila e cuocete in forno a 180°C per 35 minuti.