Il cestino del pane

Amo Milano il sabato mattina quando vado al corso di basi della pasticceria e la città si sveglia. I negozi di abbigliamento sono ancora chiusi, ma gli alimentari di quartiere invece no e in alcuni parrucchieri si intravedono le signore con già i bigodini della messainpiega in testa. E mi spiace che il corso stia per finire (manca solo una lezione), anche per questo, benché l'idea di restare finalmente a poltrire a letto non mi dispiaccia.
Così con la mente sono già al prossimo corso che farò: l'ho già scelto, anche se ancora non mi sono iscritta. Sarà il corso sul pane. Anche se ho la macchina e sono soddisfatta così e non so se mai mi metterò a impastare con le mie mani, c'è qualcosa che mi chiama in quella direzione. In verità è un po' che sto pensando di allevare la mia pasta madre, anche se non so se sarò all'altezza: io sono sempre così incostante! Quello che mi spaventa tra l'altro è l'idea di doverla maneggiare tutti i giorni per tre mesi senza poterci fare nulla finché non è pronta, infatti prima o poi comincerò a implorare qualche foodblogger pia di regalarmi un po' della sua.
Intanto uso il lievito di birra e mi porto avanti sul programma, con questa ricetta scovata su Sale e Pepe di ottobre. Io i grissini non li avevo mai fatti (ah, le cose che non pensavo mai avrei fatto prima di aprire il blog) e non sapevo se ne sarei stata in grado. Poi ho trovato questa ricetta scritta in dieci righe ingredienti compresi e ho pensato: "Ma allora è facile!" (non me lo avessero già detto) e così mi sono buttata, complice un invito e il piacere di arricchire con questi piccoli manufatti il grazioso cestino del pane.
E infatti erano facilissimi!
Grissini al parmigiano
(ricetta tratta da Sale e Pepe di ottobre)
grissini al parmigiano
Ingredienti
4 gr di lievito di birra
300 gr di farina (io ne ho messi 150 00 e 150 manitoba)
un cucchiaino di sale
un pizzico di zucchero
60 gr di parmigiano grattugiato
2 cucchiaini di rosmarino tritato
4 cucchiai d'olio
Sciogliere il lievito in due cucchiai di acqua tiepida, aggiungere lo zucchero e lasciar riposare una decina di minuti. In una ciotola mescolare la farina, il sale, il parmigiano e il rosmarino. Aggiungere il lievito disciolto in acqua, l'olio e impastare. Formare una palla con l'impasto e lasciarlo riposare in una ciotola a temperatura ambiente per circa 45 minuti. Qui secondo me dipende dalla temperatura della stanza: da noi in cucina fa un bel teporino e quindi l'impasto è lievitato piuttosto rapidamente.
A questo punto, accendere il forno a 180° C, prelevare una noce di impasto, formare un grissino e appoggiarlo su una teglia ricoperta di carta forno. Proseguire fino all'esaurimento dell'impasto.
Infornare per circa 20 minuti, poi abbassare la temperatura del forno a 150°C e continuare la cottura per altri 10 minuti.

13 commenti:

Lo ha detto...
26 ottobre 2010 alle ore 23:55

il corso del pane è affascinante....quello di pasticceria è creativa...ora mi piglio un goloso grissinone e scappo!

Saretta ha detto...
27 ottobre 2010 alle ore 10:42

Sei davvero bravissima..io il sabato mattina lo adoero per dormire invece!Ma capisco che alzaesi presto ha un sacco di vantaggi e di aspetti positivi(ero una sempre mattiniera anche nell'we una volta..ora solo in settimana, l'età!)
La Pasta madre è impegnativa(anche se il rinfresco lo fai tranquillamente 1 volta a settimana) ma, dà soddisfazioni enormi!Io mi arrangio come posso(bisogna stare attenti alle lievitazioni..) e sono ben lungi da essere uan provetta panettiera ma,i miei panozzi piacciono porprio in casa!Già che ci penso..devo fare i grissini!!!Bellissimii tuoi brava!

Metroicon ha detto...
27 ottobre 2010 alle ore 10:59

E io li ho mangiati!

lise.charmel ha detto...
27 ottobre 2010 alle ore 12:59

lo, no, dai, non scappare, di grissini ce n'è più di uno! :)
saretta, mi sa proprio che un giorno farò la sfacciata e te ne chiederò un pezzo di pasta madre...
(dormire il sabato mattina è bello!)
metroicon sei il mio testimonial :)

Sick Girl ha detto...
27 ottobre 2010 alle ore 15:43

io la pasta madre l'ho fatta ma ora che mi dici che ci vogliono tre mesi mi viene il sospetto che non fosse una preparazione ortodossa, la mia l'ho fatta nel giro di una settimana.
Se posso darti un consiglio aspetta l'estate quando in casa fa caldo così è più facile che si avvii il processo di fermentazione (il mio primo tentativo invernale era fallito). Poi quando l'hai fatta in effetti una rinfrescata alla settimana va più che bene. Tieni conto che nel momento in cui in frigo hai la pasta madre poi ti viene una pulsione pazzesca a fare cose lievitate e si rischia l'overdose da carboidrato ;-)

lise.charmel ha detto...
27 ottobre 2010 alle ore 16:44

ma come, francescaV diceva tre mesi...
http://www.francescav.com/2008/05/pasta-madre/
se basta una settimana posso provarci tranquillamente, anche perché in casa nostra d'inverno fa caldissimo, non ti dico come lievita in fretta la focaccia :)
ma tu cos'hai usato come agente fermentante?

Esmé ha detto...
28 ottobre 2010 alle ore 00:32

ciao Lise, il pane è una delle poche cose che faccio benino (senza corsi, ma studiando un po' i primi mesi: poi si capisce come funziona la faccenda), mi permetto quindi di segnalarti un tipo di lievito madre che semplifica enormemente la vita alla massaia pigra e incostante: il sourdough in forma liquida. Abita in un barattolo in frigo, necessita di rinfreschi settimanali (ma se lo lasci da solo anche per più tempo non si scompone troppo), e rende perfettamente. Io lo uso da anni, e mi dà ottimi risultati:

http://oradicena.blogspot.com/2008/02/fermenti.html

Purtroppo questa non è esattamente la stagione adatta per far nascere un lievito, data la temperatura non ideale: bisognava muoversi in settembre, con il caldo umido. Ma con le dovute accortezze si può provare, al massimo l'avvio è un po' più lento e fiacco.

I lieviti migliorano col tempo: il mio è stato al massimo di vitalità dopo qualche mese: ma li puoi usare anche da subito.

Vale ha detto...
28 ottobre 2010 alle ore 09:54

sfiziosissimi e saporiti questi grissini... anzi, mi hanno messo già fame!!
ti aspetto sul mio blog per sfogliare il pdf della raccolta "Il pane raffermo non si butta"!
buona giornata!
Vale

lise.charmel ha detto...
28 ottobre 2010 alle ore 10:04

vale arrivo subito!
esmè, io vorrei che tu commentassi più spesso perché i tuoi commenti sono sempre preziosissimi. corro da te a recuperare la ricetta del lievito madre liquido che non avevo mai sentito nominare. tanto, tra quando prendo una decisione e quando la metto in pratica... sarà di nuovo la stagione adatta :)
e grazie!

Esmé ha detto...
29 ottobre 2010 alle ore 22:57

Ma se non faccio altro che romperti le scatole! :-)
Bisognerebbe che anch'io rimettessi in pista i lieviti. Ma sono pigra, e ogni settimana mi arrangio col lievito di birra dicendo: domani!
E passano i mesi.
Comunque, se ci provi fammi sapere come va (ah, per la mia esperienza quello di segale è il più facile da avviare).

lise.charmel ha detto...
2 novembre 2010 alle ore 10:00

ma sei una "rompiscatole sapiente"! :)
mi stai dicendo che il tuo blob è defunto col tempo? io credevo che vivesse e prosperasse nel tuo frigo da almeno due anni. tanto per prima cosa devo comprare il contenitore di vetro, che quelli che possiedo sono tutti di plastica e non vanno bene, poi cercherò anche la farina di segale, che probabilmente il pane viene pure più buono

Esmé ha detto...
2 novembre 2010 alle ore 23:57

il mio blob ha subito un'eutanasia, o per meglio dire un assassinio. Ora mi dispiace, perché con gli anni il Milano-NW aveva raggiunto una forza da energumeno. Ma io non altrettanto, e nell'inabissarmi nella depressione ho portato con me ogni forma di vita.
Fregatene del contenitore, va bene tutto: l'importante non è quello, le forme di vita se vogliono nascere nascono e prosperano anche in un pitale.
Contano più i microorganismi presenti in ambiente: se hai l'abitudine di disinfettare la cucina ogni giorno con la candeggina etc,, come le massaie isteriche della pubblicità, scordati pure il lievito. E certo, temperatura e umidità ambientali.
Ho una amica che fa un lievito pazzesco appendendo il barattolo nel bosco dietro casa. Ma se poi lo porta da sua madre, esso defunge tristemente.

lise.charmel ha detto...
7 novembre 2010 alle ore 14:52

trovare un bosco dietro casa sarà difficile... (anche se il parco nord non è distantissimo), comunque non sono per niente una massaia isterica e sono sicura che in casa prosperano un sacco di micro-organismi invisibili a occhio nudo, ma che credo la pina veda benissimo, perché di tanto in tanto miagola al muro.
comunque per ora il lievito sta nascendo dentro il mio armadio, spero in bene!