Come tutti ben sanno, mi capita spesso di mettermi a preparare una qualsiasi cosa e di rendermi conto a metà preparazione che mi manca un ingrediente, anche fondamentale. L'ho già raccontata quella volta che mi misi a fare il tiramisu e mi accorsi a uova già montate di non avere in casa il mascarpone? Be', sono passati tanti anni, ma queste cose le faccio ancora.
Tipo che la prima volta che ho provato a fare i chocolate crinkle mi sono accorta a cioccolato già fuso di non avere in casa lo zucchero a velo. Purtroppo non potevo rimandare la preparazione: i biscotti erano un regalo previsto per un'amica che avrei visto il giorno dopo e quindi ho deciso di procedere lo stesso. Comunque li ho assaggiati ed erano venuti buonissimi, ma mi sono ripromessa di riprovare a farli con la ricetta originale complessiva.
Mentre li preparavo è passato di lì il moroso e mi ha chiesto: "Come si chiamano questi biscotti?" e io: "Chocolate crinkle" e lui: "Che? Chocolate rinco?" e io, pensando allo zucchero a velo dimenticato ho risposto: "Sì, proprio così" ed ecco che sono stati ribattezzati i biscotti rinco (rido moltissimo).
Visto che mi erano piaciuti tanto ho deciso di riproporli come dono natalizio anche alle colleghe ed ecco che ieri mi sono messa all'opera. La ricetta, che quest'autunno si è vista in moltissimi blog (anche con delle varianti sfiziose: un'amica mi ha detto di averla fatta con arance candite e noci), io l'ho presa dal pdf Regalini golosi di cavoletto: avrei voluto replicare metà delle ricette, ma purtroppo non ce n'è stato il tempo.
Anch'io ho voluto apportare una variante: ho diviso il cioccolato: metà fondente e metà al latte. Il risultato non mi è dispiaciuto.
Chocolate crinkle cookies

chocolate crinkle cookies

Ingredienti
175 gr farina
100 gr cioccolato fondente
80 gr cioccolato al latte
150 gr zucchero
55 gr burro
2 uova
mezzo cucchiaino di lievito per dolci
semi di una bacca di vaniglia
mezzo cucchiainodi sale
50 gr zucchero a velo
Far sciogliere, a bagnomaria, i due cioccolati insieme al burro. Sbattere le uova insieme allo zucchero, per due minuti, poi aggiungere il cioccolato fuso, l’estratto di vaniglia, e incorporare finalmente la farina, il lievito e il sale. Quando il composto è omogeneo, metterlo in frigorifero per almeno due ore (io l'ho messo sul balcone, ma ieri sera non faceva freddissimo, forse potevo farlo riposare ancora un pochino). Riprendere l’impasto, e formare delle palline di 3-4 cm di diametro. Versare lo zucchero a velo in una ciotola e passarci le palline di impasto prima di disporle su una teglia rivestita di carta forno. Con la mano schiacciare le palline in modo da ottere dei biscotti di mezzo cm di spessore, e infornare per 10-15 minuti a 180°. Lasciar raffreddare su una griglia.

Ed ecco come si presenta il regalo complessivo per le colleghe: biscotti di tre tipi dentro un barattolo di vetro, corredato poi da una marmellata bio acquistata da un produttore in Val di Taro che ho visitato la scorsa estate.
barattolo biscotti

Ne approfitto per fare tanti auguri di feste felici a tutti, ci si rilegge a gennaio con altre ricette sfiziose.

C'è una ragazza che lavora nell'ufficio dove lavoravo prima (due anni fa ho fatto un passaggio interno aziendale) e che conosco poco perché è arrivata di recente e poi viene da Roma e passa da Milano solo di tanto in tanto. Però quando ci incontriamo nei corridoi ci fa sempre piacere scambiare quattro chiacchiere e ieri mi ha sorpresa con un pensierino natalizio davvero inaspettato. E' una simpatica decorazione per l'albero di Natale (albero che non ho fatto perché la Pina l'avrebbe distrutto in pochi minuti) e nonostante io non abbia simpatia per questa festività mi ha fatto davvero piacere.
Con la neve che è venuta giù ieri era impensabile passare in un qualsiasi negozietto a prenderle qualcosa, però, visto che sempre a causa neve, la festa della sera era stata annullata, mi sono ritagliata un po' di tempo per biscottare e mi sono finalmente lanciata nei biscotti di vetro, che da tempo sbirciavo nei blog delle altre. Ammetto che ho avuto un attimo di disappunto quando ho aperto le mie caramelle e mi sono accorta che non erano colorate (le ho prese all'arancia e limone: me le aspettavo gialle e arancioni, non bianchiccie), ma ormai ero lanciata, perciò ho prodotto.
La foto che vedete è bruttina assai, ma quella scattata alla luce (quale luce?) naturale stamattina prima di uscire di casa era pure peggio.
Io comunque ero ben contenta di aver prodotto qualcosa che forse non era perfetto, ma che desideravo fare da tanto, che ho assaggiato e mi ha dato soddisfazione e che si poteva considerare equivalente al regalino di lei.
I miei primi biscotti di vetro
biscotti di vetro
Ingredienti
200 gr di farina
110 gr di burro
80 gr di zucchero
1 tuorlo
1 cucchiaino abbondante di cannella in polvere
caramelle dure trasparenti (e possibilmente colorate)

Preparare una frolla impastando insieme tutti gli ingredienti (ad esclusione delle caramelle). O almeno, questa è la ricetta della frolla che utilizzo da quando ero bambina e amavo fare le crostate, ognuno può usare la propria. Poi mi son detta: è o non è Natale? E ci ho aggiunto la cannella. Stendere la frolla tra due fogli di carta forno e metterla in frigo a riposare per almeno mezz'ora. Al momento giusto accendere il forno a 180°C e ritagliare i biscotti con le formine prescelte. Forare i biscotti con altre formine più piccole (io purtroppo non avevo di meglio di queste, ma se voi potete è più bello avere solo una cornice di frolla). Pestare le caramelle con il batticarne fino a ridurle in polvere, polvere che utilizzerete per riempire i fori nella frolla. Cuocere i biscotti in forno per 10/13 minuti (a seconda dello spessore della frolla) e far raffreddare sulla loro teglia (quelli che ho spostato che non erano ancora freddi hanno lasciato il vetro sulla carta forno).

Ho consegnato i biscotti insacchettati e infiocchettati alla ragazza prima che si avviasse in aeroporto per tentare la via del ritorno a casa e credo che siano stati graditi.
Una delle ragioni per cui odio il Natale è che tutti gli impegni si accavallano: nello stesso tempo si vorrebbe essere a comprare i regali e a un incontro con gli amici per scambiarsi i suddetti regali (che però se si va all'incontro non si riesce a comprare: un disastro). Ammiro molto le persone previdenti che comprano i regali di Natale quando vedono cose carine in giro nel corso di tutto l'anno, ma se si è deciso di farli in casa come ho deciso io quest'anno è abbastanza sconsigliabile (a meno di non voler regalare biscotti possi preparati a settembre). Per esempio, stasera una parte di me avrebbe voluto restare a casa a biscottare, mentre l'altra è ben felice di andare a una festicciola prenatalizia dove ci saranno ben due amici a cui consegnare regali rigorosamente acquistati, anche se non con il dovuto anticipo.
Poiché si tratta di una festicciola alla buona, ognuno di noi porterà qualcosa. La padrona di casa mi ha fatto l'elenco delle vivande presenti e su quella base io ho deciso di portare una torta.
Da un po' di tempo avevo adocchiato una ricetta di una torta di pere e grano saraceno su Cucina Moderna di ottobre e poiché avevo in casa la farina di grano saraceno, comprata d'impulso al super, ho deciso di farla.
In effetti questo è stato il fine settimana del grano saraceno: pure la focaccia ci ho fatto.
Torta alle pere con farina di grano saraceno
torta pere e grano saraceno
Ingredienti
270 gr di farina di grano saraceno
3 uova
2 pere
150 gr di burro fuso intiepidito
150 gr di zucchero


Preriscaldare il forno a 180°C. Separare i tuorli dagli albumi e montare i primi con lo zucchero finché non diventano chiari e spumosi. Aggiungere il burro fuso e la farina e amalgamare bene.
Sbucciare e tagliare a dadini una delle due pere e aggiungerla al composto.
Montare a neve fermissima gli albumi e amalgamarli. Versare il composto in una tortiera imburrata. La ricetta diceva da 22 cm di diametro, io ho usato questo della cuki che credo sia standard e un po' più grande. Sbucciare la pera rimasta e tagliarla a fettine, da disporre concentricamente sulla torta. Cuocere per 40/50 minuti (dipende dal forno e dalla dimensione della tortiera).


Chi ha buon occhio noterà un piccolo buco nella torta visibile in alto a sinistra nella foto (ci sarà un perché se la foto è tagliata). Chi non ha buon occhio può vedere meglio qui. E' che ieri ho fatto andare il forno per un sacco di cose, per cui la torta l'ho dovuta tirar fuori e l'ho appoggiata sul bancone. Solo che nel frattempo la Pina si è svegliata, ha cominciato a gironzolare per la casa e non le è parso vero trovare la torta e sgraffignare un fettino di pera. Ho cacciato un urlo primordiale e messo il dolce al sicuro (anche se ormai...), poi sono andata a sgridarla e le ho puntato contro un ditino minaccioso. E lei, con una gran calma serafica, ha allungato una zampina e si è tirata il mio dito verso di sè per annusarlo. Allora io ho avvicinato la faccia e lei mi ha leccato un occhio. Vabbe', pace fatta, ma adesso la fettina mancante?


Concludo questo post ringraziando con spaventevole ritardo Barbara, mia compagna nella danza delle scatole di latta, che (già da tempo) mi ha fatto recapitare non una ma ben due scatole di latta: una grande, blu, bellissima e purtroppo ammaccata dal viaggio tra le Poste, che a sua volta conteneva una scatola di latta gialla a fiori, più piccola, piena di formine per fare i cioccolatini, oltre alle istruzioni per farli e a due confezioni di cioccolato Lindt.
Non vedo l'ora, adesso che vengono le vacanze, di mettermi all'opera. Grazie ancora, Barbara!

la mia scatola di latta
Più mi appassiono alla cucina e più scopro cose nuove che non ho mai preparato e che voglio sperimentare. Per esempio non avevo mai fatto i biscotti salati, anche se su Sale e Pepe, cui sono abbonata da diversi anni, compaiono spesso tra dicembre e gennaio, o come suggerimenti per regali o come sfiziosi antipasti delle feste.
Poiché questo è per me anche il primo anno di regalini alimentari autoprodotti, mi sono finalmente decisa a mettere in cantiere i miei primi biscottini salati. Ho perciò scandagliato tutte le mie vecchie riviste al mese di dicembre e la scelta è caduta su queste gallette alle erbe, pubblicate come idea regalo in accompagnamento a una crema di carciofi (crema che purtroppo non ho il tempo di fare).
Sono facilissimi da fare e il profumo resta in casa a lungo (li ho cotti ieri sera e stamattina c'era ancora) e si sprigiona goloso non appena si apre la confezione (ne so qualcosa, ho fatto la foto stamattina prima di uscire di casa).
Biscottini salati al parmigiano ed erbe aromatiche
gallette al parmigiano e erbe
Ingredienti
170 g farina
120 g burro
50 g di parmigiano reggiano grattugiato
5 g sale
un tuorlo
mezzo bicchiere di latte (la ricetta diceva 2 cucchiai, a me non è bastato, quindi vi conviene aggiungerlo se vedete che il composto non si amalgama)
2 cucchiai di erbe aromatiche secche (la ricetta diceva quelle provenzali, io non ce l'ho quel mix perciò ci ho buttato dentro maggiorana, timo, molto timo, origano e un po' di basilico. sono venuti buoni, perciò vedete voi)

Impastate insieme tutti gli ingredienti (io ho usato la planetaria) fino a che non sono perfettamente amalgamati. A questo punto la ricetta suggeriva di fare una palla e di metterla in frigo per almeno 4 ore. Io ho imparato questo trucco sabato scorso a un corso di biscotti della Cucina Italiana e ve lo giro: invece di formare una palla, che sarà faticosa da stendere dopo 4 ore di frigo, stendete con il mattarello l'impasto tra due fogli di carta forno e mettetelo in frigo così. Avrà bisogno di stare in frigo molto meno e non farete nessuna fatica a stenderlo e tagliarlo al momento della cottura. E il mio impasto è stato in frigo due giorni perchè non avevo tempo di cuocerlo prima!
Tagliare l'impasto con una rotellina (io ho usato quella dentellata) e cuocere per 13 minuti in forno già caldo a 200°C.
Io ho avuto cura di tagliare i biscotti abbastanza piccoli e quando si sono raffreddati li ho messi in vecchi barattoli di vetro (quelli della marmellata) opportunamente puliti che decorerò con una semplice etichetta.
Quelli che vedete nella foto sono invece quelli che non entravano più nel barattolo e che ci mangeremo stasera: ho un'amica ospite a cena.

Anche questa ricetta partecipa alla raccolta Idee golose sotto l'albero di Anice e Cannella.
Io a Natale regalo questi
Credo che questa sia la sesta o settima preparazione che si trova sul mio blog di carne con la frutta. Tempo fa si parlava di fare una raccolta a tema, be', io credo che la raccolta potrei addirittura farmela da sola (rido).
Questa è un'altra ricetta tratta dall'ormai imprescindibile A tavola in trenta minuti di Martha Stewart (non ho mai speso meglio i miei soldi), del quale va detto che mantiene la promessa: tutte le ricette che ho realizzato erano perfette per i miei tardivi rientri dall'ufficio, dalla palestra, dall'estetista o da altri mille impegni pre-serali.
Anche se naturalmente al minutaggio previsto dalla ricetta devo sempre aggiungere il tempo passato a tirar giù la Pina dal bancone o dai fornelli.
Braciolette alle mele
Braciolette alle mele
Ingredienti per due persone
2 costolette di maiale o due braciolette
1 grossa mela rossa
mezza cipolla
mezzo bicchiere di vino bianco
mezzo bicchiere di brodo
olio, sale e pepe

Affettare la cipolla sottilmente (nella ricetta originale si richiedevano gli scalogni) e farla soffriggere in una padella con un po' di olio fino a che non imbiondisce. Affettare le mele e cuocerle insieme alle cipolle con il vino e il brodo.
Nel frattempo salare e pepare le costolette e cuocerle sotto il grill del forno dai 3 ai 5 minuti per parte. A cottura ultimata ricoprirle con le fettine di mele e il sughetto in cui sono state cotte.
Io le ho servite con un'insalatina.

Raccolgo e volentieri ripubblico la petizione di pasticci e pasticcini per il vertice di Copenhagen.
A soli 3 giorni dalla sua conclusione, l'importantissimo vertice di Copenhagen sul clima sta fallendo.Domani i leader mondiali si riuniranno per avviare negoziazioni senza precedenti di 60 ore. Ognuno di loro dovrà decidere se farsi avanti da eroe o mandarci tutti alla rovina. Ma loro faranno azioni concrete solo se lo faremo anche noi. In tutto il mondo un movimento globale sta prendendo forma in vista di questo momento. Ora è il momento per un ultimo, enorme sforzo - con una richiesta pubblica a livello globale di un accordo che fermi il catastrofico cambiamento climatico. Nelle prossime 72 ore possiamo mettere insieme la petizione piú imponente della storia.
Io ho già firmato, chi volesse farlo (forza!) può cliccare qui.
Oggi va molto meglio. Merito senz'altro dei colleghi romani, che mi fanno sempre ridere e che durante la festa hanno alleviato il mio muso lungo. La quiche si è piazzata a metà classifica e sono contenta così, mentre continuo a essere dispiaciuta per il tronchetto spetasciato, perché davanti alle torte degli altri, se ben riuscito avrebbe fatto un figurone (almeno esteticamente) e poi ieri sera il moroso e io l'abbiamo assaggiato ed era proprio buono. Vabbe', ho imparato qualcosa sulla glassatura delle torte.
La ricetta che vado a proporre oggi è di un vecchio numero di Cucina Moderna serie Oro dedicato alle pizze e torte salate e la faccio spesso, perché è originale e facilissima (questa sì aveva buone opportunità di farsi notare al concorso, ma non avevo in casa il materiale) e risolve brillantemente una cena con ospiti che stanno per arrivare e voi avete fatto tardi al lavoro ed è già tanto se avete apparecchiato la tavola.
Questa ricetta risponde ad un'esigenza precisa. L'altro giorno il moroso e io stavamo guardando la televisione e Paul McCartney suggeriva di rinunciare alla carne almeno una volta alla settimana, in favore del pianeta.
"Perché?" ha chiesto il moroso. "Be', perché l'allevamento da una parte è inquinante, dall'altra sottrae risorse che si potrebbero dedicare all'agricoltura e..."
"E allora facciamolo!"
E così abbiamo istituito i lunedì vegetariani (che però molto probabilmente si sposteranno a mercoledì per ragioni logistiche) in cui ci impegniamo a non mangiare né carne né pesce di nessun genere. Non è che negli altri giorni mangiamo carne a mezzogiorno e cena, ma istituzionalizzarlo diventa anche un modo per esserne più consapevoli (e comunque aiuta a ridurre).
Ecco cosa ho messo in tavola per cena lunedì. E poi, siccome ieri non c'ero per via della festa, il moroso ha semplicemente riscaldato gli avanzi in forno ed era a posto.
Torta salata pesto e stracchino
torta salata al pesto
Ingredienti
1 confezione di sfoglia pronta
1 confezione di pesto pronto (a meno che non abbiate un vasetto fatto da voi, io come ho già spiegato, causa moria della pianta, non ne ho)
250 gr di stracchino
3 uova
1 bicchiere di latte
2/3 cucchiai di parmigiano
sale, pepe

Preriscaldare il forno a 180°C. Stendere la sfoglia su una tortiera rotonda e coprirla con lo stracchino tagliato a pezzettini. In una ciotola sbattere le uova con il latte, aggiungere il parmigiano e il pesto e mescolare bene. Versare il composto nel guscio di sfoglia e infornare per 30 minuti.
Servire caldo o tiepido.
E odio il Natale. L'ho sempre odiato, fin da quando da ragazzina quando passavo i pomeriggi di dicembre alla sfrenata ricerca di regalini per compagne di classe delle quali non mi fregava un tubo, per ricevere da loro oggettini deprecabili che desideravo solo buttar via. E mi domandavo perché ognuna di noi non si tenesse i suoi soldi per comprarsi ciò che le pareva, in nome di una festività che non sentivo più da molti anni.
Odiavo anche i pranzi forzati con parenti che non mi piacevano, corredati di altri scambi di deprecabili regali.
Per non parlare delle decorazioni, in gran parte orrende, a partire dagli inguardabili Babbi Natale appesi ormai a tutti i balconi, fino alla gigantesca renna di cristallo penzolante (dal tre di novembre!) dal soffitto del centro commerciale dove faccio la spesa, passando per tutta una serie di lucine a intermittenza che squarciano il buio delle notti invernali.
So che c'è gente che ama il Natale e che adora fare regali e li ammiro moltissimo, ma io non sono così.
Un altro tormento cui è difficile sfuggire sono le cene di Natale, in particolare quelle aziendali. Quest'anno, per via della crisi, ce la caveremo con un festeggiamento interno, con torte dolci e salate portate da noi. La cosa che non mi piace è che sarà un concorso. Chi è arrivato fino qui nella lettura di questo post non ci metterà molto a intuire che anche questa è una cosa che detesto, soprattutto perché sono costretta a partecipare, mentre avrei preferito una cosa semplice alla "chi vuole porta qualcosa".
A causa della faccenda concorso non me la sono sentita di portare la solita "tre uova, burro, farina, zucchero e lievito, 45 minuti in forno" e dopo lunghe pensate ho deciso di fare un tronchetto.
Attenzione, perché da qui in poi questo post somiglierà in tutto e per tutto a quelli letti in giro per il Cofeca's day. Tutto nella realizzazione di questo tronchetto è andato storto, facendomi pentire a ogni passaggio di non aver comprato una torta in busta della Paneangeli (avevo anche un buono sconto) da versare nella tortiera e via andare.
La marmellata che avevo scelto, di pere e cacao, aveva al gusto un saporino triste, da mensa degli anziani che non mi sarei aspettata. Il rotolo, al momento dell'arrotolamento si è spaccato (non mi era mai successo!) in più punti, lasciando intravvedere il ripieno scuro. Questo problema si è poi risolto con la copertura della ganache, che ha occultato le magagne, peccato che si sia poi incollata al piatto sul quale avevo messo il rotolo per decorarlo, così stamattina, per staccarlo si è rotto tutto quanto e per il nervoso avrei buttato nella spazzatura dolce e piatto di ceramica insieme. Alla fine ho chiesto al moroso di portare il dolce ai suoi, sperando che non si offendano di essere destinatari di un dessert tutto spetasciato.
Alla fine in ufficio ho portato una quiche lorraine, che non parteciperà al concorso, perchè non si può partecipare al concorso con una quiche lorraine, dai, sarebbe come partecipare con un uovo sodo.
L'orrenda foto è stata scattata sul balcone dell'ufficio con il blackberry.
Quiche lorraine

Ingredienti
1 rotolo di pasta sfoglia pronta
3 uova
200 ml di panna fresca
due/tre cucchiai di latte
sale, pepe, noce moscata
1 confezione di pancetta dolce a dadini


Preriscaldare il forno a 180°C. Stendere la sfoglia su una tortiera e bucherellarla con una forchetta. Sparpagliare la pancetta a dadini sul guscio di sfoglia. In una ciotola sbattere brevemente le tre uova, aggiungere il latte e la panna e amalgamare bene. Da ultimo salare, pepare e insaporire con la noce moscata grattata al momento, a gusto personale (io la adoro, ce ne ho messa un sacco).
Cuocere in forno per 25/30 minuti e lasciar raffreddare prima di sfornarla.


Si potrà mica partecipare a un concorso con una roba così?
Prima di aprire questo blog ho girovagato tanto nella rete leggendo un po' di foodblog famosi. Oltre a cavoletto (che leggo sempre con entusiasmo), mi piaceva tanto ciliegina sulla torta (mi piacerebbe ancora, se scrivesse un po' di più) e mi ricordo che all'epoca mi ero innamorata di questa ricetta qui.
Fin dalla prima volta che l'avevo letta mi era venuta voglia di rifarla, ma Natale era passato, sembrava che la stagione non fosse quella più propizia. Ecco allora che ho aspettato e aspettato finché non è arrivato dicembre e ho inaugurato quella che si potrebbe chiamare "la stagione dei biscotti" (perfino l'attuale password del pc aziendale è biscotti).
Così venerdì sera ho preparato l'impasto e domenica ho infornato i tanto agognati biscottini al limone. Devo ammettere che valeva la pena di aspettare. I biscotti sono tutti finiti dentro scatole regalo, tranne due e quelli erano strepitosi. Tipo che correrei a casa a rifarli subito!
Grazie Tuki!
Lemon meltaways
Lemon meltaways
Ricetta pedissequamente copiata da Ciliegina sulla Torta. Foto mia, ma qua nessuno ne dubitava.
Ingredienti
160 g di burro morbido
125 g di zucchero a velo
1 bacca di vaniglia
la scorza grattugiata di due limoni
2 cucchiai di succo di limone
260 g di farina 00
20 g di maizena
1 pizzico di sale
zucchero a velo per decorare

Versare nella planetaria (o nel robot) il burro con lo zucchero, le scorze di limone e i semi della vaniglia e lavorare il tutto fino ad ottenere una crema omogenea; unire il succo di limone ed il sale e mescolare. Versare tutta la farina setacciata assieme alla maizena e lavorare velocemente fino a quando tutti gli ingredienti non saranno ben amalgamati. Formare con l'impasto un salsicciotto di circa 5 cm di diametro, avvolgerlo nella carta forno e lasciarlo in frigorifero tutta la notte. Preriscaldare il forno a 180°C, ricavare dall'impasto freddo tante rondelle dello spessore di circa 1 cm o poco più, sistemarle su una leccarda ricoperta di carta forno e cuocere per 12 minuti. Una volta cotti, tirarli fuori dal forno e lasciarli raffreddare leggermente, passare nello zucchero a velo ancora caldi e lasciarli raffreddare su una griglia. Conservare in scatole di latta.

Questa ricetta partecipa alla raccolta "Idee golose sotto l'albero" di Anice e Cannella.

Io a Natale regalo questi
Il risotto è uno dei piatti preferiti del moroso. A dire il vero lui ama anche il riso in bianco, ma è sempre felice quando sperimento qualche ricetta nuova in questo campo. Ecco infatti che aveva accolto con entusiasmo il numero di Sale e Pepe di novembre, con il consueto articolo dedicato ai risotti. Io poi li avrei voluti provare tutti!
Solo che non sembrava mai il momento giusto, fino a che martedì non mi sono trovata in casa con un paio di mele da far fuori. Ed ecco qua il risotto alle mele: facile, innovativo e sufficientemente scenografico da potersi proporre anche a un pranzo con ospiti particolarmente snob oppure capitati all'ultimo momento, visto che si tratta di ingredienti facilmente reperibili nella propria dispensa.
La ricetta originale prevedeva il lardo, che probabilmente ci sta molto bene. Io non l'avevo in casa e ho usato il solito burro, era comunque buono.
Risotto alle mele e rosmarino
risotto alle mele
Ingredienti per due persone
135 gr di riso carnaroli
1 grossa mela
1/2 cipolla (o uno scalogno se si preferisce)
1 litro di brodo vegetale
1 rametto di rosmarino
1 bicchierino di grappa (la ricetta originale prevedeva il Calvados)
burro
parmigiano per mantecare

In una padella capiente far sciogliere il burro e farvi dorare la cipolla. Quando è appena morbida e dorata tostarvi il riso e sfumare con la grappa (o il calvados). Tagliare la mela in due: di queste due metà una farla a pezzettini, l'altra a fettine sottili e aggiungere al riso. Cuocere per 15/18 minuti aggiungendo il brodo di volta in volta man mano che si asciuga.
A fine cottura aggiungere il rosmarino, mantecare con burro e parmigiano e servire.
Ho raspato anche il piatto.
Lo dico sempre che ho dei tabù culinari, ne ho sempre avuti. Poi, quando li supero, scopro che si trattava proprio di cretinate. E va be', sono fatta così.
Avevo tabù sugli arrosti, sul pesce, sulle zuppe. Ho ancora il tabù della pasta fatta in casa (questo mi sa che è il più grosso, ci sono quasi affezionata, mi bagna le piante quando vado in vacanza), delle glasse sui dolci (ho paura che non si addensino, che si addensino troppo, che si spetascino e così via).
Avevo quello del pane fatto in casa e lo volevo superare. Così mi sono comprata questo libricino che mi pare tanto grazioso e mi sono detta che sarebbe arrivato il momento. Quando sono andata a fare la spesa, sabato, mi sono comprata il lievito di birra che mi faceva tanta paura e la farina manitoba (che poi non ho usato perché avevo la 0, ma fa niente, è lì, la userò).
Ero proprio decisa e convinta: questo sarebbe stato il ponte del pane (volevo provare anche a fare gli gnocchi e invece no, ma fa niente, sarà la prossima volta).
Il momento era così arrivato che a un certo punto non potevo più aspettare: dovevo impastare!
Purtroppo però erano le sei di sera e sul mio librino c'era scritto che il pane avrebbe dovuto lievitare due volte: la prima per 4 ore, la seconda per tre. Non era esattamente il momento giusto.
Avrei potuto allora fare la focaccia? Ho controllato sul libricino e anche su Kitchen: la lievitazione poteva variare da una a due ore. Be', io ho provato.
Ecco il risultato.
Focaccia a pezzetti
Ed ecco come l'ho fatta, mischiando le ricette dei due libri e verificando sul campo.

Ingredienti per una teglia di focaccia
300 gr di farina 0
8 gr di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di zucchero
1 manciatina di sale fino
1 manciatina di fior di sale
6 cucchiai di olio

Sciogliere il lievito in una tazza di acqua tiepida insieme allo zucchero. Nel frattempo unire il sale fino alla farina. Dopo dieci minuti, quando la mistura di acqua e lievito sta cominciando a fare una piccola schiuma, aggiungerla alla farina, cominciando a impastare (io ho usato il Kitchen Aid), aggiungendo via via l'olio (meno un cucchiaio) e amalgamando lentamente fino a che non si forma un composto elastico. Può darsi che occorra aggiungere farina o acqua, a seconda della compattezza dell'impasto. Formare una palla e lasciarla lievitare per un'ora in una ciotola coperta con un telo. Almeno: a casa mia che è bella caldina un'ora è bastata.
Quando l'impasto è raddoppiato (così dicevano le ricette, io sono andata a occhio), stenderlo su una teglia coperta di carta da forno. Pigiare l'impasto con la punta delle dita, cospargerlo col fior di sale e col cucchiaio di olio rimasto. Portare il forno a 250°C. Far lievitare ancora l'impasto per circa 20 minuti circa e infornare per altri 20/30 minuti (fino a che la focaccia non sarà dorata).

Il risultato mi ha talmente entusiasmata e il moroso era così contento che il lunedì l'ho rifatta.
Focaccia semplice
Giovedì scorso ho portato la piccola Pina dal veterinario a farla sterilizzare. Ho preso ferie per l'intera giornata, in modo da assicurare la mia presenza alla gattina, in caso avesse avuto bisogno di cure.
Mi sono perciò trovata libera per tutto il giorno, mentre la cucciola insicura e malferma si rifugiava al sicuro in camera da letto, rintanata al buio tra i nostri due cuscini e non necessitava di nulla (nemmeno di coccole). Tutto ciò che potevo fare per lei, poverina, era accertarmi di tanto in tanto che stesse bene, compatibilmente con i postumi di un'operazione e gli strascichi dell'anestesia.
Ho passato buona parte del pomeriggio a leggere, ma mi sono anche ricordata di una ricetta che avevo scaricato un sacco di tempo fa e di una crema di pistacchi prossima alla scadenza e che non avrei fatto in tempo a mangiare.
Il mio gruppo d'acquisto si procurava il pesce in scatola da un piccolo pescatore siciliano, che oltre a tonno e pesce spada aveva in offerta anche marmellate, sughi e questa meravigliosa crema di pistacchi dolce e pastosa. Purtroppo il pescatore non ci ha mai fornito risposte alle domande che gli abbiamo rivolto sui metodi di pesca e quindi abbiamo deciso di abbandonarlo, rinunciando così anche alla meravigliosa crema, di cui mi era rimasto l'ultimo barattolo. Senz'altro meritava fine più gloriosa che fare da ingrediente a dei biscotti, ma ero sicura che non sarei riuscita a mangiarla prima che scadesse e buttarla era l'ultima cosa che potevo pensare di accettare.
Ho perciò pensato di rispolverare la ricetta di cavoletto, sostituendo il burro di arachidi con la crema di pistacchi, riducendo il burro perché in casa ne avevo solo 80 gr ed eliminando il cioccolato che secondo me c'entrava poco.
Ecco quindi come ho impiegato il mio giovedì pomeriggio, con grande soddisfazione del moroso e anche dei suoi genitori.
Biscotti con crema di pistacchi
Biscotti alla crema di pistacchi
Ingredienti
200 gr farina
80 gr burro
90 gr zucchero
90gr zucchero di canna
1 uovo
200 gr crema di pistacchi
1 cucchiaino di lievito per dolci
sale

Sbattere l’uovo con i due tipi di zucchero e il burro fuso. Incorporare la crema di pistacchi. Aggiungere la farina setacciata insieme al lievito e il sale. Formare dei salsicciotti di 3cm di diametro, avvolgerli nella pelicola per alimenti e tenere al frigo per un paio d'ore. Tagliare l’impasto a fettine di 1 cm di spessore, disporre i biscotti, non troppo vicini, su una teglia rivestita di carta da forno e far cuocere a 180° per una quindicina di minuti.

La Pina nel frattempo si è ripresa ed è tornata la stessa di prima, con nostra immensa gioia.
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A chi mi chiederà come ho passato questo lungo ponte potrò rispondere senza esitare che l'ho passato nel migliore dei modi: una specie di Natale anticipato, a casa con il mio Amore, con rare uscite pubbliche, tante coccole, bei film e ricette nuove.
Questa, in particolare, non è mia ma sua, ed è la prima di quattro giorni passati tra le lenzuola e i fornelli.
"Caramelle" autunnali












Ingredienti (per due caramelle abbondanti)
8 fettine di lonza di maiale
2 radicchi trevigiani
1 etto di speck affettato
noci
salvia
olio
sale
pepe

Tagliare la lonza a quadrati di circa 3cm per lato, eliminando eventuali nervetti e parti grasse. Appoggiare una foglia di salvia (due se sono piccole) su una fettina di speck e avvolgerlo intorno a due quadratini di carne (consiglio: appoggiatene uno, fate un giro di salume, appoggiate l'altro quadratino e chiudete). Continuare in questo modo fino ad esaurimento dello speck, non è importante che tutta la carne sia avvolta, anzi in questo modo si ottengono sapori e consistenze molto differenti.
Lavare e mondare i radicchi e creare un letto di foglie su un foglio di carta da forno. Condire con olio, sale, pepe. Adagiare sul radicchio metà della carne e delle noci, coprire con altro radicchio e un filo d'olio. Chiudere il foglio "a caramella" e procedere allo stesso modo con l'altro cartoccio (più la chiusura sarà "ermetica", migliore sarà la cottura del radicchio).
Cuocere in forno a 180° per circa 40 minuti (controllate la cottura della carne di tanto in tanto).
Il 1° dicembre è stato il compleanno di mia madre e poiché il moroso non era a casa, l'ho invitata a dormire a casa mia. Non è andata d'accordo con la Pina e si è messa a pulire in giro come se fosse casa sua, ma complessivamente è stata una giornata carina.
Non volevo fare una torta di compleanno eccessiva, ma mi piaceva l'idea di augurarle un buon giorno con un dolce fatto in casa, semplice e gustoso.
La ricetta viene dall'ormai collaudatissimo libro dei cake: nell'originale ci andava anche del basilico, ma la mia piantina ha da un pezzo tirato gli ultimi e quindi non è finita nella preparazione del dolce: peccato, ero molto curiosa di come sarebbe risultato.
Cake al cioccolato con un pizzico di pepe
Cake al cioccolato
Ingredienti
180 gr di farina
100 gr di cioccolato fondente
3 uova
100 gr di zucchero
50 gr di burro
mezzo bicchiere di latte
mezza bustina di lievito per dolci
mezzo cucchiaino di pepe di Sichuan in polvere
un pizzico di sale

Preriscaldare il forno a 180°C. Sbattere le uova con lo zucchero e un pizzico di sale finché non diventano gonfie e spumose. Nel frattempo sciogliere il cioccolato a bagnomaria insieme al burro e aggiungerlo al composto di uova. Amalgamare la farina setacciata insieme al lievito e aggiungere il latte. Aggiungere infine il pepe e versare il composto in uno stampo da cake imburrato. Cuocere in forno per 40 minuti.

Ci terrei a specificare che non sono il tipo degli ingredienti bislacchi e chi frequenta questo blog lo saprà bene: il pepe di Sichuan ce l'ho perché mi è stato regalato e visto che la ricetta lo richiedeva l'ho usato, ma si può tranquillamente omettere e avere comunque in tavola per colazione un ottimo cake.
Ieri sera l'amico Metroicon era a cena da me per raccontarmi le ultime novità. Per cena avevo scelto un piattino rapido, dritto dritto da questo libro di Martha Stewart, che ultimamente mi aiuta non poco nella stesura dei menu settimanali.
Solo che ero stata in giro tutto il pomeriggio, tra giri per negozi, shopping, passaggio obbligato dal macellaio e ritiro della verdura del gruppo d'acquisto e sono arrivata a casa alle otto meno venti. Il tempo di mettere in forno alla velocità del diavoletto della Tazmania una torta salata al salmone (prossimamente su questi schermi), che il campanello suonava per l'arrivo degli ospiti.
Io ero ancora in alto mare con la preparazione del piatto, la Pina faceva di tutto per ottenere la sua parte e così alla fine il riso basmati l'ha cucinato metro, io ho fatto il resto.
Manzo all'arancia di Martha Stewart
manzo alle arance
Ingredienti per tre persone
550 gr circa di controfiletto di manzo tagliato a 1,5 cm di spessore
3 arance non trattate
1 cucchiaio e mezzo di salsa di soia
olio
farina

Tagliare a pezzettoni il controfiletto e infarinarlo. Cuocere i pezzettoni in una casseruola capiente con un po' di olio e aggiungerne eventualmente altro durante la cottura, che durerà circa 5 minuti, in modo che la carne sia dorata uniformemente. Grattugiare la buccia di un'arancia e spremerne il succo nella stessa ciotola. Aggiungere la salsa di soia e scaldare il contenuto in un pentolino, facendolo leggermente restringere.
Pelare le altre due arance al vivo, tagliarle a rondelle da dividere successivamente in due. Aggiungerle al controfiletto insieme alla salsina di succo di arancia e cuocere ancora per qualche minuto.
Servire con del riso bianco (eventualmente cucinato a parte da uno degli ospiti).